Oblò africano
Maria G. Di Rienzo. Danzando si riempiono i granai
16 Aprile 2010
 

«Qualcuno chiedeva: come possono donne che danzano parlarci dei cambiamenti climatici? E qualcuno diceva: cosa sanno le danzatrici del piantare alberi? E altri si meravigliavano: Cosa? Le danzatrici hanno costruito delle scuole? Ma adesso persino il governo riconosce che i nostri tamburi hanno riempito i granai, e le nostre danze hanno costruito scuole».

Così racconta Mary Manzole (foto), direttrice del Kamoto Community Arts, un gruppo di teatro-danza femminile dello Zambia.

Nella provincia del sud del paese, 5.000 nuovi alberi salutano il cielo e tre nuove scuole accolgono bambini e bambine grazie a tre anni del loro lavoro.

«Spendiamo molto tempo nel fare ricerche di base per identificare le istanze e le preoccupazioni presenti nella comunità, poi il gruppo scrive i testi delle rappresentazioni su di esse. Nel 2002, identificammo la deforestazione e le scuole elementari diroccate e inagibili come i due problemi principali della provincia del sud. A causa dei cambiamenti climatici la deforestazione stava andando avanti a pieno ritmo, così abbiamo usato il teatro per incoraggiare la gente a piantare alberi. E lo hanno fatto. La situazione è mutata nell'intera zona», continua Mary Manzole.

«Questo ha a sua volta cambiato il trend agricolo presente da anni nella provincia», aggiunge Jean Shamende, che fa parte del gruppo. «Prima essa importava il granoturco dalle altre, oggi glielo vende».

Signore, insegnateci a ballare!

 

Maria G. Di Rienzo

(da Telegrammi della nonviolenza in cammino, 16 aprile 2010)


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