News di TellusFolio http://www.tellusfolio.it Giornale web della vatellina it Copyright: RETESI I problemi dei produttori di qualità in provincia di Sondrio|E alcune belle idee dei 7 Gruppi di Acquisto Solidale Sabato 17 maggio si è tenuto presso la sede della Società Democratica Operaia di Chiavenna, il terzo ed ultimo appuntamento dedicato al cibo ed organizzato dal Gruppo d’Acquisto Solidale della Valchiavenna. Ai tre incontri hanno partecipato complessivamente più di 40 interessate/i. Nel primo incontro, ospite lo scrittore e saggista Wolf Bukowski, è stata approfondita la natura economica del cibo che il mercato liberistico-capitalistico considera unicamente una merce e come tutte le altre merci disponibili ad essere vendute e comperate. In quello successivo, la naturopata Sara Tosi ha inteso sottolineare l’importanza di un’alimentazione corretta, bilanciata, vitale, sulla base di varie teorie, fra cui una cinese di origini antiche. Infine l’appuntamento di sabato 17 maggio è stato organizzato a mo’ di tavola rotonda con la presenza dei produttori Stefano Barelli (azienda casearia), Alberto Bellomi (azienda di coltivazione e di confezionamento di piccoli frutti, produzione miele, coltivazione verdure e vendita sottoli), Nicola De Petri (azienda di coltivazione e confezionamento di piccoli frutti, coltivazione verdure e vendita sottoli, produzione di mele, vendita di piantine) e Maurizio Herman (azienda vitivinicola). De Petri ed Herman hanno scelto la strada della certificazione biologica, mentre Barelli e Bellomi perseguono nella loro attività una filosofia rispettosa dell’eco sistema e del benessere animale pur senza fregiarsi del logo della foglia di stelline. Anche grazie agli interventi dei pàrtecipi partecipanti e alla sincerità degli interpellati, dalla discussione sono venuti alla luce un significativo spaccato di vita vissuta dei piccoli produttori locali e diverse problematiche del settore agricolo-produttivo che rendono ogni giorno più precaria e traballante la loro esistenza: - l’irrefrenabile espansione della grande distribuzione che, non solo, è la principale responsabile della desertificazione dei negozi di comunità/ di paese, ma con la politica dei prezzi diseduca i consumatori, convincendoli che si possa disporre di prodotti alimentari salutari, puliti, sani a costi improponibili per un piccolo produttore; - le normative vigenti che permettono ai cosiddetti hobbisti di poter vendere i loro prodotti a prezzi più bassi, potendo avvalersi di agevolazioni varie in campo fiscale e burocratico; - la mancanza di una adeguata educazione alimentare che dovrebbe avere inizio nei primi anni della scuola dell’obbligo; - la difficoltà di rapportarsi con gli enti e le amministrazioni locali che difficilmente sono disponibili ad un confronto serio; - la sostanziale solitudine di ogni soggetto economico che è costretto a impegnare gran parte della propria giornata per “mandare avanti” l’azienda e per crearsi una rete distributiva in proprio. Un impegno totalizzante che assorbe il tempo e le energia e inibisce il contatto e la collaborazione con gli altri produttori. Dalla fantasiosa immaginazione delle persone presenti sono sbocciate alcune proposte che andrebbero ben pesate e approfondite, quali l’organizzazione di SPACCI sociali/popolari, di MERCATI della Buona Terra, la creazione di un LOGO che contraddistingua i produttori di “Qualità” sulla base ad una Carta del Buon Cibo condivisa da chi vuole partecipare… Insomma, alcune belle idee che richiedono una pre-condizione, quella che i produttori di qualità uniscano le forze e pensino un attimo a cosa vogliono fare da grandi. Da anni sono in crescita l’interesse e l’attenzione di numerosi cittadini per un cibo sano, sicuro, pulito e in grado di fornire il giusto reddito ai produttori… Non a caso in provincia sette Gruppi di Acquisto Solidale riscuotono l’interesse, il sostegno, la partecipazione di più di 400 famiglie. Anche questo è un settore che i piccoli produttori dovrebbero “coltivare” con attenzione… GAS Valchiavenna http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=56&cmd=v&id=25083 GAS Valchiavenna. Progetto Cibo: si fa presto a dire…|Incontro con produttori locali Sono sette i GAS distribuiti in tutta la provincia di Sondrio ai quali aderiscono poco meno di 400 socie e soci, ma cosa sono questi GAS? I Gruppi d’Acquisto Solidale (GAS) operano in modo autogestito e sostengono con i loro acquisti fatti per conto dei soci i produttori Bio, ma non solo, cercano contatti e collaborazioni con i produttori del territorio e, cosa fondamentale, consentono loro di ottenere un giusto reddito per l’attività svolta. Il Gas Valchiavenna, con il “Progetto Cibo”, per il terzo anno prova ad “Uscire dal Guscio”, ad evadere temporaneamente dalla normale routine: apertura ordine, raccolta richieste dei soci, contatti col fornitore… consegna prodotti ai soci. Il meccanismo degli acquisti di gruppo ha funzionato per 138 volte in questi 3 anni e mezzo e per un po’ dovrebbe continuare a funzionare; si poggia su un team di esperti soci- responsabili ordini che hanno fatto la gavetta e che hanno appreso il mestiere in questi anni, attraverso la pratica e anche un po’ di teoria, infatti la data di fondazione del GAS è il 30 settembre 