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Genova, “Onde gravitazionali”: un successo la performance di Roberto Malini
19 Giugno 2016
 

Genova – Il 17 giugno, si è tenuta a Genova, presso La Passeggiata Librocaffè, nel centro storico, l’esperienza di poesia, musica, danza e scienza “Onde gravitazionali”, nell’àmbito del Festival Internazionale di Poesia di Genova. La nuova performance di Roberto Malini, accompagnato dal gruppo musicale Space Yantra, era molto attesa, annunciata dai media locali sia per il suo contenuto di innovazione, sia per l’evento “cosmico” avvenuto nei giorni scorsi e che ha visto alcuni versi del poeta partire per un viaggio verso l’infinito, trasmessi dalle potenti antenne di un osservatorio astronomico nel Wisconsin, nell’ambito del lavoro che Roberto Malini svolge all’interno dell’IPNSIG (Interplanetary Networking Special Interest Group), gruppo di ricerca organizzato della Nasa per creare un sistema efficiente per la comunicazione di dati su scala interplanetaria.

Dopo una foto di gruppo con i saluti di Barbara Garassino a nome del Festival genovese, hanno introdotto la performance il fisico teorico Andrea Levi – docente di Fisica dei Solidi e noto scrittore – e il fisico-libraio Fabio Caccia, con importanti digressioni sulla meccanica quantistica, il tempo e l’eternità. Suggestivo il cartone animato presentato da Fabio Caccia e dedicato al paradosso del gatto di Schrödinger. Andrea Levi ha illustrato sapientemente alcuni aspetti legati al fenomeno delle onde gravitazionali, captate per ben due volte, recentemente, dagli interferometri laser di Ligo, negli Usa.

L’esperienza di poesia multidimensionale presentata da Malini è iniziata con il “planetario sonoro” creato da Emanuele Milletti, Nico Antwerp e Nadeshwari Joythimayananda, percorso dal suono delle onde gravitazionali integrato in un ambiente di sonorità avvolgenti, che rappresentavano il progetto sonoro dell’universo come lo conosciamo attualmente. Quando il poeta ha iniziato a interpretare i versi tratti dalla sua raccolta Il giardino dei poeti quantici e da alcune composizioni inedite, si è subito creata una rete vibrante di energia ed empatia fra lui, i musicisti e il pubblico. Cito qui una recensione scritta dal poeta e critico letterario Alberto Figliolia, che qualche anno fa ha descritto una performance di Roberto Malini: «Malini al microfono è un’esperienza imperdibile. Non è usurpato parlare di ‘paesaggi sonori e galassie di significati, reconditi e impliciti, perciò maggiormente atti a radicarsi… fra la visione delle particelle di materia e delle radiazioni che offre la meccanica quantistica e la necessità di modificare il punto di vista del poeta e l’uso delle parole nelle composizioni, per superare la percezione cosciente del linguaggio da parte del lettore/spettatore e raggiungere, risvegliandoli, centri percettivi non completamente consci e, dunque, terreno di scoperta e di evoluzione. La lettura di Roberto Malini è caratterizzata da continue variazioni di ritmo e intensità della voce, parole sottolineate da echi, riverberi e riflessi… e poi il sussurro, il soffio, la nenia, la cantillazione e il canto… l’uso innovativo del kirtan, il canto dei mantra e le valenze degli spazi bianchi di silenzio». Il fenomeno si è ripetuto venerdì e, senza dilungarmi, è sufficiente citare alcune considerazioni che ho raccolto fra gli intervenuti, che hanno riempito la sala, per raccontare un pomeriggio indimenticabile: «Questa poesia è qualcosa di nuovo», ha commentato uno studente universitario, appassionato lettore di poesia, «qualcosa di così intenso da turbare e affascinare. Ho ancora il batticuore, un sentimento che la perfetta sintonia fra il poeta e i musicisti ha amplificato». Federica, musicista, ha detto che «Roberto usa la voce come non ho mai sentito fare, raggiungendo infinite intensità e variazioni, che sottolineano il potere e il mistero della parola. Non si può definire ‘reading’ un evento così e neanche ‘spettacolo’. Serve una parola nuova». Alberto, grande attore di teatro, ha commentato l’evento con espressioni ammirate: «Faccio tanti complimenti al poeta, che insieme al gruppo musicale ha compiuto una grande magia». Qualcun altro era turbato, affascinato dal ritmo della lettura-concerto – definito “dionisiaco” dal musicista Emanuele Milletti – ma contemporaneamente «trafitto o forse risvegliato nel profondo della mente e della coscienza da un linguaggio che non ha precedenti, eppure abbraccia tutta la storia universale, da molto prima del linguaggio fino all’entropia della parola». Il partigiano Ivano Piazzi, detto “Lupo” si è emozionato profondamente durante l’intera performance, che poi ha commentato così: «Ho assistito oggi allo spettacolo “Onde Gravitazionali”: una cosa meravigliosa!». “Lupo” ha esteso i suoi complimenti – come hanno fatto tanti, fra il pubblico che ha affollato la sala e applaudito lungamente l’esperienza – ai musicisti, alla “danza gravitazionale” eseguita dalla bravissima Nadeshwari Joythimayananda, agli interessanti interventi dei due fisici e alle letture che hanno concluso un pomeriggio da incorniciare, i cui protagonisti sono stati Daniela Malini, Mauro Milani e il sottoscritto.

Qui di seguito, tre versi di Roberto Malini che rappresentano secondo me un vero e proprio quadro cosmico-archetipico, un’immagine che si installa poderosamente nella nostra coscienza, ma che non si accontenta della ragione analitica come strumento di percezione.

Grazie all’occhio turchese 

l’universo a metà esce dalle lamiere 

portando caravelle portoghesi. 

 

Steed Gamero

 

 

Foto di gruppo: Daniela Malini, Steed Gamero, Fabio Caccia, Barbara Garassino, Emanuele Milletti, Roberto Malini, Nadeshwari Joythimayananda, Nico Antwerp, Mauro Milani


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