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Un cammino interiore, a “contatto” con la natura 
Un viaggio che richiede tempo e attenzione, ma in grado di ricambiare il lettore con emozioni straordinarie
16 Gennaio 2008
 

Davide Sapienza

La Valle di Ognidove

Cda&Vivalda Editori, Torino 2007, pagg. 174, € 14

 

La valle a cui si riferisce il titolo del libro è quella in cui Davide Sapienza trascina il lettore prendendolo per mano dalla prima all’ultima pagina per una lunga e lenta camminata.

Un luogo in cui si intrecciano elementi di fantasia, sfumature mistico-religiose, visioni e citazioni storiche come quella della guerra sulle Alpi italiane o la vita di Gesù. Senza dimenticare territori reali come il nord europeo, i ghiacciai del Canada artico e le Alpi.

Davide Sapienza sulla scia dell’opera precedente I Diari di Rubha Hunish, propone un libro che rappresenta un romanzo-viaggio nel profondo della nostra anima, un percorso intimista o, per meglio dire, un viaggio del pensiero. «Il pensiero è il luogo del viaggio per eccellenza. Continuamente nutrito dall’emozione, sa come attendere e sa come abbandonare le terre aride perché sa progettare e sa risolvere, ma può attendere, ascoltare lasciarsi pensare dal suo corpo».

Un libro ricco di sensazioni, da gustare lentamente, un’opera che richiede un approccio particolare, ma che in compenso è in grado di farci sentire in empatia con la natura, lontani dalla nostra vita di tutti i giorni. «L’esperienza era folgorante. Il pensiero si era liberato dall’oppressione dei rumori… Sciogliendo i lacci, come di rado negli ultimi mesi gli era capitato, aveva intrecciato una danza meravigliosa con le parole di un libro…».

Il protagonista de La Valle di Ognidove - Ishmael - affronta sette tappe che corrispondono a sette formazioni rocciose solitarie chiamate “nunatak”, una parola Inuit usata dal popolo dei ghiacci per indicare gli avanzi geologici di terre che furono. Cime solitarie di ghiaccio e neve, l’unico rifugio per piante e animali durante la glaciazione nel quaternario, isole che diventano per l’autore nuclei tematici e capitoli attorno a cui si snodano le idee del testo.

Dal libro emergono chiaramente riferimenti a Jack London, alcuni passi ci hanno ricordato le atmosfere dei racconti di Poe o i paesaggi innevati e solitari narrati nei diari di Shackleton.

Complimenti a Sapienza che ha avuto il coraggio di proporre un libro avvincente e ambizioso, che non sempre è di immediata comprensione e che richiede una buona dose di attenzione da parte del lettore.

 

Lino Garbellini


 
 
 
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