2021. Dopo un certo numero di ordini, alcuni soci hanno pensato di intensificare il messaggio solidale, ecologico, salutistico del Gas proponendo alle persone interessate alcune tematiche comunque legate al mondo dell’alimentazione. Quindi ha proposto ai propri aderenti, ma anche per tutte le persone interessate, un ciclo di tre con­fe­ren­ze/in­con­tri conviviali sul tema cibo. Durante il primo incontro il saggista Wolf Bukowski di Bologna ha tenuto un approccio teorico sulla “merce” cibo a cui è seguita una visita a un’azienda produttrice della Valchiavenna. Durante la seconda conferenza la bionaturopata Sara Tosi di Vicopisano ha tenuto una lezione su come deve essere il cibo sano alla quale è seguito un laboratorio esperienziale sui sapori e una degustazione con cibi preparati al momento con prodotti dei fornitori del GAS. Il terzo e ultimo incontro che si terrà sabato 17 maggio 2025 dalle ore 10:00 alle 12:30 presso la sala nuova della Società Democratica Operaia di Chiavenna in via Chiarelli 7, prevede la presenza di alcuni produttori locali (vedi lista sotto). Si tratta di una piccola, ma significativa rappresentanza della realtà provinciale. Le aziende presenteranno e spiegheranno la loro attività, la loro filosofia aziendale e metteranno in evidenza le loro difficoltà e i loro desiderata. Seguirà una semplice degustazione dei loro prodotti. William Vaninetti Aziende presenti: - Ditta Barelli, Samolaco: Maria Chiaravalli e Stefano Barelli – Prodotti caseari - Ditta La Muracca, Piuro: Alberto Bellomi – Piccoli frutti, miele, succhi, verdure sott’olio, erbe officinali - Ditta Hermau, Pianazzola – Chiavenna: Herman Maurizio – Prodotti viticoltura - Ditta La Frutteria, Forcola: Nicola De Petri – Piccoli frutti, succhi, verdure sottolio, mele, vendita piantine http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=56&cmd=v&id=25076 GAS Valchiavenna. Si fa presto a dire CIBO|Il nuovo Corso sull’alimentazione Se… nel 2023 e nel 2024 il Consiglio Direttivo del Gas Valchiavenna ha proposto, prima di tutto a socie e soci, ma poi a tutte le persone interessate, un breve corso di 4 lezioni sulla preparazione, la messa in opera e la gestione dell’orto casalingo- ecologico, in questo anno sociale l’iniziativa elaborata è nettamente diversa. Il kit “Cibo: si fa presto a dire…” è un progetto pensato su tre incontri inerenti il tema dell’alimentazione visto, però, da differenti punti di vista e da più angolazioni. Dall’introduzione del pieghevole: GAS Valchiavenna propone tre incontri per approfondire il tema del cibo. Argomento che ci riguarda tutte e tutti, giorno dopo giorno perché il cibo è il combustibile per vivere. Ma chi lo produce, con quali finalità? E come possiamo preparare il cibo in modo semplice e consapevole? E infine... ci sono produttori sul territorio che percorrono vie diverse rispetto a quelle della grande distribuzione? L’incontro di sabato 29 marzo avrà il suo focus nell’intervento di Wolf Bukowski che ci accompagnerà in un viaggio al centro dell’universo cibo. Lo farà attingendo anche ai contenuti del suo ultimo libro sull’argomento: La Merce che ci mangia. Seguirà un breve pausa ristoratrice e quindi la giornata si concluderà con la visita all’azienda agricola BARELLI di Samolaco. Il secondo incontro di sabato 12 aprile vedrà come protagonista la bio- naturopata Sara Tosi che introdurrà i presenti al tema “Il potere dell’alimentazione vitale”; per non limitare l’incontro alla sola teoria, seguirà una semplice degustazione preparata al momento, come esempio di quanto sostenuto. Nel terzo incontro di sabato 17 maggio, alcuni produttori locali delle aziende: Barelli, Hermau, La Muracca, La Frutteria ci parleranno della loro filosofia aziendale, di cosa e come producono, rispondendo poi alle eventuali domande dei presenti. In conclusione si potranno assaggiare alcuni loro prodotti, anche in questa occasione per dare sostanza all’incontro e non limitarlo alla sola fase teorica. Gli incontri si terranno il sabato mattina: 29 marzo, 12 aprile, 17 maggio, a cominciare dalle 10:00, presso la Società Dem. Operaja di Chiavenna. Agli interessati verrà inviato un apposito pieghevole per spiegare ed approfondire le modalità organizzative e per l’iscrizione attraverso la prenotazione, dal momento che i posti disponibili sono limitati. Il progetto è stato predisposto grazie all’importante contributo di: Circolino ARCI Valchiavenna, Nonsolomerce, Usciamo dal Guscio. I riferimenti a cui rivolgersi per la prenotazione sono i consiglieri del Gas Valchiavenna, in particolare: Daniela Fanetti - 347 5306519 e Toni Galli - 329 4556730 che hanno seguito più da vicino l’organizzazione del Progetto-Cibo. Gas Valchiavenna http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=56&cmd=v&id=25046 GAS Valchiavenna. L’orto per tutti…|Una proposta rivolta alle persone interessate ad una coltivazione sostenibile La finalità, la mission di un Gruppo d’Acquisto Solidale (GAS) è quella di creare con i propri soci, più consapevolezza, maggior coscienza dell’universo sociale, economico, produttivo, ambientale... che si nasconde dietro al semplice “oggi compro…”. Senza diventare fanatici e magari passare ore in negozio a decifrare le etichette… ma senza nemmeno farci prendere troppo per il… naso