Cosa bolle in culdera
Alfredo Mazzoni. I have n’otru dream 
Chissŕ! Magari non tutti i sogni finiscono all’alba…
Le
Le 'casere' di Pedena 
20 Aprile 2010
 

Mi sembra divenuta ancora più d’attualità la proposta che faccio da parecchi anni e cioè l’istituzione di una scuola di formazione nel settore “agricolo”, per adulti. Dopo anni di battaglie la provincia di Sondrio ha il suo Istituto tecnico agrario statale. Al di là di come sono andate le cose, un po’ di merito per questa scelta me lo arrogo proprio… Ma l’esigenza di formare molti cittadini adulti, che nel settore “agricolo” potrebbero trovare lavoro, si fa sempre più pressante. Il problema è a che santo votarsi per realizzarla. E dove realizzarla. E come organizzarla. E come gestirla…

Recentemente mi sono iscritto ad una associazione che si chiama AmaMont, che si occupa di problematiche agricole montane, soprattutto. Più che essermi iscritto io, ho iscritto la struttura che avevo ereditato dalla più famosa Associazioni Casari del Bitto (ACB), e cioè la Scuola pratica per l’Agricoltura di Montagna (SCAM). Essendo rimasti iscritti all’associazione io e il mio cane, mi sto dando da fare per non disperdere al vento anche le cose che ha fatto la SCAM. Gira che ti rigira, mi è venuto in mente di proporre a Fausto Gusmeroli, vice presidente AmaMont, la proposta di portare avanti loro la mia idea. Siccome praticamente gliela sto facendo in questo momento, vado a spiegarla, a lui come a voi.

L’Alpe Pedena nella Valle del Bitto di Albaredo è un alpeggio che rischia di essere definitivamente abbandonato. I fabbricati sono stati ristrutturati da poco, e sono a cento metri dalla strada che porta al passo San Marco. Di proprietà della Curia di Como (si dice così?), mi pare che siano stati affittati dal Parco delle Orobie valtellinesi (semmai mi corriggerete…). Non so cosa esattamente se ne voglia fare il Parco o chiunque l’abbia in gestione, diciamo. Io propongo che diventi sede di una Scuola “agricola” per adulti. Sul modello della Scuola di Mezzana in Svizzera, dove ogni anno si sfornano casari. Un alpeggio, quello svizzero, vero e proprio. Oltre all’insegnamento, gli allievi lavorano direttamente all’accudimento del bestiame e alla lavorazione del latte. Una scuola pratica appunto! Io ho in mente una scuola strutturata su corsi specifici; ogni mese un corso: tre settimane intensive “specialistiche” e una settimana di intervallo per riorganizzare il successivo. Compreso, fin che la bella stagione lo permette, il pernottamento. La fattibilità del tutto va verificata ante, ma oltre al classico Corso per casari, si potrebbe organizzare il Corso per mungitori, quello sulle Erbe del latte e su quelle Officinali, al volo… l’Ornitologia, il Corso per boscaioli, Apistico, di Assaggiatori vari (di formaggi, di vino, di miele, ecc.). Per intagliatori di legno, piuttosto che per pirografare, antichi mestieri… la botanica… Sport alpini… La sequenza di questi corsi deve essere, come dire, progressiva e finalizzata ad ottenere un inserimento lavorativo. In modo che l’allievo, nel giro di nove dieci mesi, possa conoscere la montagna, le pratiche del territorio montano. Un allievo può iscriversi a un Corso solo, frequentarne un gruppo omogeneo, o frequentarli tutti o uno all’anno durante le proprie ferie. Con l’andare del tempo, se il progetto funziona, la Scuola potrebbe anche essere supportata da Sindacati di categoria, piuttosto che da Enti pubblici, sul modello della Scuola agraria di Monza.

Spero di avervi reso l’idea. Se la cosa vi interessa e interesserà AmaMont lo sapremo …strada facendo.

 

Alfredo Mazzoni

(per 'l Gazetin, aprile-maggio 2010)


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