Diario di bordo
Primo Mastrantoni. Corruzione. Come si distrugge un Paese
26 Febbraio 2010
   

L'operazione è riuscita ma il paziente è morto. Parafrasando, si potrebbe così definire la sentenza delle sezioni riunite della Corte di Cassazione che, pur mantenendo l'accusa di corruzione, ne ha prescritto il reato per decorrenza dei termini. Ci riferiamo ai processi Fininvest-GdF e All Iberian che hanno visto coinvolti l'avvocato inglese David Mills e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Prescrizione intervenuta grazie ad una legge voluta e votata dalla maggioranza di centrodestra del Parlamento, che ha ridotto i termini di prescrizione da 15 a 10 anni (legge n. 251/2005) e che ha visto stralciata la posizione del presidente Berlusconi con l'approvazione del cosiddetto “lodo Alfano” (legge n. 124/2008), poi dichiarata incostituzionale. C'è, inoltre, il caso del senatore Nicola Di Girolamo che, secondo l'accusa è stato eletto con il sostegno di una organizzazione malavitosa e che dichiarò una falsa residenza per poter concorrere alla elezione senatoriale. Anche in questo caso la maggioranza di centrodestra, in un primo momento, salvò il proprio senatore più di un anno fa bloccando la procedura che l'avrebbe fatto decadere dalla carica per falsa dichiarazione di residenza. Ci sono, ancora, le questioni che riguardano gli appalti dei grandi eventi che vedono coinvolti imprenditori privati e alti funzionari dello Stato, magistrati compresi.

Così si distrugge un Paese. Si distrugge la credibilità delle istituzioni che qualche cittadino ha, ancora; si distrugge la considerazione delle istituzioni europee e internazionali; si consolida un processo di degrado complessivo di un Paese che vive di furbizie, di furti, di malaffare, di raccomandazioni, di tangenti, di compari, di favori, e di quant'altro un Paese civile dovrebbe aborrire. Siamo messi male, insomma. Ci vorranno decenni per risollevarci.

 

Primo Mastrantoni, segretario Aduc


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