Yoani Sánchez. E adesso che cosa accadrà?
 
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   17-04-2009
con fidel o senza fidel, il governo cubano, ora che ha l'appoggio di tutta l'america latina, dopo decenni di isolamento, accetterà le richieste politiche degli usa? Non credo che bisogna essere grandi esperti di relazioni internazionali per capire che non le accetterà.E'molto piu'probabile che raul lasci libero qualche dissidente politico, per dimostrare la sua "buona volontà", piuttosto che aprire al pluralismo, e dichiarare di essere disponibili a ricevere con il tappeto rosso le potenti imprese americane del petrolio.Tanto all'avana lo sanno che le relazioni degli usa sono basate solo su questioni economiche, si vedano i rapporti con cina e vietnam, in cui i diritti umani sono soltanto un pò di fumo da gettare negli occhi di qualche ingenuo.
nino   
 
   16-04-2009
La sola presenza di Fidel Castro limita la possibilità di un dialogo reale con gli USA. Forse così è più semplice da capire.
Massimo   
 
   16-04-2009
resto basito di fronte ad affermazioni completamente avulse dalla realtà.Insomma se gli americani non viaggiano a cuba è colpa di fidel che non vuole andare nell'aldilà!Fidel fra alcuni anni, come è naturale, andrà nell'aldilà, ma prima vedrà gli americani viaggiare a cuba, poichè il congresso americano si incaricherà di affossare la norma che impedisce loro di viaggiare nell'isola grande, senza chiedere cambi politici. Chiedendo, cioè, che le imprese americane del petrolio si possano sedere a tavola con le altre sorelle per spartirsi la torta rappresentata dai lotti petroliferi cubani. Lo so che alcuni "teorici del sogno" diranno che mai e poi mai il congresso americano darà ai castro questo, per far ottenere ai petrolieri lauti guadagni. Ma la realtà si incaricherà di mostrare in modo chiaro che i teorici del sogno non guardano ai fatti, ma semplicemente alle loro illusioni.
nino   
 
   16-04-2009
Per adesso Obama ha solo tolto quelle misure che Bush aveva
aggiunto all'embargo.
Se riuscirà a far passare la legge per cui gli americani avranno il diritto di visitare Cuba, allora avrà fatto un bel passo avanti ma non sarà stato l'unico presidente che l'abbia fatto.
Devo dire che è sempre "capitato" qualcosa quando c'è stato un avvicinamento tra Cuba e USA ma questa volta non succederà ma non succederà neanche che Cuba molli la sua posizione finché l'embargo non sarà finito per davvero.
Leggendo "las reflexiones del Comandante" si vede che vuole ancora decidere lui sul rapporto Cuba/USA ma ha capito che questa volta è questione di vita o morte e che non ha più le scuse che aveva con le amministrazioni precedenti e la situazione interna è bollente. Quindi, questa volta è molto cauto con i suoi giudizi visto che se non ce la facciamo a normalizzare le relazioni con gli USA adesso che c'è OBAMA, non ce la faremo mai finché ci sarà un Castro in vita.
Le prime due condizioni perché i rapporti si normalizzino al più presto saranno: Americani che viaggiano
liberamente a Cuba e che Fidel vada "a vita migliore" al più presto e non sia più un intralcio.


Hidran Arias   
 
   15-04-2009
Spero nel profondo che l'ampia zona dell'intellighenzia cubana profondamente delusa e stufa del regime illiberale di Fidel Castro abbia la possibilità, il coraggio e la forza, di entrare in gioco. Di muoversi alla luce del sole e di dimostrare la validità delle proprie idee.
Credo di aver l'impressione che si vada verso una fine dello stallo ideologico sulle posizioni in gioco e che il regime castrista DEBBA per forza di cose aprire a degli spazi di libertà per la società... oppure RIDURLI DRASTICAMENTE.

Le finte innovazioni introdotte da Raul Castro, fumo negli occhi e nulla più, non bastano.
Qualcosa a Cuba si muove.


Massimo   
 

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