dalle grandi Corporation che in quanto ad espedienti pubblicitari, trappole psicologiche, soluzioni acchiappacitrulli dispongono di un arsenale infinito. Il Gas della Valchiavenna tratta unicamente prodotti alimentari, ma una volta formatosi il proprio abito mentale, il socio, meglio la socia ché sono in maggioranza le presenze femminili, risulta poi in grado di affrontare attrezzata le sfide dell’acquisto nei vari settori merceologici. Già il neo iscritto gode di un vantaggio immediato, dal momento che i produttori che costituiscono il panel dei fornitori sono stati selezionati nel tempo, anche attingendo all’esperienza degli altri gas, come quello seminale di Morbegno che ha superato i 20 anni di attività, rispetto al terzo anno di vita del Gas Valchiavenna. In generale si favoriscono i piccoli produttori, meglio se con la certificazione biologica, il che vuol dire, rispetto per la Madre Terra, corretto trattamento dei propri dipendenti, garanzia ecologica di cibo pulito, sano e buono. È costante anche l’attenzione ai piccoli produttori del nostro territorio per l’acquisto di mele, succhi, confetture, miele, alcuni tipi di verdure e di formaggi… E volentieri si accolgono le autocandidature dei produttori nostrani che rispondano alle finalità del gruppo. All’attività di routine: contattare l’azienda interessata, aprire l’ordine, raccogliere le richieste dei soci, effettuare l’ordine… fino alla distribuzione dei prodotti e il loro pagamento, il Gas Valchiavenna affianca altre piccole iniziative: la partecipazione a manifestazioni con altri gruppi, lo svolgimento di corsi aperti a tutti i cittadini... A questo proposito, per il secondo anno, viene proposto a tutte le persone interessate un breve corso di quattro incontri dedicato alla costruzione e alla cura di un orto casalingo: L’ORTO per tutti, TUTTI per l’ORTO Quattro incontri colloquiali tenuti da Rosanna Barbonetti -orticultrice per passione- e quindi portata a sviluppare, chiarire, approfondire il lato concreto e “spendibile sul campo” delle argomentazioni orticole. Rosanna ha già tenuto il corso per il Gas RetiOro di Cosio V. che ha riscosso un alto indice di gradimento… Gli argomenti che verranno affrontati e discussi con i partecipanti saranno: - il suolo, le sue risorse, i suoi abitanti, - mantenere e accrescere la fertilità del suolo, - la semina, la consociazione, le cure, - coltivazione in vaso, contrasto ai parassiti, irrigazione corretta. Il primo appuntamento è fissato per sabato 3 febbraio, alle ore 14:30, presso la “Salette delle Parole” della Società Operaia Democratica di Chiavenna. Per info, iscrizioni, varie ed eventuali, rispondono i soci del Gas Valchiavenna: - Maria Chiara Monini 340 6744763 - Villiam Vaninetti 348 7498543 Gas Valchiavenna http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=122&cmd=v&id=24772 Villiam Vaninetti. Orto casalingo… Sembra facile!|Inizia giovedi 9 marzo il Corso a Regoledo La vexata quaestio di cosa debba fare un Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) da “grande” attraversa da sempre il piccolo mondo associativo che rappresenta le variegate esperienze gasistiche, tanto più che sotto un cappello etico e valoriale che è abbastanza simile per tutti, poi ogni gruppo locale rappresenta un microcosmo a se stante. Con proprie regole di gestione interna, con fornitori scelti secondo logiche particolari che possono essere validissime per l’uno e invece discutibili per un altro, con formule organizzative le più fantasiose che si possano immaginare. Però poi… esauritasi la spinta emotiva iniziale, scemato l’entusiasmo di creare un organismo di persone “vive” che prima di entrare nel Gas, per lo più, nemmeno si conoscevano, una volta consolidato il panel dei fornitori e soddisfatti la curiosità e l’interesse per la scelta di cibi e prodotti che, difficilmente, si possono reperire nel punti vendita convenzionali… al duecentocinquantunesimo ordine qualche socio comincia a chiedersi: “È tutta qui la mission di un Gas?” cercare fornitori, prenotare, acquistare, consumare e fine...? Questo anche considerando che lo Statuto associativo, generalmente, presuppone ed elenca tutta un’altra serie di attività che si potrebbero svolgere sul territorio, iniziative di carattere culturale, informativo, animativo… Ma le scelte possibili sono talmente tante che solo la mancanza di fantasia e la pigrizia dei soci impediscono di inventarsi progetti e iniziative che si ritengano adeguati, nella specificità della propria concreta situazione locale. In sintesi, si tratta di scegliere se il GAS possa rappresentare un gruppo per il “cambiamento sociale”, oppure decidere/rassegnarsi a che tutta la vita dell’associazione debba svolgersi nel ristretto perimetro della compravendita di prodotti di consumo e non un metro oltre. Raramente la scelta si rivela facile, ché probabilmente ne deriverebbero aspre discussioni e scontri interni, inoltre molti soci hanno appena il tempo fisico per gli acquisti e le compere e comunque quelli che potrebbero essere disponibili, investono già in altri gruppi e associazioni di volontariato, i più diversi, il tempo e le risorse che intendono dedicare per attività di carattere civico, sociale, ecologico, umanitario, solidaristico… Il Gas RetiOro, che è tuttora