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Metti una sera con Zichichi 
Conferenza a Poschiavo dello scienziato Antonino Zichichi sui temi dell’energia
Il pubblico durante la conferenza del prof. Zichichi
Il pubblico durante la conferenza del prof. Zichichi 
14 Ottobre 2006
 

  In quanti potrebbero pensare che una conferenza di uno dei più grandi fisici del mondo possa essere più appassionante e stimolante del solito reality serale? Non molti purtroppo. Una opportunità non colta, quella offerta dal Centro Studi Energia del Polo Poschiavo in collaborazione con Rätia Energie e con il sostegno del Comune di Poschiavo, che avrebbe potuto e dovuto muovere folle da stadio. Così non è stato: il piccolo Teatro Rio di Poschiavo era tutto esaurito ma non stracolmo in rapporto alla portata dell’evento; una serata incredibilmente piacevole che ha dato molto ai presenti (di cui circa un centinaio, tiranesi). Il titolo apparentemente ostico “Hiroshima culturale e Supermondo” si è poi rivelato, grazie anche alla fluida e lineare dialettica del professor Antonino Zichichi in tutta la sua disarmante semplicità: «Viviamo come se la Scienza non fosse stata mai scoperta. La cultura dominante ha confuso il vero e il falso producendo un clima che - cinquant’anni fa - Enrico Fermi definì Hiroshima Culturale: abbiamo una inesauribile fonte di energia accompagnata da apocalittici incubi e foriera di ineludibili sciagure (la fissione nucleare) bisogna conoscerla per vincerla; la strada migliore è la promozione della Cultura Scientifica». Sostiene l’Associazione Polo Poschiavo nella sua nota introduttiva.

«Io sono» ha esordito il prof. Zichichi, «come sapete, italiano e dico ai miei concittadini che l’Italia paga l’energia necessaria per sopravvivere, il 30% in più di altri Paesi. Qui in Svizzera l’energia costa il 30% in meno dell’Italia, perché? Perché, l’Italia, la patria di Enrico Fermi ha rinunciato all’energia nucleare. Ma che cos’è l’energia nucleare? È un fuoco nucleare di pace, una delle più grandi conquiste dell’intelletto umano che purtroppo è entrata nella storia con due tragedie: Hiroshima e Chernobyl, che sono insulti alla scienza, non sono il risultato del progresso scientifico. Che cosa ha fatto Enrico Fermi, a Chicago nel 1942? Usando l’uranio naturale è riuscito ad accendere il primo fiammifero nucleare della storia. Un’impresa incredibile… immaginate voi di avere uno strumento dove, mettendo un franco svizzero, esce fuori un panino, e a fianco un altro strumento dove, sempre con un franco svizzero, escono un milione di panini. Quale strumento scegliereste? Questo vuol dire fuoco nucleare di pace... fuoco di civiltà. L’alba della civiltà possiamo farla risalire a circa 10.000 anni fa. Fra 10.000 anni quando non ci sarà più carbone, petrolio, gas, legname... è fuori discussione che l’uomo vivrà grazie all’energia nucleare, tutto il mondo ve ne farà ricorso. Adesso siamo in cronaca, ma quando sarà scritta la storia del mondo, Enrico Fermi sarà considerato uno dei più grandi intelletti della storia del mondo».

Ma le scorie? Hanno osservato dalla platea durante il dibattito finale.

«L’incubo delle scorie è il frutto ancora di quell’Hiroshima culturale scatenato dai fenomeni di psicologia di massa, ben noti a chi detiene il potere», ha ribadito Zichichi. «Non esiste un problema di scorie, non è mai esistito. Si può costruire una macchina in grado di distruggerle, azzerarle, non è una grande scoperta, si spezzano i nuclei e il problema non esiste più. Ma fino a quando si sottraggono risorse alla ricerca scientifica per finanziare la ricerca dell’acqua su Marte (che se ne possono mai fare dell’acqua di Marte, che fra l’altro non c’è come non c’è nient’altro) saremo sempre fermi al palo».

E le energie alternative? ha chiesto qualcuno dal pubblico

«L’eolica dove c’è la stanno smantellando, è rumorosa e ha un impatto ambientale devastante, il fotovoltaico o il solare producono in rapporto ai costi, quantità risibili di energia e infinitamente piccole rispetto al nucleare. L’idrogeno ha un grande vantaggio, non inquina, ma per produrlo occorre più energia di quella che restituisce».

Il rischio disastro ambientale? ha chiesto uno dei presenti.

«Oggi si usano uranio e plutonio per far funzionare le centrali, elementi il cui controllo comporta una certa criticità in quanto sono “autoaccesi”, ma un domani si potrebbe usare il torio, assolutamente sicuro in quanto occorrono agenti esterni per tenerlo acceso e quindi di facile disattivazione».

E il pericolo terrorismo?

«Per la loro conformazione e compattezza le centrali sono dei complessi facilmente difendibili» ha ribadito più volte Zichichi.

Una domanda di attualità politica, e cioè come giudica la scelta italiana della rinuncia al nucleare, ha avuto una risposta netta: «Un suicidio economico. Un errore madornale. Eravamo i primi al mondo. Avevamo i migliori cervelli. Ora ne siamo fuori e non possiamo far altro che acquistare energia da chi la produce con il nucleare a pochi chilometri da noi».

Zichichi ha poi raccontato i passi che la scienza ha compiuto per tentare di svelare i segreti della “logica della natura”. Centinaia e centinaia di anni per capire la ruota, il fuoco, la luce, il sole. Per capire i misteri dello spazio e del tempo, per capire la logica – come dice Zichichi di Chi ha fatto il mondo. Una impresa impossibile, se ancora oggi nessuno «sa spiegare come mai una rondine e un sasso dello stesso peso contengano lo stesso numero di atomi ma l’uno è animato e l’altro no: come e in che modo è avvenuto questo passaggio? E fra gli esseri animati come e perché solo l’uomo è dotato di ragione, cioè di un linguaggio in grado di evocare la memoria collettiva ed una logica scientifica?»

Lei crede in un disegno intelligente? hanno chiesto dalla sala.

«Io studio la logica della natura» ha risposto Zichichi «e credo che questa logica abbia un Autore. Io compio un atto di fede nei confronti di questo Creatore. L’ateo dal canto suo sostiene che questa logica è frutto del Caos, in sostanza compie un atto di fede nei confronti del nulla».

Il prof. Zichichi ha concluso con un appello a tutti, evidenziando la possibilità che ciascuno di noi ha, anche influenzando la sfera politica, di sostenere il primato della scienza e di far emergere le verità scientifiche troppo spesso spazzate via dall’Hiroshima culturale dilagante.

A prescindere dalla condivisione o meno delle riflessioni del prof. Zichichi, un plauso agli organizzatori per essere riusciti a portare in questo angolo sperduto di civiltà una delle menti che tutto il mondo ci invidia.

 

Fulvio Schiano

(da Tirano & dintorni, ottobre 2006)


Foto allegate

Antonino Zichichi
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