Oblò africano
Maria G. Di Rienzo. Diritti. Christine Aakuol, una giornalista speciale
27 Marzo 2010
 

«Parte del mio lavoro è dare opportunità alla società in cui vivo», dice convinta Christine Akuol (foto), reporter della stazione radio FM Mayardit a Turalei, nel Sudan del sud. A Christine piace occuparsi delle istanze che interessano donne e ragazze, anche perché è stata forzata al matrimonio quando aveva sedici anni. Nel 2006 venne rapita da cinque uomini, chiusa in una stanza per una notte intera e poi informata che sarebbe divenuta la moglie di uno dei cinque. Sebbene suo padre fosse dapprima furioso per il modo in cui era stata trattata, nel giro di una settimana si era messo d'accordo con uno dei rapitori sul “prezzo della sposa”, ed informò sua figlia che avrebbe lasciato la scuola e sarebbe divenuta una casalinga.

«Ero completamente devastata. La mia vita era arrivata alla fine. Mio padre mi aveva tradito permettendo a quell'uomo di sposarmi. Io avevo solo 16 anni, e non ero per niente pronta al matrimonio, avevo questi miei sogni: studiare, diventare una pilota... e nulla di ciò sarebbe più accaduto. Piangevo ogni giorno, e mi sentivo assai amareggiata quando vedevo le altre ragazzine andare a scuola. A volte indossavo l'uniforme scolastica per poter immaginare di essere con loro. È stato il periodo peggiore della mia vita».

Nove mesi più tardi, avendo il marito non corrisposto al padre di Christine la somma patteggiata, quest'ultimo si appellò al tribunale, e riportò a casa la figlia: incinta, per cui non era neppure da pensare che potesse tornare a scuola.

Quattro anni dopo, la nuova radio comunitaria ha dato a Christine, sempre affamata di sapere e imparare, una nuova possibilità: «Basandomi sulla mia esperienza, voglio tentare di cambiare un po' di cose nella società. Ho avuto quella che potrei chiamare una seconda opportunità. Non avrei mai sognato di diventare una giornalista, dopo essere diventata una casalinga, ma eccomi qui. Ho sentito che Internews stava assumendo reporter per la nuova stazione radio di Turalei, e ho fatto domanda per i corsi preparatori».

Da febbraio 2010 la radio è in piena attività, e Christine ha già registrato un bel mucchio di programmi sulle donne: «Il migliore che ho fatto sino ad ora è stato quello sui matrimoni forzati. Dovevo farlo, perché era accaduto anche a me». Durante la mezz'ora del programma, Christine parla con tre donne che andarono spose contro la loro volontà rispettivamente all'età di 13, 14 e 15 anni. Una di essa racconta come fu sul punto di morire nel mettere al mondo il suo primo figlio dopo un anno di matrimonio: oggi, all'età di vent'anni, di figli ne ha quattro.

«Una delle cose che voglio fare è dire ai nostri genitori che forzarci al matrimonio non è bene», dice Christine Akuol. «Le ragazze Dinka, proprio come i ragazzi, hanno diritto all'istruzione. Ad ogni ragazza si deve dare la possibilità di pianificare la propria vita, di decidere cosa vuol essere in futuro, e chi vuole sposare. Mi basta guardare a me stessa e alle mie amiche che hanno subito lo stesso destino, per sapere che devo almeno tentare di mettere fine a questa pratica. Avrei voluto fare la pilota d'aereo, ma adesso sono una giornalista», ripete Christine con un sorriso splendente. «Sono una persona diversa, ora, conosco veramente il valore dell'essere istruita, ed è per questo che tramite i miei programmi incoraggio le ragazze ad andare a scuola. La cosa più importante, per le donne, è abbracciare la propria istruzione».

 

Maria G. Di Rienzo

(da Telegrammi della nonviolenza in cammino, 26 marzo 2010)


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