impegnato a “gettare” solide fondamenta organizzative, non vive sicuramente queste problematiche, dal momento che è alle prese con il suo terzo ordine di prodotti, ma una puntatina per saggiare il vento che tira là fuori l’ha già pensata e organizzata. Nel frattempo ha “siglato” un primo accordo con un produttore caseario locale che applicherà una riduzione di prezzo sui prodotti acquistati dai soci gas; una formula che il Consiglio Direttivo conta di replicare con altri che vorranno fregiarsi del titolo di “Amici del GAS RetiOro”. Non potranno che venirne palesi vantaggi reciproci, sia per il produttore che per i soci. La puntatina in società, invece, è la proposta rivolta a tutte le persone interessate perché partecipino al corso “L’ORTO… naturalmente”. Si tratta di quattro incontri informativi, di scambio di idee e opinioni che si terranno a Regoledo (Cosio Valtelino) in preparazione dell’orto casalingo, appena la primavera farà capolino. Il debutto sarà per giovedì 9 marzo, inizio ore 20:30, e poi di seguito il 16, il 23 ed il 30 marzo. Animatrice delle serate sarà ROSANNA BARBONETTI, orticultrice per passione, che ha già tenuto corsi su temi “orticoli” ed è intervenuta in varie scuole a sostegno della costruzione di orti didattici. Gli argomenti affrontati nei quattro incontri saranno: - Il suolo, le sue risorse, i suoi abitanti: un aiuto per un orto migliore. - Mantenere e accrescere la fertilità del suolo. - La semina e la cura delle piante così da poter disporre a lungo di verdura fresca. - Coltivare anche in vaso, irrigare correttamente, contrastare i parassiti. Per informazioni e iscrizioni: Jessica 329 9335074, Villiam 348 7498543 http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=122&cmd=v&id=24513 Val Codera. 14° “Spirito di patata”|Prelibatezze dal sottosuolo Sabato 8 e domenica 9 ottobre a Codera, caratteristico borgo di granito raggiungibile da Novate Mezzola (SO) con un percorso panoramico di circa 2 ore di cammino, presso l’Osteria Alpina – partner dell’Associazione Amici della Val Codera odv, sita al centro del paese – cucinato con sapienza e nel rispetto della tradizione locale, questo splendido prodotto tipico della valle sarà presentato al vostro gusto in svariate ricette, così da farne meglio comprendere il sapore e la versatilità culinaria. A cena ed a pranzo degustazione di menù, tradizionali e non, dall’aperitivo al dolce, a base di patate di valle, appena raccolte nei campi di Codera: come aperitivo le bucce fritte di patata non deludono mai da anni! “Spirito di Patata” è nato infatti nel 2008 come diretta conseguenza dell’istituzione dell’Anno Internazionale della Patata da parte della FAO, teso ad evidenziare l’importanza di questo tubero nell’alimentazione umana mondiale. L’Associazione Amici della Val Codera, in quell’anno, le ha dedicato un importante convegno a Codera, convegno che ha raccolto una vasta partecipazione di relatori e uditori: il suo successo ci ha spronati a riproporre ogni anno una festa particolare dedicata ai preziosi tuberi, chiamati in dialetto Tartìfui. La “Due giorni della patata”, oltre alla degustazione dei menù, prevede una piccola esposizione di patate locali e non, visite ai magazzeni di conservazione ed una dimostrazione sul campo di raccolta. In occasione del 40° anno di attività dell’Associazione, chi salirà a Codera per la festa non potrà che apprezzare anche i momenti di canto corale del coro La Brughiera di Casorate Sempione (VA), il cui C.A.I. è legato da anni alla nostra valle, a seguito dell’installazione del bellissimo bivacco in Val Ladrogno, sottoposto in agosto ad importanti lavori di manutenzione che l’hanno reso ancora più accogliente! Cosa aspettate? Siete tutti invitati a partecipare! Associazione Amici della Val Codera odv www.valcodera.com Indispensabile la prenotazione per i menù degustazione Osteria Alpina 0343 62037 – 3381865169 Associazione Amici della Val Codera 3398158328 – info@valcodera.com http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=56&cmd=v&id=24335 Un tranquillo weekend di… Mercatino della Buona Terra -primavera-|A Morbegno, piazzetta Arengario, sabato 7 maggio, dalle 9:30 alle 17:30 Il secondo Mercatino della Buona Terra, il primo lo abbiamo tenuto l’ottobre scorso, rappresenta una delle ultime azioni del Progetto interassociativo che, il gruppoperativo del GAS ha voluto chiamare “Usciamo dal Guscio”. È stato il tentativo, con il poco che ancora rimane da fare prima della chiusura di giugno, di un piccolo gruppo di soci di uscire dalla logica ritualistica dell’acquisto prodotti, smistamento, consegna, pagamento… che rappresenta la ragione sociale del GAS (gruppo di acquisto solidale), ma che, alla lunga, per alcuni può configurarsi come un’attività scontata e ripetitiva. I Mercatini, così come “Il mistero del fagiolo perduto”, la fondazione del GAS di Valchiavenna, “Il Giardino degli alberi dimenticati” sono state le azioni pensate, progettate ed in gran parte realizzate sotto l’ombrello di “Uscire dal Guscio”. Questo secondo Mercatino segue le tracce della prima, riuscita edizione con la presentazione di produttori e di piccoli artigiani che rappresentano quel Nuovo Mondo economico che vuole ricercare il proprio sostentamento senza inquinare, devastare, succhiare dalla