Diario di bordo
Gigi Fioravanti. Quegli stessi
09 Gennaio 2010
   

Quelli che si scagliano con sassi e bastoni contro gli immigrati non hanno mosso un dito contro i loro sfruttatori; quelli che gridano dagli all'immigrato sono gli stessi che mai hanno gridato contro caporali e loro mandanti mafiosi; quelli che condannano fieramente la violenza degli immigrati di Rosarno sono gli stessi che la violenza sugli immigrati - il loro sfruttamento e trattamento inumano, vergognoso, prolungato - hanno esercitato o tollerato; quelli che accusano gli immigrati del reato di clandestinità sono gli stessi che creano clandestinità non rispettando la legge sui permessi di soggiorno, da loro stessi emanata; quelli che inveiscono con rancore e livore contro gli immigrati clandestini, sono gli stessi che li usano nei cantieri, nei supermercati, nelle campagne, nelle case private; quelli che minacciano tolleranza zero verso gli immigrati sono gli stessi che si mostrano molto tolleranti nei confronti di mafie, corruzione, malcostume, evasione fiscale, illegalità di ogni genere, razzismo e xenofobia degli italiani; quelli che ««legano pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle degli uomini, essi stessi non li vogliono muovere neppure con un dito» (Matteo 23,4).

«La prima condizione della non violenza è la giustizia. Nessuno può dirsi non violento se non insorge contro l'ingiustizia sociale dovunque e comunque essa si annidi» (Gandhi).


(gigifioravanti)


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