Lo scaffale di Tellus
EROS = Fabrizio Bianchi-Daniela Monreale+Dona Amati-Michele Caccamo.
23 Maggio 2006
 

L’erotismo è sempre un territorio in cui addentarsi con cautela, specie scrivendo: troppo alti sono infatti i rischi di risultati mediocri. Non è però il caso di due pubblicazioni uscite in anni diversi ma che sono accomunate dal medesimo profilo, ovvero la scoperta dell’erotismo da parte dell’uomo e della donna che si scambiano lemmi, improvvisazioni, scoperte, risalendo col linguaggio allo scambio totale che porta al dialogo ed insieme alla fusione: si tratta dei libri Corpo a corpo – mappe del desiderio di Fabrizio Bianchi e Daniela Monreale e Il pomo e la mela di Dona Amati e Michele Caccamo, entrambi nella collana Il Delta di Venere ed editi da LietoColle.

Corpo a corpo uscì nel 2003 ed è composto come un viaggio sul corpo, tracciando appunto una mappa del desiderio, filigrana attraverso cui intravedere le sensazioni, la tattilità, le vertigini, i segnali, gli accenni, le pratiche. È diviso in una serie di sezioni che lentamente, in un crescendo immaginifico e dialogante, attraversano (risalgono e ridiscendono) il corpo. Si parte dai Capelli, poi gli Occhi, seguono la Bocca, la Pelle, il Seno, Gambe e Natiche e infine, solo alla fine, il centro Occidentale del piacere ovvero il Pene e la Vulva. È notorio che la concentrazione del piacere nei soli organi riproduttivi è un milionesimo di quanto invece riserva la sfera dell’erotismo, cosi come è notorio che ogni punto del corpo ha corrispondenze emozionali differenti tra uomo e donna.

Il volume si snoda cosi con lentezza come se gli autori agissero fisicamente e non solo letterariamente, arrivando per gradienti all’apice, alla fusione generativa. Ogni sezione vede uno scambio (offerti infatti, sono due testi: uno maschile ed uno femminile), un punto di vista personale: per ogni sezione, il testo femminile o maschile è sia funzione esplicativa , cosi come accesso alla sensorialità più recondita dell’umano pulsante, una funziona percettiva (del singolo) che ci guida permeandoci del dialogo di carne che si fa verbo per quanto accade dopo e tramite quegli organi - la pelle, gli arti, gli occhi - stimolati dal tocco, dalla carezza, dallo sguardo.

A distacco dal dialogo puramente emozionale e reattivo, a inizio di ogni sezione è una nota in calce con la spiegazione “letteraria” dell’organo-sezione di cui si leggerà (sono tutte tratte dal Dizionario Enciclopedico Illustrato come viene specificato al termine del volume – con i riferimenti per la reperibilità) come a restituire uno smembramento del corpo che se preso per sezioni singole, non è veicolo di sensazione bensì apparato interagente e collegato ad una meccanicità corporale che trascenderebbe ogni sensazione. È questo colpo di genio aggiuntivo che rimarca ancor più il dialogo tra uomo e donna, tra corpo e corpo, questa consapevolezza che i sensi si attivano per sentimento o per strategie ignote e non per solo funzionamento composito atto alla riproduzione. C’è qualcosa dentro (cervello? Cuore?) che si attiva, che permette la consapevolezza, che coinvolge, che crea e procrea, che ci rende – delicatamente o sanguignamente – capaci del corpo a corpo…

 

 

Dalla sezione Pelle, un esempio:

 

Fabrizio Bianchi


Carezze [Vederti con le dita]

Vedi. Sto imparando.
[Ad occhi chiusi, inevitabilmente pensandoti]
allenando i polpastrelli sulla sabbia
a carezzare la tua pelle.
Morbida e calda. come queste dolci ondulazioni di rena.
Mi basta veramente poco. Qualche avvallamento più profondo
[e caldo]
questa sabbia che scotta [e mi brucia la punta delle dita]
un bianco sassolino per capezzolo. E ti accarezzo
tutto il corpo [dalla testa ai piedi]
Passo lieve in rassegna e ne esploro ogni centimetro
Oh! questo è l'ombelico, il pancino. Poi l'interno della coscia
ed ecco: [mentalmente girandoti] la schiena, le tenere fossette giù
in fondo...
Ti piacerebbe. Ti piacerebbe molto [ne sono certo, sicuro]
anche se il tuo corpo proprio adesso, ora
affronta altre carezze [reali queste, e non caste].
Un sussulto. E stringo questa sabbia imprendibile
che mi sfugge tra le dita come la tua immagine [che perdo].
Una vampata di fuoco [sulla mia pelle, già rossa come un
gambero]
e come un gambero arretro
ritraggo le chele insensibili e dure
senza più pelle. Senza tatto.

