Diario di bordo
Emma Bonino: «Le mie condizioni per l'alleanza» 
Intervista di Daniela Preziosi per “il manifesto”
07 Gennaio 2010
   

Stasera a “Annozero” non ci va. Ma come: non ci va? «E no, mai invitati finora, adesso che facciamo ascolto Santoro ci invita? Emma mica è una ragazza audience». Stile radicale: un caso se esclusi dalla tv, un caso quando inclusi. Nella sede di Torre Argentina ci si organizza per le regionali. Cappato accoglie, Pannella racconta, Rita Bernardini sta al computer. Alleanze? macché: primum, chiudere le liste. Secondo, raccogliere le firme, «un dramma». Terzo: la campagna elettorale. Per le europee c'erano 350mila euro. 200mila nel salvadanaio, 100mila le ha messe Pannella, 50 mila Bonino. «Certo non ci saranno manifesti per le città. Stavolta non abbiamo una lira». «Emma for governatrice» (come la chiama Pannella) è qui dall'alba, riunioni, incontri, giacca fucsia e piedi per terra: entusiasta della scelta, nessuna illusione. Giorno secondo della campagna elettorale numero dieci, «quella del 79, dell'83, dell'87, 90 e qualcosa...». La novità del pomeriggio è la telefonata di Nicola Zingaretti, «esploratore» del Pd. «Gli ho ribadito che per noi radicali la questione non è solo il Lazio».

– È la vostra condizione?

È una richiesta: da mesi si sa che presenteremo le liste Bonino-Pannella in tutta Italia, in coalizione o soli. Non abbiamo avuto mai nessun confronto. Nel Lazio ho deciso di candidarmi, ma il Lazio sta in Italia, e fra noi e il Pd il discorso è aperto in tutte le regioni. Insomma, il mio interlocutore è Bersani. Zingaretti ha detto: riferirò. Finito.

– Se il Pd decide di aprire un dialogo con la candidata Bonino, metterà delle condizioni. Cosa potete accettare, cosa no?

Noi siamo un'alternativa vera a questo regime. Il nostro vissuto lo dimostra. Dopodiché tatticamente i patti li possiamo fare, se c'è una base comune, nella trasparenza. Siamo stati nell'Unione, sono orgogliosa di essere stata leale con Prodi. Come tutti i radicali faccio fatica a dire un sì, ma quando lo dico lo mantengo. Abbiamo promesso di entrare nei gruppi parlamentari, lo abbiamo fatto. Non facciamo giochi strani, forse siamo considerati alleati difficili per questo. Faccio un esempio: poco fa Casini ha detto che non sta con me. Ma perché? Perché Bresso in Piemonte sì, e noi la votiamo, e io no? Non s'è capito.

– Ha detto che lo scenario delle trattative per i candidati è patetico. Cosa c'è di patetico nella vicenda fra Pd e Udc?

Non viene mai detto qual è il problema. Se Bersani dicesse: per battere Berlusconi nel 2013 voglio un'alleanza con l'Udc, e per questo voglio le riforme e il proporzionale alla tedesca, uno capisce e trangugia. Oppure come noi dice: io no, voglio la riforma all'americana, i collegi uninominali eccetera. Patetico è che siccome questo non è detto, si traduce in veti incomprensibili e variabili, dal Lazio alla Puglia.

– Le alleanza variabili non dovrebbero dispiacervi. Vi siete alleati con Berlusconi.

Non le contesto infatti. Chiedo trasparenza rispetto agli elettori. Nel Lazio e nella Puglia si è tutto impantanato perché i candidati scelti dovevano avere il gradimento dell'Udc. Ma non lo dicono. Sono convinta che non esiste un'alternativa vera senza un'alterità vera, comportamentale, di vita.

– Convinzione che difficilmente si concilia con la ricerca delle alleanze.

Le alleanze si fanno, nella trasparenza e nella chiarezza. Non sono Alice nel paese delle meraviglie. Vorrei ricordare che sono stata ministra.

– A sinistra sono in molti a credere che ci sia D'Alema dietro l'alleanze Pd-Udc.

Penso che D'Alema giochi una parte. Ma che sia un aiuto per Bersani e per il suo nuovo corso non mi pare.