Terra ogni suo succo da trasformare in moneta sonante e diversi di loro sono già fornitori del nostro GAS. Alcuni possiedono la certificazione biologica, altri sono in conversione per averla, altri ancora sono biologici di fatto; non tutti i produttori e i piccoli artigiani che abbiamo interpellato hanno potuto dare la propria disponibilità, soprattutto a causa di impegni già assunti in precedenza, ma se anche questa seconda edizione si rivelerà ben riuscita non è detto che non ci si riprovi, una terza volta in autunno. Nel frattempo un tecno-socio si è messo all’opera per creare una pagina web dedicata all’evento… per conoscere gli espositori in anteprima: Mercatino della Buona Terra. Non ci siamo dimenticati dei bambini che potranno partecipare alle animazioni creative proposte dalla fattoria didattica SEMPREVERDE. L’ultima ora ce la suoniamo e ce la cantiamo insieme con The LONER rodata e affiatata band locale in classica formazione chitarra/basso/batteria, ma con il “bonus” Bruna Mazzucchi - voce. Il resto deve fornircelo Giovepluvio, in versione extra-dry.* Villiam Vaninetti GruppOperativo Usciamo dal Guscio * Il mercatino era stato inizialmente previsto per sabato 23 aprile e poi rinviato al 7 maggio a causa del maltempo. http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=122&cmd=v&id=24199 Maria Lanciotti. Progetto “Pachamama”|Orti urbani a Ciampino (Roma) La troviamo senza cercarla, e senza sapere che esiste, seguendo ‒ a piedi ‒ il percorso ciclabile. Un paio di cartelli su una bassa recinzione ed è la scoperta di una realtà ciampinese che allarga il respiro e gli orizzonti. “Pachamama”, in via Marcandreola, all’altezza del civico 38, invita a rallentare il passo per arrivare agli ‘orti urbani’ in aperta campagna. Siamo all’Acqua Acetosa, località nota in passato per la sorgente d’acqua dalle proprietà gustose e benefiche ‒ da cui la zona prende nome ‒ dove accanto alla fonte c’era un alimentari con i filoni di pane marinese sempre appena sfornato e nei paraggi l’osteria ‘Grappolo d’oro’ in cui si mangiava al sacco e l’oste ti serviva il vino fresco di grotta, mentre lo sguardo si perdeva nella distesa dei vigneti assolati ai piedi dei Colli Albani. Un paesaggio completamente trasformato in brevissimo tempo dall’edilizia residenziale, tuttora attiva e in espansione, ma ancora vivo e brillante nella memoria dei vecchi castellani. Pachamama o “Madre Terra” ‒ che riporta alla mente il capo Ichu e la festa della comunicazione, Rimanakuy, che nei primi anni Duemila si svolse per più stagioni nei campi allestiti principalmente ai Pratoni del Vivaro per apprendere usi e costumi delle popolazioni andine ‒ ci parla di una storia bella iniziata con la nevicata anomala del 2012 e dei suoi sviluppi. Una nevicata che presto rimodellò tanti scenari, incuriosendo un giovane che osservava dalla finestra della sua camera l’abbagliante fenomeno portandolo a riflettere sul destino degli ultimi campi incolti e l’utilizzo che se ne poteva fare, potendosi riaccordare con la natura e le sue leggi e con la profonda cultura contadina propria del nostro popolo. Ed è così che prende vita il progetto “Pachamama”, ideato e organizzato da Alessandro Francesco Pernice, lavoratore autonomo e ‘zappatore’ per passione, e promosso dalla Fondazione Il Campo dell’Arte. Il momento era propizio, un po’ ovunque nascevano iniziative e progetti legati al recupero della terra e ai vantaggi delle coltivazioni, al piacere di seminare e produrre riprendendo i ritmi delle stagioni. E su tale stimolo si concretizza nella primavera del 2012 la visione di Alessandro, che subito si adopera per convertire in orti i campi a pascolo che già da ragazzo amava abitualmente frequentare. Raddrizzate e rattoppate recinzioni, arrangiato un capanno per gli attrezzi, scavato un pozzo e ricavato l’impianto per l’irrigazione, preparato il terreno e frazionati gli orti di 50 m2 ciascuno, si parte con l’offerta tramite volantini e comunicati, cui subito aderisce un bel gruppetto di aspiranti coltivatori e nella primavera del 2012 si dà il via ai lavori. Non tutto fila liscio, ostacoli e difficoltà non mancano, inevitabile qualche errore, ma sbagliando s’impara e la terra vuoi o non vuoi t’innamora, e tra chi rinuncia sconfitto e chi invece s’attacca al suo orticello anima e corpo, la piccola comunità cresce in salute e si moltiplica fino ad occupare tutti gli spazi disponibili, una cinquantina. Una impresa impegnativa e rischiosa ma assolutamente vincente, che festeggia quest’anno il suo decennale. Questo più o meno quanto esposto sul sito e la storia ci piace tanto che ci spinge a recarci sul posto per saperne di più. Attraversato un vicoletto inseguiti dall’abbaiare di cani guardiani e superato il cancelletto interno che porta agli orti, disposti in due file separate da un viottolo, si viene afferrati da una sensazione di vitalità che è pura pace e ristoro. Incontriamo persone intente a curare i loro ortaggi e altre che arrivano o se ne vanno, e subito s’instaura un cordiale scambio, sollecitato dalla nostra stessa curiosità e interesse per l’insperata circostanza che riporta al formarsi delle prime collettività multiregionali nelle borgate ciampinesi, quando la gente si scambiava semi e ricette e tradizioni, esperienze e