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Maria G. Di Rienzo. La lotta di Mayara, i media del potere
Mayara Alves, col presidente brasiliano Lula, in una meno nota foto al G8 dell
Mayara Alves, col presidente brasiliano Lula, in una meno nota foto al G8 dell'Aquila 
18 Luglio 2009
 

Se si giudica l'importanza di un fatto dalla copertura che ad esso danno i media, una delle cose più rilevanti accadute al recente summit dei G8 a L'Aquila è lo sguardo di Obama e Sarkozy sul fondoschiena di una ragazza.

Il secondo fatto in ordine di importanza è il menu di sei portate, preparato dal cuoco “personale” del nostro capo di governo, che è stato descritto con dovizia di particolari.

Tornando all'evento principale, come per ogni fotografia l'angolatura da cui è scattata mostra solo parte della scena, e in effetti il presidente Barack Obama non sta guardando la ragazza, sta aiutando un'altra donna (che è più in basso rispetto al piano camera) a scendere le scale. Se voleste sincerarvene c'è il filmato su You Tube con i ghignetti del presidente francese dopo che il fondoschiena scompare dall'obiettivo.

I giornali hanno titolato festosi sul bel didietro che fa girare la testa ai potenti del mondo, e qualcuno si è spinto sino ad informarci che tale didietro era brasiliano. Alcuni media brasiliani, con comprensibile orgoglio nazionale, hanno sottolineato questa appartenenza e su Veja, il più diffuso settimanale del paese, il cantante Tony Belotto ha dichiarato che «fa bene avere un bel fondoschiena da guardare durante una fase economica così turbolenta».

*

Nessuno ha riportato il nome della giovane donna, né i motivi per cui ella presenziava al summit. Se non vi dispiace, questo vorrei raccontarlo io.

Il suo nome è Mayara Alves. Ha diciassette anni ed è la leader di un movimento giovanile che combatte la povertà e la violenza nel quartiere di Santa Cruz, a Rio de Janeiro. Dopo aver partecipato ad una ricerca delle Nazioni Unite su bambini e adolescenti, Mayara Alves è stata invitata dall'Unicef a partecipare al summit dei G8.

Poiché è una persona intera, e non un assemblaggio di parti godibili o meno allo sguardo maschile, ovviamente ci è andata intera, non ha potuto lasciare il didietro a casa. Peccato.

Ah, naturalmente qualcuno ha detto che è colpa sua, e cioè che il vestito da lei indossato, un completo con gonna sotto il ginocchio, era “provocante”. Altri hanno commentato che dovrebbe essere contenta di aver ricevuto l'attenzione dei media.

Il tipo di attenzione non è in discussione, chi se ne frega se da domani Mayara avrà più difficoltà ad essere presa sul serio per quel che fa e quel che dice. Chi se ne frega dei bambini e dei ragazzi di Santa Cruz. Come la vicenda ha dimostrato, c'erano cose ben più importanti da mostrare al mondo.


Maria G. Di Rienzo

(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 18 luglio 2009)


 
 
 
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