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Nuovi incontri/ P.M. De Maestri ci presenta Fabio Scetti
14 Febbraio 2013
 

POESIE DI FABIO SCETTI

 

Valtellinese di nascita, Fabio Scetti vive l'Europa da circa 10 anni. È attualmente dottorando in Sociolinguistica all'Université Descartes - Paris V in Francia e professore di lingue moderne. Giornalista per la rivista europea cafebabel (scritta in sei lingue) si diletta tra prosa e poesia. Parla otto lingue che cerca di elaborare a suo modo anche nel mondo della poesia. Nel 2012 vince il concorse della poesia catalana dell'Istituto Culturale Catalano Ramon Llull.

 

 

 

La Plaça Catalunya

 

Blau,

el que no puc veure enlloc.

 


Blau,

els teus ulls que es confonen

[en el rellotge

del temps que advers ha estat.

 

La teva cara que mirall al nord gira,

la teva figura que es despulla i

serpenteja fins al mar

[que tant t'ha donat.

 


La mà sublim acaricia la teva cara,

i les cames suaument al sòl que

t'ha creat i que tantes fruites

[t'ha dat.


 

Blau,

els meus ulls veuran al fons de tot.

 

Blau,

la profonditat d'un somni

[que no s'ha clos

i en els cors sempre és tancat.

 

Blau,

i nomès tot blau.

 

La Piazza Catalogna

 

Blu,

quello che no ho potuto vedere

[in un altro luogo.

 

Blu,

i tuoi occhi che si confondono

[con l’orologio

del tempo che avverso ti è stato.

 

Il tuo viso che specchiato

[verso il nord guarda,

la tua figura che si desnuda e

serpenteggia fino al mare

[che tanto ti ha donato.

 

La mano sublime accarezza

[il tuo viso,

e le gambe suavemente al suolo che

ti ha creata e che tanti frutti

[ti ha dato.

 

Blu,

I miei occhi vedranno al fondo di tutto.

 

Blu,

La profondità di un sogno

[che non si è concluso

e che nel cuore è sempre chiuso.

 

Blu,

E solamente tutto blu.

 

Fabio Scetti

Paris, mars 2012

 

 

Poesia sulla Catalogna e la sua storia.

Il blu, colore che si respira a Barcellona e che dal mare al cielo ci integra nella città, e che dalla fontana della piazza Catalogna ci fa navigare nella storia di questo paese sino ad oggi.

Vi troviamo vari riferimenti al tempo avverso, al legame col mare e col territorio e la descrizione del paese rappresentato da una statua femminile che si specchia nell’acqua di una fonte.

La detta «Catalogna» specchia il suo sguardo che va verso nord, verso la Francia, grande sogno dei catalani, che si vedono più vicine alla Francia che non alla Spagna.

Questo blu, che ci fa scoprire questo sogno segreto, che ci porta fino al mare e fino al cuore dei catalani, è un segno di libertà e di desiderio d’indipendenza.

 

 

 

Vers la conquête de l'Est

 

De suite et vite dans sa peau

[se lançait

un cygne, qui du froid de loin venait


baissé, souple, du souffle

[il du s'enfuir

pour rêver des heures, et pleurait

[le revenir.

 

Trompette de scène, amant

[de la vie en soie

image de verveine aux yeux

[profond dans le froid

caché, humble, entre pleurer

[et sourire

souffrait rumeurs sur une bougie

[de l'avenir.

Qui, si tôt a pleuré si grande perte?


Qui, de loin suivait le voyage

[d'un cri?

Feuilles d'arbre n'a pas laissé tomber

[à l'oubli.

 

Jeune âme, corbeau de la silence

[alerte

un signe, crainte de passion et envie

sous un tapis à la patronne gêlée,

[est allé et y vie.

 

Verso la conquista dell'est

 

Svelto e veloce nella sua pelle

[si lanciava,

un cigno, che dal freddo

[e da lontano veniva

abbassato, morbido, dal soffio

[è dovuto fuggire

per sognare ore, e piangere

[di ritornare.

 

Trombette di scena, amante

[della vita

immagine di vervena agli occhi

[profondi nel freddo

nascosto umile, tra pianti e risate


soffrendo parole soffiate

[sulla candela dell'avvenire.

Chi, così presto ha pianto

[tale perdita?

Chi, da lontano seguiva il viaggio

[di un grido?

Foglie d'albero non ha fatto cadere

[all'oblio.

 

Giovane anima, corvo dalla silenziosa

[allerta

un segno, paura di passione e voglia

sotto un tappeto alla patrona gelida,

[è andato e vive (riposa).

 

 

 

Ode al Grande ballerino Rudolf Nuriev.

Un'ode al grande ballerino russo, partito dal freddo e scappato dalla sua patria per raggiungere, libertà e fama in Francia. Idolo di tanti, uomo dalle mille virtù, schivo e spavaldo allo stesso tempo.

Uomo che nascondeva emozioni, nascondeva la malattia e le sue grandi sensazioni e amori, fuggiva dalle paure per rifugiarsi in altre.

Ora, riposa sotto la santa patrona di Parigi (Santa Genoveffa) al freddo del cimitero russo, sotto una lapide fatta a tappeto (che lo copre), fatta da Ezio Frigerio.


 
 
 
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