 

 

Daniela Monreale


Crosta terrestre

Questo fruttificare di sassi
è il miracolo del sangue
che si fa gemma e rosa del deserto.

Valerio Magrelli, Ora serrata retinae, 1989

 

È nel confine la conoscenza.

Te lo dicevo a gesti, toccandoti.

Nella membrana che segna il buio tra i corpi.
In silenzio, nel morbido scenario della pelle.
Lo schermo pianeggiante, collinare, ora alpino,

                                                                     ora selvatico.

Nomade sul percorso senza mèta.
Senza timone. Stanziale sulle mucose, sulle cime.

Dove non c’è pace.

Dove non può esserci parola.
Sovrapposizione di corazze, di lingue, nell’intricato
gioco proteiforme dell’attinia, nel liquido disfarsi di steccati,

crude gabbie dell’assenso.

Con la presa minimale del magnete, i polpastrelli
tracciano il tuo corpo chiaro, scoprendone i frattali, le sinopie,
il precipizio.

Mondo fenomenico nel derma che

scuote la memoria della carne. Qui l’essere, il toccare,
il succhiare umori dalla profonda roccia.

Corrompere le nude faglie, invaderne il canale,
cauterizzare con un bacio.

La carezza feroce del mordere gli strati.

                                  Addormentati.

 

 

 

Analogo “movimento/scambio” nel volume Il pomo e la mela di Dona Amati e Michele Caccamo: anche qui il dialogo è tra una voce e l’altra, ma le sensibilità muovono più verso una mappatura bensì ad un corteggiamento.

Si alternano le due voci (stilisticamente impaginate con il corsivo per Dona Amati, a carattere normale per Michele Caccamo) dialogando, offrendo reciprocamente frammenti, offerte, invocazioni. Il linguaggio e la formazione dei testi appare cosi più simile ad una lunghissima lettera d’amore, ad un dialogo dove ogni testo completa l’altro e guida al passo successivo ma senza incalzare: lentissimo, anche qui, lo sciogliersi, il divenire. Ognuno offre, si ritrae, porge, accetta. Ci troviamo idealmente di fronte a due corpi già uniti e nell’atto della scoperta che diviene visibile grazie al parlato, al testo che esplora – in simbiosi con gli arti – le aree, le estensioni della pelle e della sensazione che ne deriva. Non c’è frattura infatti tra atto e immaginazione, tutto diviene, tutto accade. Un’ipotesi diviene atto, ogni invocazione da eterea assume tangibilità e si posa. La risposta femminile – sollecitata da un atto maschile – diviene cosi di volta in volta sia risposta che quesito provocando un’inversione di ruolo. Non c’è confine, solo fusione, scambio. L’emozionalità femminile riporta la fermezza maschile ad un altro piano cosi come accade l’inverso, la presenza virile del maschio persuade la femminile ad esplorare il campo puramente fisico, entrando ed uscendo dalle sfere di coinvolgimento personale per duplicare, riflettere.

Tutto il volume è impreziosito dalle straordinarie illustrazioni di Maurizio Carnevali che insinuano parentesi o dettano il tempo al fluire dei versi e in apertura di libro è un micro-dialogo/scambio tra Tiziana Cera Rosco e Michelangelo Zizzi, un testo ciascuno, che funge da apripista e da prefazione poetica ai due autori.

Il pomo e la mela, la medesima cosa vista da due punti di vista: un titolo che è già premessa e suggestione e chiudo questa recensione con una ulteriore sorpresa… una nota dell’editore – a chiusura del volume – spiega la genesi del libro (che non sveleremo del tutto per lasciare un ulteriore piacere nella lettura): la formazione di questo “corteggiamento” e amalgama erotico è opera di due autori che – prima di fondersi in questo volume – non si conoscevano.

 

 

Dal libro, un assaggio:


(Lei)

vasto oltre le mie labbra

te, amore chiama

la mia bocca diario umido

ciottolo della tua intera terra che

batterei correndo come giunco

flessibile alla tua stretta

 

donami la legge, carezzami i capelli

 

(Lui)

ti servo foglie calde sul petto nudo
e sei il grido selvatico
preso dalle viscere
e ti risani le carni dentro al fuoco
e scoppi dirigi la tempesta
e sei il ballo del mare che  mi incanta
e ti plachi e ti accarezzo
come una Santa

 

 

 

Fabrizio Bianchi, Daniela Monreale, Corpo a corpo, LietoColle, 2003, pp. 55, € 13,00

 

Dona Amati, Michele Caccamo, Il pomo e la mela, LietoColle, 2006, pp. 55, € 13,00

 

 

Fabiano Alborghetti


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
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