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Alivento: Quinto discorso amoroso, apologia della seduzione
26 Aprile 2007
 

La seduzione non è solo arte o strategia di conquista, non ha solo la connotazione negativa di ridurre il conquistato in stato di soggezione, né essere sedotti corrisponde necessariamente allo stato di vittima. La seduzione non ha principalmente il fine di esercitare un controllo sulle azioni e le menti altrui. Solo quando l’attore seduttore usi la sua arte con studiata consapevolezza, quando sovrasti l’oggetto di conquista, lo strumentalizzi ai suo voleri essa manifesta il suo potenziale di scarto e deviazione.

Di regola invece la seduzione è un ingrediente che arricchisce e colora i rapporti umani, conquistare un sottile piacere e farsi conquistare piacevolmente vitale. Lasciarsi sedurre un filo irresistibile e fascinoso traente verso qualcosa o qualcuno che piace e dà piacere.

Non è facile spiegare perché questo avvenga; non credo saremmo in grado di comprendere pienamente il perché una cosa, una persona ci piaccia e ci conquisti, c’incuriosisca o interessi. Scattano complessi meccanismi nei quali l’intreccio, le frequenze d’onda, le “vibrazioni” che avvertiamo appaiono in parte misteriose e inspiegabili.

È una selezione di preferenza operata coniugando input ricevuti a cominciare dall’infanzia introitati con l’educazione, combinati con condizionamenti sociali e fattori individuali innati: il senso soggettivo del bello, propensioni, tendenze, criteri e percezioni sensuali.

Non sappiamo spiegare perché ci colpisce in particolare quella persona, il suo modo di muovere le mani o di camminare; perché c’incantano quegli occhi verdi, la piega del labbro, il modo di arricciare il naso, la risata o l’inflessione della voce, ma ci rendiamo ben conto che ci piace. Allo stesso modo il discorso può estendersi alle attività umane e persino alle cose, agli oggetti d’arte, ai prodotti dell’artigianato o dell’industria.

Ad esempio perché ci piace la fotografia o la pittura, raccogliere francobolli o suonare il piano, perché quel paio di scarpe o proprio quella cravatta, perché tra tutte la poesia di Montale? Perché adoriamo Klimt o gli impressionisti, preferiamo lo strudel alla cassata, i cannelloni alla fonduta? È tutto un fatto di puro godimento soggettivo.

Nelle scelte però non incide solo il criterio del piacere figlio di seduzione, che è solo uno degli elementi in gioco, oltre a questo elemento soggettivo opera ad esempio il fattore congiunturale, cioè la considerazione del momento particolare in cui si compie una determinata scelta, anche banale, di preferenza tra cose o oggetti di uso quotidiano o scelte di maggior spessore fino a quelle determinanti della nostra vita: la località delle vacanze, un hobby, la casa da acquistare, il lavoro, un partner professionale o sentimentale. In alcuni casi giocano un ruolo fondamentale una situazione d’emergenza o un’esigenza di cambiamento, novità, emozione, o, viceversa uno stato di forte stress emotivo, e più in generale qualunque circostanza occasionale che genera specifiche necessità.

Nelle scelte si valuta infatti anche l’aspetto più razionale dell’economicità, convenienza o vantaggio che da quella preferenza si possa ricavarne.

Nel decorso decisionale e/o comportamentale il bilanciamento tra elemento soggettivo ed oggettivo è una combinazione di volta in volta variabile.

In questa sede e contesto, nel filo logico/illogico di questo discorso che ha per tema l’amore, non si può che esaltare l’elemento soggettivo: la scelta dettata dal cuore.

Per tutta la vita non facciamo altro che cercare ciò che soddisfa i nostri bisogni, quando riusciamo ad individuare qualcosa, meglio ancora qualcuno che asseconda un nostro preciso o indefinibile bisogno, che risolve l’equazione del desiderare e alimenta la funzione del piacere, fosse anche soltanto quello di farci sentirci belli, desiderabili, coinvolti, emozionati, oppure semplicemente entusiasmati, se riesce a regalarci una briciola d’entusiasmo, emozioni, batticuore, un assaggio di felicità o, almeno, qualcosa che vi tende, v’assomigli, se ci avvince, rende allegri, ci riempie l’esistenza, non sembri assurdo o sciocco sbilanciarsi.

Lasciamoci pure sedurre, seduciamo a nostra volta ma ancor meglio lasciamoci prendere dal filo seducente reciprocamente, facciamocene avvolgere come una tela di ragno e succhiare, imbambolare, incantare, trascinare e impazzire. C’è tempo ancora per guardare ai se, ai ma, ai però forse è meglio lasciar stare, ma per adesso, per un momento, per amore, lasciamo che la seduzione ci conduca alla passione.

 

Alivento

 

Gabbiani

 

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,

ove trovino pace.

Io son come loro

in perpetuo volo.

La vita la sfioro

com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.

E come forse anch'essi amo la quiete,

la gran quiete marina,

ma il mio destino è vivere

balenando in burrasca.

 

Vincenzo Cardarelli


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