fallimenti e consigli, e l’aiuto reciproco all’occorrenza. E spontaneamente le persone si raccontano, quasi ricercando ognuno in se stesso i motivi per cui si trova a faticare sui campi invece di godersi, come spesso si riscontra, l’affrancamento dal lavoro con il pensionamento. Poche domande, come e perché hanno fatto questa scelta, come sono venuti a conoscenza di tale opportunità, quale la loro attività precedente o collaterale, quali le future intenzioni sul continuare o lasciare, e il discorso va da sé. Pierino vive a Roma Cinecittà: “Mi sono informato su internet, se ne trovano diverse di offerte simili. Qui mi piace e mi è comodo. È stato quando sono andato in pensione, io lavoravo in banca. Inizialmente non ne sapevo niente di orto e coltivazioni, poi piano piano ho cominciato a prendere la zappa. Mia moglie Paola mi aiuta, nemmeno lei ne sapeva niente, poi si è appassionata”. Paola, anche lei in pensione, conferma: “Ho conosciuto il contatto con la terra, dopo 42 anni di lavoro chiusa in ufficio. È tutta un’altra vita, mi piace”. “Siamo tante categorie miste di lavoratori, per lo più in pensione, e ci ritroviamo qui nel tempo libero. Io abito a Morena, qui ci arrivo a piedi”, il commento rilasciato in corsa da un bel signore abbronzato. “Io ero addetto al ricevimento alberghiero, interprete di tedesco e inglese” ci racconta Virginio, residente in Via Mura dei Francesi. “Sono nato da famiglia contadina a Staffoli, un paesello di tre case in provincia di Rieti, e a sedici anni sono partito per la Svizzera, dove ho studiato e lavorato con soddisfazione. Ma le mie origini restano contadine. Questo posto l’ho trovato con i cartelli pubblicitari e cercando su internet, l’uno e l’altro”. Marina, della zona Mura dei Francesi: “Vengo qui da tanto tempo, avevo saputo di questi orti tramite conoscenti. Veniamo qui con mia figlia e per due anni ci occupiamo noi dell’orticino. Io facevo la tappezziera. Poi mio marito va in pensione e il lavoro lo porta avanti lui. E noi gli diciamo: fai tu. Mio padre era di Caserta, viene a Ciampino e prende un bel pezzo di terra in Via Quarto Sant’Antonio, dalle parti di Frattocchie. Portava le verdure ai nipotini e tutti noi dietro a lui. Noi abbiamo mangiato sempre i prodotti dell’orto”. Fabio, di Via Torre di Morena: “Ho questo pezzetto di terra da 5 anni. Mi trovo benissimo, ci conosciamo un po’ tutti, nessun tipo di problema, nemmeno da fuori: quello che uno pianta ci ritrova. Io ho fatto tanti lavori: responsabile di magazzino, autotrasportatore, seguivo il Gruppo ricevimento e distribuzione elettrodomestici ed elettronica. Mai a che fare prima con la terra, non sapevo come era fatta una pala, sono diventato esperto facendo sbagli. Vengo qui la mattina presto, lo stesso orario di quando lavoravo. Qui sono libero”. Tommaso, il marito di Marina, nel frattempo impegnato a irrigare l’orto: “Io ho lavorato ai Fratelli Spada dal 1970 al 2009, quando sono andato in pensione un anno prima che cessasse l’attività dello stabilimento in via Lucrezia Romana. Ero litografo, categoria mettifoglio. Stampavo rotative da 48 pagine, una tecnologia allora all’avanguardia. Il fondatore dell’Azienda, Giuseppe Spada, era un buon datore di lavoro, riconosceva e premiava il merito, quando c’era. Morto lui e subentrati gli eredi tutto è saltato”. E così via, e quello che più stupisce è che a ricercare la terra siano più i professionisti, dilettanti in materia ma volenterosi d’imparare, che non contadini di nascita o di mestiere. Un richiamo forte, quello di Madre Terra, cui non si sfugge e più si fa sentire quando è messa a repentaglio la sua produzione che è la nostra sopravvivenza, come nel catastrofico momento epocale che si sta attraversando. La terra si rigenera di suo, se lasciata in pace a ricostituirsi dopo le infinite imperdonabili offese inferte dall’ignoranza e ingratitudine umana. La terra non ha certo bisogno di noi e della nostra opera inconsulta e distruttiva, ma siamo noi a dipendere dalla terra e dai suoi frutti che invece mandiamo in malora, e questo ce lo ricorderanno i nostri figli e le generazioni future quando forse torneranno a coltivare gli orticelli di guerra, e non per hobby ma per stretta necessità, come avviene in tante parti del mondo martoriate da conflitti insanabili e danni collaterali incalcolabili, che però non destano attenzione finché non riguardano direttamente. Maria Lanciotti (da castellinotizie.it, 27 marzo 2022) http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=122&cmd=v&id=24178 Villiam Vaninetti. Mercatino della Buona Terra|A Morbegno il 23 ottobre Un po’ come le nespole sulle piante ancora verdi di foglie, sta maturando a Morbegno il Mercatino della Buona Terra che si terrà appunto a Morbegno, piazzetta Arengario, sabato 23 ottobre, dalle 9:30 alle 17:30. Se il primo Mercatino di cui si abbia memoria storica si è tenuto a Chiavenna nell’ottobre 2015, all’interno di un progetto sull’agricoltura ecologica e sociale il cui capofila era il WWF, questo lo tiene il GAS Morbegno, con l’appoggio del neonato GAS di Valchiavenna, all’interno di un progetto sempre sull’agricoltura ecologica e pulita e sul recupero delle varietà colturali tradizionali che vede come capofila gli Amici della Valcodera… per pura casualità fra gli