Diario di bordo
“Noi Siamo Chiesa”. Piena solidarietà a Tettamanzi 
Attaccato dalla Lega Nord, un partito pagano del tutto lontano dal Vangelo e dalla Chiesa
07 Dicembre 2009
 

Gli aderenti e i simpatizzanti di Noi Siamo Chiesa che, da fedeli preoccupati della vita della loro Chiesa, sono costretti, troppo spesso, ad andare controcorrente e a criticare orientamenti del Vaticano e della Conferenza episcopale, oggi sono invece particolarmente contenti di esprimere parole di amicizia nei confronti dell’Arcivescovo Mons. Dionigi Tettamanzi.

Esaminiamo i fatti:

  

- Il Cardinale, nel consueto discorso alla città della vigilia di S. Ambrogio, ha parlato del «ruolo tipicamente sociale e politico della solidarietà», ha citato l’art. 2 della Costituzione, ha esortato ad una sobrietà negli stili di vita come questione di giustizia e ha infine giudicato i ripetuti sgomberi dei campi rom – ultimo quello di via Rubattino contrastato dalla popolazione del quartiere – una «azione di forza, senza alternative e prospettive, senza finalità costruttive». Ha infine messo in guardia da una politica dell’immagine che nasconda i veri problemi della città.

 

- Ieri La Padania, organo della Lega Nord, aveva come apertura di prima pagina il titolo “Onorevole Tettamanzi”; nel testo, aspramente critico nei confronti dell’Arcivescovo, ci si chiedeva anche se egli fosse un vescovo oppure un imam. Oggi il ministro Roberto Calderoli, in una intervista su Repubblica sostiene che nella Curia di Milano ci sono cattocomunisti e che l’Arcivescovo «non c’entra proprio nulla con il suo territorio». Questo attacco è l’ultimo di tanti e si inserisce nella campagna per usare il crocifisso come simbolo identitario di una religione civile, di cui devono fare parte in prima fila i pagani adoratori del dio Po, il dio della Lega Nord.

 

- Per completare lo scippo e quasi la profanazione di fatti e di simboli cari a tutti i cristiani, ieri Umberto Bossi e il sindaco Letizia Moratti hanno insieme inaugurato il presepe “municipale” a Palazzo Marino.

 

Per quanto ci riguarda, a noi sembra che l’Arcivescovo, nel discorso di S. Ambrogio, si sia solo preoccupato di richiamarsi, come suo compito, alle parole del Vangelo sull’accoglienza dello “straniero”, e non certamente di essere in sintonia “con il suo territorio” come gli chiede Calderoli.

Ora la Chiesa di Milano, il volontariato e tutte le forze positive della città, anche prescindendo da queste istituzioni mal gestite, devono cercare di continuare a tessere «la tela del dialogo e dell’accoglienza nella legalità» come invita a fare l’Arcivescovo.


Milano, 7 dicembre 2009 festa di S. Ambrogio

 

Vittorio Bellavite

portavoce di Noi Siamo Chiesa


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