Yoani Sánchez. La rete cittadina
 
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   25-07-2008
Aggiornamento al mio commento del 23/07/2008. Il Miami Herald, che prima aveva assicurato che il Congresso manteneva congelati i 45 milioni di dollari, si rettifica: il Congresso ha liberato i fondi a seguito delle «garanzie date dalla USAID e il Dipartimento di Stato (…) il riconoscimento della gravità dei problemi e l’impegno per correggerli». Il congelamento c’è stato, però un mese fa; la notizia allora passò inavvertita.

Leonardo Mesa   
 
   23-07-2008
A proposito delle fonti finanziarie della dissidenza cubana trattati in vari commenti:
«Miami Herald, 22 di luglio di 2008 – Il Congresso congelò 45 milioni di dollari in fondi assegnati tramite l’Agenzia Internazionale di Sviluppo (USAID) al Programma di Cuba 2008» che promuove il cambio in Cuba.
Purtroppo, il motivo del congelamento non è l’illegale ingerenza straniera se non le «diverse irregolarità nell’uso dei fonti e massicce frodi». Si precisa che, secondo la Fondazione Nazionale Cubano Americana (la più importante organizzazione anticastrista), dei 70 milioni stanziati dal Congresso dal 1996, «meno di un 17% sono stati usati per esistenza diretta dentro l’isola». Vuol dire, che al meno sono entrati costanti e sonanti circa 11,9 milioni; quasi 264,4 milioni di pesos. Tenendo conto del cambio, il salario medio e la popolazione, è come si avessero iniettato in Italia 4038 milioni di dollari per rovesciare il governo. Si aggiunge che «la gran parte [degli altri 58,1 milioni] sono stati destinati a coprire le spese dei gruppi nell’esilio o gli studi per la promozione della democrazia in Cuba».
Le denunzie del governo cubano non sono deliranti; lo prova il governo degli Stati Uniti. Speriamo che la notizia non sia condannata ad ammalarsi di amnesia.

Leonardo Mesa   
 
   22-07-2008
Cara Gaviota, mi aspettavo i complimenti; “purtroppo” non gli merito tutti. All’iscrizione al Registro Militare (1980) dovevo riempire un modulo che alla fine poneva una domande: È disposto a compiere missione internazionalista? Ho risposto Sì. Ho saputo che al meno uno di miei compagni aveva rifiutato. Dal controllo medico sono risultato comunque «non idoneo in tempi di pace» per miei notti problemi gastrointestinali. Tutti eravamo alunni della vocazionale dell’Avana, la famosa Lenin.
Nell’università perdo il primo anno per motivi di salute e lascio il secondo perché non mi comportavo tanto bene. Chi studiava, di solito, era esento del servizio militare; però all’andarmene, risultavo disponibile. Mi hanno chiamato quando ero rientrato nella università, e completavo il secondo anno (1987). Mise come condizione finire gli studi. Avevo un amico, Osmany Inguanzo di Pinar del Río, che era stato due anni in Angola. Fu bocciato e dovete lasciare l’università. Mi avevo battuto per il suo rientro senza risultati, e questo mi scosse molto. Alla fine mi sono detto: ma… stai a dire mentre tu Leonardo hai preferito finire la tua università. Una settimana dopo, pieno di rabbia e vergogna, mi sono presentato nel comitato militare, in pieno arricciamento della guerra e nel preludio di Cuito Cuanavale (1988). Tragedia; non volevano sentire ragione perché nella mia scheda non rimase esplicazione, se non un semplice e rotondo No. Finalmente, e non senza diffidenza, mi accettano. Passo egregiamente gli esamini e mi annunciano che sarebbe destinato alla contro intelligenza militare; però, il controllo medico concluse che a miei problemi si era aggiunto una ulcera duodenale piuttosto bruta.
Il comitato militare mi chiese collaborazione. Lavoravo con le mappe e le fortificazioni militari; ogni tanto partecipavo nei collochi di leva e anche in quelli per le missioni internazionaliste. Vari No mi sono passati davanti; in ogni caso, insignificanti se comparati con la valanga di Sì.
Cara Gaviota, un soldato obbligato, da complesso maschile, da salvaguardia dell’apparenza o da decreto, è inutile in un esercito. Alcuni si pungevano il dito e versavano una goccia di sangue nell’esame d’urina; i medici e militari lo sapevano, però non li interessava portarsi dietro uno così: c’erano tanti sinceri e coraggiosi disponibili. Il soldato obbligato mangia per cinque e rende un decimo: non conviene. Le lotte fatte con obbligati sono destinate invariabilmente a fallire e… i militari cubani sempre hanno vinto.

