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«Pronto? Qui l'Ambasciata cubana di Roma...» 
È uscito il nuovo GAZETIN speciale "Cuba libera è possibile"
04 Settembre 2006
 

Pronto? Qui l'Ambasciata cubana di Roma...

In molti faranno fatica a crederlo, soprattutto in Italia (dove le uniche informazioni su Cuba che passano in tv sono quelle che dà Gianni Minà), ma è proprio quel che è successo – agosto 2006! – a Dargys Ciberio Torreguitart, cittadina cubana e italiana. Con tanto di invito perentorio a presentarsi a Roma il giorno successivo la telefonata e al “rientro in patria” nel giro di un mese. L'accusa è di essere «attivamente politica contro il governo», ragion per cui le sarebbe stato revocato il permesso di soggiorno all'estero (da otto anni, sposata e con prole, in Italia). Lo racconta il marito, il giornalista e scrittore Gordiano Lupi, nel Gazetin di settembre, uscito nell'ultimo fine-settimana e ora in distribuzione in tutte le edicole della provincia di Sondrio.

Due giorni prima di questo fatto “incredibile” era stata pubblicata su Internet (www.tellusfolio.it), nella seguitissima rubrica “Oblò cubano” curata da Lupi, l'intervista a una prostituta cubana («Jeneterismo e prostituzione a Cuba», 23/08/2006), suscitando un vespaio di visite e commenti, con accuse al giornalista di aver inventato di sana pianta e l'intervista e la prostituta. Senza voler per forza collegare i due episodi, è possibile ritenere che la lettura dell'Oblò di Lupi possa essere divenuto un buon passatempo anche all'Ambasciata cubana di Roma. Il mensile, piccolo periodico “di provincia”, riteneva di aver già dato il proprio contributo alla "questione cubana" con il reportage pubblicato lo scorso anno di questi tempi e con il dibattito a più voci e le attenzioni che si sono succeduti un po' per tutto l'anno... L'imprevista, sconcertante evoluzione gli ha invece consigliato di dedicare un inserto speciale ("Cuba libera è possibile") e la copertina (con la vignetta di un altro collaboratore di Tellusfolio, Giovanni Ventre) per denunciare quanto accaduto e a far conoscere anche ai lettori del mensile, nella sua integrità, l'intervista che forse ha costituito la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. E anche dalla sperduta valle alpina, certamente tagliata fuori dalla diplomazia internazionale, 'l Gazetin non rinuncia a fornire il suo modesto, ma come sempre sincero e spassionato, contributo. Chiude lo speciale – interamente curato da Lupi – la recensione di un bel libro di Manuel Cofiño Lopez.

Anche se abbiamo giustamente riservato buona parte della presentazione a questo preoccupante episodio, non mancano numerosi altri motivi di interesse per la nuova edizione del Gazetin. A partire dall'ampia intervista di Felice Bottani, un alpino (preferisce questa definizione a quella di “alpinista”) che è una specie di mito vivente in bassa Valtellina. A lui è infatti dedicato l'occhiello in copertina, con l'immagine che lo ritrae in vetta al Masherbrum Far West, a 7200 metri di altitudine, con il figlio Michele (spedizione in Pakistan del 1988). Per restare a Morbegno, sono da segnalare la «Brutta storia a colori» – fatta di scritte razziste e di inedia amministrativa – che ci racconta, nuova firma, il giovane Niccolò Bulanti; le acute considerazioni sul centro cittadino dei poeti Osti e Bevilacqua nella sempre più vicina “Itaca” e, in versi e in dialetto morbegnasco, «Il grande bluff» di Bobus ovvero il racconto semi serio di un'avventura estiva in bicicletta salendo verso l'...irraggiungibile Passo San Marco.

Considerazioni di attualità e di politica con le «Vacanze in Montenegro» (dove si scopre che re Nicola era già più avveduto del nostro attuale Consiglio di Stato) e sulla necessità e urgenza di cancellare, dopo la cattiva modifica della Costituzione, anche la vituperata, pessima legge elettorale proporzionale. Il giornale inaugura questo mese un nuovo spazio un po' satirico e un po' letterario, Intercettazioni possibili a cura del giovane scrittore Luciano Canova, riportando la conversazione tra il porcaro della famiglia Savoia e un non meglio identificato Pappone, i quali parlano al telefono in assoluta dissonanza rispetto a ciò che dicono. Chiudono questo bel numero le “Letture” di A. Del Piano e T. Ruberto, proponendoci rispettivamente Irène Némirovsky, con la sua Suite francese, ed Edoardo Nesi, per le “Cose di casa nostra”.


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