In tutta libertà
Gordiano Lupi. Panni sporchi (1998) di Mario Monicelli 
Ritratto di un’Italia che cambia
09 Marzo 2010
   

La commedia Panni sporchi (1998) di Mario Monicelli è un lavoro dignitoso che non ha avuto un buon riscontro a causa di una distribuzione deficitaria. Consigliamo di recuperarla sul mercato Home Video o nei passaggi televisivi. Nel cast troviamo Ornella Muti in una delle ultime apparizioni cinematografiche, Mariangela Melato, Michele Placido, Paolo Bonacelli, Gigi Proietti, Alessandro Haber, Kassandra Voyagis, Marina Confalone, Pia Velsi, Gianfranco Barra, Francesco Guzzo, Angelo Orlando, Benedetta Mazzini e Gianni Morandi. Il film racconta la crisi della famiglia inseguendo fatti di cronaca e cercando di fare satira sul cambiamento dei costumi. Monicelli racconta l’Italia che cambia con la cattiveria necessaria, fa un discorso interessante sulla pubblicità invasiva, sui matrimoni di interesse e su un certo tipo di delinquenza che proviene dall’est. Non tocca i livelli di poesia del precedente Parenti serpenti (1991) e di altre opere più celebrate, ma confeziona un film elegante e sincero. Ornella Muti ricopre un ruolo limitato come amante di Michele Placido, figlio dell’industriale Paolo Bonacelli, che cerca di salvare dalla distruzione l’azienda del padre, ridotta in briciole dalla megalomania di un nipote cocainomane. Molto bravi Luigi Proietti nei panni di un professore gay lasciato dal fidanzato e Mariangela Melato come moglie isterica e madre poco presente di due figli disadattati. Alessandro Haber è la pecora nera, l’artista della famiglia che vive di espedienti, emette assegni a vuoto e alla fine si suicida per la disperazione. Monicelli è bravo a mettere in scena lo scontro generazionale, la caduta dei valori, la miscredenza dei giovani che seguono satanismo e culti esoterici ma rifiutano il cristianesimo. Da buon maestro della commedia all’italiana, cita persino la pochade e le comiche del muto con un intermezzo di torte in faccia durante il matrimonio del nipote megalomane. Alla fine un gruppo di albanesi diventa padrone dell’azienda, perché il figlio intellettuale prima di morire ha sposato un’albanese parente di mafiosi. Non resta che una soluzione: dare fuoco a tutto e ripartire da zero.

La crisi della famiglia va di pari passo con la crisi dei valori, in una realtà dominata dall’apparenza e Monicelli si fa cantore di un mondo votato all’autodistruzione.

 

Gordiano Lupi


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