organizzatori in carne ed ossa ci sono anche quelli del 2015. Seguendo i princìpi con cui è stato predisposto il Progetto, gli espositori, i produttori, i piccoli artigiani, le Associazioni… rappresentano quel Nuovo Mondo economico che vuole ricavare il proprio sostentamento senza inquinare, devastare, succhiare dalla Terra ogni suo succo da trasformare in moneta sonante. Alcuni fra loro hanno la certificazione biologica, altri sono in conversione per averla, altri ancora sono biologici di fatto; non tutti i produttori e i piccoli artigiani che abbiamo interpellato hanno potuto dare la propria disponibilità, soprattutto a causa di impegni concomitanti già assunti, ma, se questa prima edizione si rivelerà ben riuscita, siamo già pronti per un replay a inizio primavera. Le patate della Valcodera e di Starleggia, i fagioli di Bema, lo zafferano e la canapa valtellinesi, così come il formaggio bovino e caprino, il miele, il vino saranno alcuni dei prodotti che i cittadini interessati potranno provare ed acquistare, insieme ad alcune produzioni artigianali di rame, legno, feltro… L’ultima ora ce la suoniamo e ce la cantiamo con gli Xeres bros. E Max Marchesi alla chitarra e voce, nel trio Bluebirds. Dal momento che il “pacchetto” verrà chiuso solo il venerdì 22 alle 23:59… stiamo ancora lavorando per ampliare la platea degli espositori e soprattutto per mettere in campo alcune iniziative dedicate ai bambini, ché non debbano annoiarsi mentre i loro genitori bighellonano fra una bancarella, un gazebo… Villiam Vaninetti http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=122&cmd=v&id=23976 Mercatino agricolo per sviluppare filiere locali|A Chiavenna il 24 aprile Sabato 24 aprile in piazza Bertacchi a Chiavenna si terrà il primo mercatino agricolo anche con la partecipazione di qualche artigiano. Lo sviluppo di filiere locali è una delle iniziative previste nel progetto “Recupero di antiche varietà colturali di Valchiavenna e Bassa Valtellina” che vede come capofila l’Associazione Amici Val Codera, e partner attivi Legambiente Valchiavenna e Gas CamBìo Morbegno. Le associazioni che saranno presenti con i loro stand informativi per promuovere le antiche varietà da loro coltivate durante la bella stagione e che saranno disponibili nelle edizioni autunnali del mercatino. I prodotti che verranno raccolti dopo l’estate potranno essere prenotati anche durante la manifestazione di aprile. Gas CamBìo presenterà alcuni prodotti dei propri fornitori anche per incentivare la nascita di una GAS in Val Chiavenna. Si concretizzerà così il proposito del progetto di non concentrarsi solo sulle antiche varietà, ma anche di sviluppare filiere locali per una vendita diretta di piccoli e medi produttori agricoli, ma anche artigiani, della provincia di Sondrio e altri territori limitrofi: questo è un obbiettivo condiviso anche dall’associazione provinciale Asseval, associazione che che riunisce piccoli agricoltori e promuove l’Ecoturismo sul territorio e che parteciperà al mercatino. Voglia di promuovere un certo tipo di consumo attento al km 0, ma anche al consumo di alimenti più sostenibili con un occhio di riguardo quando possibile all’inclusione sociale. Legambiente dichiara: “Prediligere cibo che viene prodotto a pochi km di distanza significa sostenere l’agricoltura locale che è custode del nostro paesaggio e agevolare uno sviluppo della nostra provincia che dia spazio all’agricoltura, comparto produttivo che si contrappone ad un modello di sviluppo che si basa sulla continua costruzione di infrastrutture e grandi opere. Si otterranno degli impatti maggiormente positivi sull’ambiente se l’agricoltura sostenuta è su piccola scala”. Saranno presenti bancarelle di formaggio, miele, marmellate e di altri prodotti e inoltre una bellissima esposizione di cereali Alpini autoctoni e alpini, Segale, Grano Saraceno, Orzo, Panico, Miglio, Frumenti, le patate rare e fagioli. Sono state invitate anche alcune bancarelle di artigiani perché la produzione artigianale è un modello di produzione che premia la qualità, le relazioni sociali, le risorse (in questo caso non agricole) che sono presenti sul territorio, e un saper di un territorio che deve essere mantenuto. Inoltre il Mountain Man Ranch della Valchiavenna, presente alla manifestazione, permetterà ai bambini di conoscere il mondo dei poni e organizzerà divertenti mini-passeggiate per i più grandi. Gli organizzatori comunicano che “Come associazioni ci siamo impegnati in prima linea nelle coltivazioni e siamo consapevoli che il nostro compito sia anche quello di promuovere lo sviluppo di pratiche alimentari più sostenibili e di creare filiere corte in collaborazione con i piccoli produttori del nostro territorio”. I mercatini locali sono una modalità di consumo più sostenibile ma non esaustivo, ad esempio altre modalità sono l’acquisto alle botteghe del mercato NonsoloMerce, diminuire il consumo di carne, diventare soci di un Gas…. Consumare meno, consumare meglio, premiare con le proprie scelte, cioè con i propri soldi, chi produce nel rispetto di Madre Terra, chi tratta con equità i propri dipendenti, chi promuove inclusione di persone “deboli” e svantaggiate… ecco il profilo del cittadino consum-attore che speriamo di incentivare sabato 24 aprile. Noi siamo