Perduca e Poretti. Matrimonio gay: una speranza da Firenze
19 Dicembre 2009
 

Il diritto alla felicità”: è questo il motivo che ha spinto Massimo Ridolfi e Emanuele Bambi il 17 settembre del 2008 a chiedere al Comune di Firenze le pubblicazioni per il loro matrimonio, incominciando un cammino per vedere riconosciuta la parificazione dei diritti tra le coppie dello stesso sesso. Da quel giorno un iter giudiziario seguito dagli avvocati della Rete Lenford (Roberto Vergelli, Francesco Billotta e Saveria Ricci) ha portato ad ottenere una remissione alla Corte Costituzionale da parte della Corte d'Appello con sentenza n. 349/2009 (decreto 13/11/09, depositato il 03/12/09).

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamani a Firenze, l'Associazione Radicale Certi Diritti e l'Avvocatura per i diritti LGBT-Rete Lenford, hanno espresso la speranza che da questa città possa partire il riconoscimento di questo diritto. Salgono così a quattro le ordinanze di remissione alla Corte Costituzionale: Firenze, Venezia, Trento e Ferrara. Sempre a Firenze altre due cause devono andare in Cassazione.

Al Senato, fin il primo giorno della legislatura, abbiamo presentato il disegno di legge n. 594 per eliminare quegli ostacoli del Codice Civile (sostituendo i termini marito e moglie con coniugi) perché si possa riconoscere parità di diritti e uguaglianza davanti alla legge senza discriminazioni di orientamento sessuale. Una legge che non toglie diritti a nessuno, che non va contro nessuno perché aggiunge diritti. Il matrimonio civile è un istituto giuridico non sostituibile, né vicariabile da altri, e solo con l'accesso anche delle coppie dello stesso sesso verrebbe rispettato e applicato il principio di eguaglianza e pari dignità sociale di tutti i cittadini sancito dalla Costituzione.

La Corte Costituzionale dovrebbe pronunciarsi nell'ottobre del prossimo anno, nel frattempo altre coppie stanno avviando l'iter giudiziario. Pronunciamenti di più tribunali, articoli e approfondimenti giuridici potrebbero creare quel clima utile affinché la pronuncia della Consulta risponda alla carta Costituzionale più che alle pressioni politiche cui inesorabilmente verrà sottoposta.

L'avv. Vergelli riassume i tre punti, e quindi i tre articoli della Costituzione su cui la Corte d'Appello chiede un pronunciamento alla Consulta: il diritto a sposarsi è costituzionalmente riconosciuto indipendentemente dall'orientamento sessuale dei coniugi (art. 2); negare l'accesso all'istituto matrimoniale a due persone dello stesso sesso potrebbe configurarsi come una discriminazione illegittima (art. 3); il diritto privato (come il ricorso ad un atto notarile) non darebbe stessi diritti e doveri del matrimonio (art. 29).


Sen. Donatella Poretti e Sen. Marco Perduca, Radicali-Pd


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