– Dal Pd aspettate risposte. Dalla sinistra, che chiede le primarie? E che vi considera ultraliberisti?

Le primarie sono ormai fuori tempo. Andiamo avanti, parliamo di programmi. Fin qui ho sentito solo Bonelli (verdi, ndr), e i socialisti. Chiuse le liste, avviato l'incubo delle 160mila firme da raccogliere legalmente, sentiremo tutti.

– Che bilancio fa della giunta Marrazzo?

Sanità e bilancio restano le priorità da affrontare. Sulla sanità Marrazzo ha certo ricevuto in eredità una buco grave. Nei prossimi giorni studierò, approfondirò meglio.

– Avrà una stella polare?

Il criterio rivoluzionario di sempre: trasparenza. Nelle gare d'appalto, nei bandi, nelle nomine per rosa e per merito. Pratiche che ho vissuto quando ero commissaria, automatiche in altri paesi. Curriculum su internet accessibili a tutti. Poi uno si assume la responsabilità di scegliere. Ma il procedimento con cui ci arrivi ti inchioda.

– Altro tema: Regione Lazio, poteri forti.

So di non essere amata dai clericali. Ma di essere amata e stimata da molti credenti. E questo vale per me e per i radicali in genere. Divorzio e aborto li hanno votati i cattolici di questo paese. Sul testamento biologico il Pd doveva votare una sua linea. Facendo salva la libertà di coscienza, figuriamoci se potrei pensarla diversamente. Sono non solo laica, ma credente in altro, nella pratica della libertà, della tolleranza e del rispetto. Ma vengo da una famiglia cattolica, mia madre non si stanca di dire che i cattolici si formano nel libero arbitrio.

– Cosa pensa di papa Ratzinger?

Che dovrebbe parlare alle coscienze. E invece sta sempre a esercitare una specie di potere legislativo: questa legge sì, quella no, questo referendum sì e quello tutti al mare. Nel caso della legge 40 per l'astensione fu una furbata: la chiesa, ogni volta che si è schierata per il sì o il no ha perso.

– Storace, fra gli sponsor laziali di Polverini, dice che i radicali sono incompatibili con lo statuto della regione che parla di famiglia e di rispetto della persona.

Il rispetto della persone è innanzitutto rispetto della sua volontà. E la persona senza libertà di scelta non è persona.

– Alemanno dice che dividerà li centrosinistra.

Forse qualche organismo dirigente. Ma nella sostanza Alemanno si sbaglia. Noi abbiamo sempre unito. La passione democratica e della cittadinanza unisce. Le nostre battaglie hanno sempre unito. Il divorzio e l'aborto hanno travolto gli steccati. Penso alla responsabilità civile dei magistrati: Tortora con noi è diventato un caso emblematico per tutti.

– Parla di anni e tempi passati.

No, di oggi. Ci metteremo un po' a farci capire, ma questa nostra battaglia per l'integrazione degli immigrati vincerà nel paese.

– L'ldv le propone un ticket con uno di loro.

In alleanza volentieri, ma niente ticket. Abbiamo anche qualche differenza di troppo sulle riforme della giustizia.

– Che dirà a Bersani se si farà vivo?

Semplicemente che la Lista Bonino-Pannella è una risorsa. I 750mila che ci hanno votato alle europee, secondo un'analisi di fonte Pd, venivano soprattutto da destra. C'è una destra liberale che non si ritrova nel Pdl di Berlusconi.

– Scusi, fin qui abbiamo ragionato sulla possibilità che lei sia leader dei centrosinistra nel Lazio.

Se avvenisse sarebbe una cosa importante per l'intero centrosinistra. Perché in qualche modo significherebbe accettare, per amore o per necessità, un vissuto portatore di punti fermi.

– In altre parole, il Pd dovrebbe ammettere di non avere un candidato nel Lazio, e di non avere la “nuova alleanza” con l'Udc. Una mezza bancarotta, o no?

Io la direi così: questa è un'opportunità per il Pd, un'opportunità che riguarda il Lazio ma anche in generale, per uno sguardo sul mondo.

 

Daniela Preziosi

(da Il manifesto, 7 gennaio 2010)


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