lì e speriamo di vedervi in tanti. Per Amici Val Codera Lorenza Tam (Legambiente) Paola Passerini (GAS CamBìo) http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=122&cmd=v&id=23751 Renato Ciaponi. La forza dei cachi Non so quando le prime piante siano arrivate in Valtellina. Ma ho ricordi precisi di quando ero bambino (anni cinquanta) e osservavo sempre con interesse quelle piante adornate da belle palle color arancio, quei rami esili, privi di foglie, che le tenevano ancorate senza farle cadere. Sembravano alberi di Natale. La mia famiglia non aveva piante da frutta. Il nostro spazio fuori casa era molto ridotto. Ricordo un terrazzo, sotto una pergola di uva americana, un piccolo orto e uno spazio per giocare. Ma c’era sempre un vicino, un parente, che ogni tanto portava qualche piccola cesta di frutta colta da quelle piante che tutti i contadini tenevano in fondo alla vigna, a lato dei prati. Piante spesso selvatiche che non richiedevano cure particolari, producevano frutta sana, senza necessità di prodotti chimici. Oggi la definirebbero biologica. Erano ciliegie, prugne, pere, fichi. Poi ai morti arrivava anche la mia cesta preferita, quella dei cachi. Ricordo la dolcezza, le labbra e le dita sporche di arancione. Ricordo i semi che noi bambini cercavamo e aprivamo sempre come se all’interno ci fosse la sorpresa Kinder. Già, perché all’interno del seme che aprivamo delicatamente con un coltellino, si presentava un germoglio che poteva avere forme diverse: un cucchiaio, una forchetta, un coltello. Mio padre raccontava che le credenze popolari dicevano che ogni forma aveva un significato particolare: il cucchiaio prevedeva tanta neve da spalare, la forchetta indicava un inverno mite e il coltello avrebbe portato un freddo tagliente. Noi bambini mettevamo poi il nostro frutto in una tazza della colazione, e con un cucchiaio mangiavamo prima la gustosissima polpa poi la buccia e alla fine il cucchiaio o il dito cercavano gli ultimi rimasugli fino a lasciare la tazza perfettamente pulita. Alcune volte la mamma ci dava anche delle castagne cotte e allora la dolce succosità del caco e la morbidezza della castagna si fondevano in una piacevolezza particolare. Ancora oggi in Valtellina i cachi colorano di arancione le umide giornate autunnali, ma a differenza di tanti anni fa, spesso i frutti rimangono per tutto l’inverno alla mercé degli uccelli, senza essere colti. Forse per la scomodità di frutti troppo in alto, per la fragilità dei rami che non permettono di salire sulla pianta, per la necessità di utilizzare lunghe scale. O forse anche perché non più apprezzati con gioia dai bambini ormai abituati ad altri sapori. Ma è giusto ricordare che si possono cogliere i cachi, anche nelle parti alte degli alberi utilizzando strumenti appropriati come il “coglifrutta”. Un lungo manico, comandato alla base, che termina con due “mani” che staccano i frutti dalla pianta senza schiacciarli. Va anche ricordato che gli anziani consigliano di coglierli presto, quando sono ancori duri, conservandoli e facendoli maturare poi in cassette senza sovrapporli, in luoghi asciutti e freschi, per averli più belli, senza appassimenti della buccia. Il caco è un frutto speciale. Energizzante, diuretico, lassativo, ricco di vitamine A, C e B, sali minerali, soprattutto potassio, calcio, fosforo, rame. Protegge anche il cuore e aiuta ad abbassare il rischio di malattie cardiovascolari. Ricco di antiossidanti, fibre e minerali, previene infatti l’aterosclerosi coronarica. Dimostrate pure le virtù depurative, epatoprotettive e quelle di abbassare il colesterolo. Ultimamente è stata segnalata anche, grazie alla presenza di tannini, la grande utilità nella difesa immunitarie riducendo l’infettività del Coronavirus. Secondo “i risultati dei test condotti da un gruppo di ricerca della Nara Medical University della città di Kashinara, in Giappone, i tannini dei cachi sarebbero efficaci per indebolire l’infettività dei campioni di coronavirus presenti nella saliva”. Nei loro test, i ricercatori “hanno aggiunto un’alta concentrazione di tannini di cachi a un campione di saliva umana contenente virus CoVid-19, rinvenendo, dopo appena 10 minuti, che l’infettività del virus si era ridotta a un decimillesimo del grado iniziale”. Pur ovviamente prendendo l’informazione con cautela, rimane il fatto che la presenza di vitamina C e di betacarotene è sicuramente efficace per migliorare le difese immunitarie. Ultima cosa. I cachi possono essere anche utilizzati in cucina, nella preparazione soprattutto di dolci, torte, budini, confetture. Ottimi in abbinamento con il cioccolato. Ma non solo dolci, anche altri piatti. Vi suggerisco una ricetta originale e gustosa: risotto, cachi, gorgonzola e noci. Preparate il solito risotto, con il trito di cipolla, la tostatura del riso, la spruzzata di vino bianco e la cottura lenta nel brodo aggiunto piano piano. Terminata la cottura, a fuoco spento aggiungete la polpa frullata di 2 cachi, mantecate bene con il gorgonzola e alla fine, nel piatto, aggiungete alcuni gherigli di noci e alcuni ciuffetti di caco frullato. Vi assicuro un ottimo risultato. Buon appetito. Renato Ciaponi (dal Blog Il gusto del gusto, 22 dicembre 2020) http://www.tellusfolio.it/index.php?lev=56&cmd=v&id=23566