Leonardo Mesa   
 
   21-07-2008
leonardo,ti chiedo,per favore,di raccontare che atmosfera c'era a cuba alla fine del 1975,quando si decise di prestare soccorso al governo angolano.Che cosa succedeva a coloro che si rifiutavano di andare in guerra?Quanti morti cubani ci sono stati,che tu sappia,a causa quella guerra?saluti.
nino   
 
   21-07-2008
QUANDO ANGOLA RICCORDO CHE I RAGAZZI CHE NON VOLEVA ANDARE "IN GUERRA" VENIVANO CLASIFFICATI DI CODARDI, POCO UOMO, E RAJA'O PAROLE CON LE CHE IL POPOLO REVOLUCIONARIO ATTACCAVA CHI NON LA PENSAVA COME LORO. IN QUELLI TEMPI IL SERVIZIO MILITARE OBBLIGATORIO ERA DE QUASI TRE ANNI E MOLTI DI LORO CON 18 ANNI FINIVANO IN MEZZO DI QUELLA MASSACRO,,SOLO PERCHÉ DOVEVANO FARE LA BELLA FIGURA IN UNA SOCIETÀ MASCHILISTA, COME LA NOSTRA DOVE POCHI POTEVANO AFFRONTARE QUESTA CLASSIFICA DI RAJA'OS=FEMINUSCIE.
Ricordo solo con dolore questi episodi del MIO PAESE, non perché io sia in contro dil collaborare con chi ne abbia bisogno, ma per la demagogia che GIRA IN OGGI COSA che decidono DA FARE e il modo in che manipolano AL POPOLO.
INTERESSANTE SAPERE CHE NE ABBIAMO UNO TRA DI NOI, COME HA FATTA A SOPRAVVIVERE?? NASCOSTO TRA I LIBRI IN UNA ANONIMA E GRANDI CITÁ,,,,LI FACCIO I MIE piu sinceri complimenti PER TAN INTELLIGENTE SCELTA al suo tempo LEONARDO, anche se PER UNO CHE CITA SPESSO IL CHE GUEVARA -esempio di internazionalismo proletario- CERTAMENTE NON MI ASPETTAVA UNA NEGATIVA DIL GENERE DA PARTE DI LEI,,,. SALUTI
GAVIOTA   
 
   17-07-2008
Ho scritto un romanzo ambientato tra la guerra di Angola e L'Avana. Se un giorno o l'altro uscirà potrete leggere su quelle pagine come la penso.
Gordiano Lupi   
 
   17-07-2008
Lo spirito internazionalista di Cuba è sempre stato il fiore all’occhiello di Cuba e del Presidente cubano. Angola, Mozambico, Namibia, Zimbawe, Sud Africa ed Etiopia; i paesi che hanno sconfitto il colonialismo prima e le guerre d’aggressione dirette da Washington e dall’Europa poi, devono ringraziare Cuba. Il sostegno dei combattenti cubani, l’alto prezzo che l’isola di Fidel ha scelto di pagare senza chiedere nulla in cambio, ha lasciato una traccia di nobiltà ed altruismo che nessun altro paese può vantare. Capisco che per qualcuno questi sentimenti non contano niente e si cerca di sporcarli quando si è annebbiati da odio e rancore ma c'è poco da fare è così.


tytti   
 
   17-07-2008
Caro Lupi, è stato Carralero ad insinuare chiaramente il vincolo di Cuba con le Brigate Rosse (commento del 13/07/2008).
I combattenti internazionalisti cubani erano tutti volontari. Tutti. Pure quelli della lotta contro gli alzados del Escambray ed altre zone erano volontari. Se vogliamo discutere di quanto erano “costretti” per motivi morali o di coscienza sociale, bene: possiamo aprire un lungo dibattito. Conosco tanti che si sono rifiutati di andare in Etiopia o Angola: io sono un esempio.

Leonardo Mesa   
 
   16-07-2008
lupi,perchè non racconti tutta la spedizione in angola,così vediamo quello che pensano i lettori di questa storia.
nino   
 
   16-07-2008
Nessuno ha mai detto che Castro abbia avuto a che fare con le Brigate Rosse. Ha mandato a morire tanti giovani in Angola, però. Troppe madri cubanne potrebbero chiedersi perchè... e non resterebbero soddisfatte da una risposta in chiave internazionalista e terzomondista. Non erano volontari i ragazzi che andavano in Angola. Se non altro i militari italiani che vanno in Iraq (guerra che non condivido, è bene precisarlo), sono di carriera e vanno là a svolgere il loro lavoro.

Gordiano Lupi
Gordiano Lupi   
 

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