Oblò cubano
Lula paragona i dissidenti cubani ai delinquenti comuni brasiliani
11 Marzo 2010
 

«Non posso indagare le ragioni per cui Cuba ha incarcerato certe persone, così come non vorrei che Cuba verificasse i motivi per cui altri individui vengono imprigionati in Brasile», ha detto il presidente brasiliano. Affermazione diplomatica nei confronti del governo cubano, ma offensiva e priva di rispetto per i molti prigionieri politici, per Orlando Zapata Tamayo che è morto, per Fariñas e altri dissidenti, ancora in sciopero della fame. Lula afferma di «rispettare le decisioni della giustizia e del governo cubano», ma non si ferma qui, aggiunge che i dissidenti cubani sono come i delinquenti arrestati nelle carceri brasiliane. «Mi piacerebbe che non esistessero prigionieri politici, ma non posso indagare sui motivi dei loro arresti… Dobbiamo rispettare le decisioni del governo cubano che decide di condannare persone sulla base di leggi vigenti, così come voglio che siano rispettate le decisioni che prendiamo in Brasile», ha detto Lula. Il presidente brasiliano ha criticato il ricorso allo sciopero della fame di molti dissidenti con queste parole impregnate di cinismo: «Immaginatevi cosa accadrebbe se tutti i banditi che si trovano prigionieri a San Paolo facessero uno sciopero della fame chiedendo la libertà», ha concluso, mettendo sullo stesso piano lotta politica per i diritti umani e delinquenza comune.

Lula si comporta da diplomatico esperto e non vuole criticare l’operato di un governo che rispetta e giudica legittimo, il suo ragionamento è in linea con la volontà di non interferire con la politica interna degli altri paesi. Non comprendiamo perché in merito al caso Battisti la sua posizione è diversa, forse Lula considera Cuba uno stato di diritto, ma la sua opinione nei confronti dell’Italia non è la stessa. La posizione del presidente brasiliano pare viziata da cinismo e opportunismo, perché un governo democratico dovrebbe condannare ciò che sta accadendo a Cuba per difendere i diritti umani universalmente riconosciuti.

I prigionieri politici sono accusati dal governo cubano, ma non hanno commesso nessun tipo di delitto, sono prigionieri di coscienza, come afferma l’Organizzazione delle Nazioni Unite, e questa situazione è completamente diversa da quella dei prigionieri comuni brasiliani.

Il presidente Lula non dovrebbe usare il suo prestigio internazionale per assolvere i crimini commessi dal governo cubano.


Gordiano Lupi


TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276