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le nuove forme di lotta
25 Giugno 2008
 

Mi stanno venendo idee sulle forme di lotta e fanno riferimento sia a che cosa può significare l'autorganizzazione per lo “sciopero generale a oltranza” durante il quale si costruisce “la nuova società” (ipotesi rivoluzionaria di Rosa) sia quali risultati hanno ottenuto alcune recenti lotte.

Mi riferisco a cose abbastanza disparate: la Tav in Val di Susa, la raccolta delle immondizie, la causa degli ex-internati, il ponte sullo stretto, la causa per cacciare le atomiche da Aviano, i lavori del “Dal Molin”.

La Tav sembra sia avviata a conferma, anche se è una cosa sbagliatissima e non accettata dalle popolazioni (ma gli esiti elettorali non sembrano avere espresso molto di chiaro in proposito), sugli IMI, ex deportati ecc. Frattini sembra credere di poter fare quel che vuole, ma ha trovato subito chi protesta e contesta argomentatamente le sue esternazioni; la raccolta delle immondizie pure ripercorre strade senza uscita e le amministrazioni locali non vedono oltre il loro naso, meglio alcuni comitati e associazioni; il processo per cacciare le bombe americane da Aviano è avviato a un passaggio molto importante; quanto al “Dal Molin” lì i risultati sembrano eccellenti.

La cosa che con vario risultato ed efficacia sembra accomunare questi molteplici e differenziate iniziative è che usano tutti gli spazi offerti dalle istituzioni e leggi democratiche per forzare oltre e andare ad esiti diversi. Rifiutano la prestazione che viene loro richiesta, indicano altre strade e si organizzano per raggiungere altre mete.

Questo è il succo di ciò che avviene in tutte le iniziative che ricordo, e segnalano una nuova forma di lotta o almeno segnalano che gruppi comitati associazioni ecc. stanno elaborando praticamente forme di lotta inedite e non molto frequenti nella tradizione italiana. La nostra tradizione, quella dei partiti di massa, poggia su grandi manifestazioni popolari e poi gestione istituzionale da parte dei partiti stessi con pressione sul parlamento ecc. Questa forma ha funzionato e il PCI all'opposizione (non mai scelta di principio, ma in conseguenza della conventio ad excludendum a cui fu soggetto per decenni) funzionò egregiamente e produsse effetti come la riforma della scuola, la legge psichiatrica, il servizio sanitario nazionale, la riforma del codice di famiglia, la 194, il divorzio ecc. Quella stagione è finita.

Non vi sono più partiti di massa e la stessa forma partito è molto in crisi e storicamente agli sgoccioli.

Passare dalle grandi manifestazioni di massa e seguente azione dei partiti (si è vista l'ultima il 20 ottobre dell'anno passato) al diritto all'eversione è senza senso. Siamo alle soglie (e più che alle soglie) di quello che Paolinelli chiama “fascismo democratico” e le iniziative liberticide hanno ampio consenso popolare. Bisogna prendere le distanze da qualsiasi forma “esibizionistica” di azione politica e usare forme giuridicamente ineccepibili e gli argomenti e le associazioni capaci di durare.

Mi riprometto di porre l'attenzione su iniziative che poggino su analisi precise del modo di agire. Ad esempio la faccenda del “Dal Molin” bloccato dal Tar è esemplare: può darsi che la spuntino gli USA, ma non è detto e comunque si fa ostacolo e si inaugura una forma di lotta efficace e legale. Lo stesso per Aviano: che si faccia il processo contro gli USA per invasione della sovranità ecc. va benissimo. Bisogna trovare un discorso efficace per l'Europa. Sentiamo Sinistra europea: dopo l 'Irlanda la cosa è urgente. Le cose da fare sono tante.

Il succo è di individuare nella legalità uno strumento di trasformazione rispetto a una politica che invade allegramente e con grande consenso il terreno dell'illegalità. Credo che Cancelli e Macrì avranno di che gioire e fare proposte di tipo generale.

 

Lidia Menapace


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