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Italy in a Day. Il film degli italiani e di Gabriele Salvatores 
Nota a margine di patrizia garofalo
02 Ottobre 2014
     

si può riuscire

a scriverla, sì, a

trovarla… la verità

presunta delle cose?”

Paolo Ruffilli, Piccola colazione

 

 

Salvatores ha ricevuto dagli italiani 44.000 video, li ha selezionati e assemblati nel viaggio di un giorno dalla notte “quando si nasconde il sole” all’alba. Tessere di vita compongono il mosaico che si sfoglia con la cadenza e la scadenza di un tempo corale pur nella sua singolarità. Ogni inserto è un’appartenenza che può svilupparsi in condivisione negli estremi inemendabili della nascita e della morte.

Il desiderio di oscurità inizia il film accompagnato dalla voce di un giovane che cerca riparo nel buio, fuori dalla luce che “guarda” “indica” sottolinea, risalta quello che non si ama guardare di se stessi e delle cose. Più in là la movida, lo sballo e la voce che torna a dirci “la strada ti rende libero”. Qualcuno s’addormenta quasi a sfiorare il muso del cane, qualcuno fa l’amore, qualcuno sogna ad occhi aperti. Un volto di donna appare spesso e parla di sogni, del piacere di rimanere avvolta dalle coperte per lasciar libera l’immaginazione e vedere il mondo avviato ad un’alba di luce. E arrivano… voci, dai mercati, dagli ospedali, dal rumore delle tazze da colazione, latte, pane, dai cuccioli di animali e di uomini, da un buongiorno detto con amore, dalla solitudine senza luce di chi sa che altre ore di nulla si avvicenderanno senza riparo a quelle precedenti. E si nasce e si muore in quel momento dell’alba, “nessuno sarà mai pronto a morire ma ad agire la vita fino alla fine” dirà un’infermiera mentre il volto di un padre s’illumina ad accogliere fra le braccia il bambino appena nato. Torna l’immagine della ragazza ancora assonnata e calda di coperta e sogni “vorrei non alzarmi, rimanere qui a fantasticare”. Congiunte in una vicinanza ideale vecchiaia e infanzia nelle parole balbettate, nei “non ricordo e non so” nel volto scolpito dagli anni, nella levigatezza della pelle di una bambina che accoglie la sorellina appena nata. “Sai cos’è l’amore?” le chiedono . Forse non lo sa ma lo sente ed è così che l’amore dovrebbe essere.

Senza parole che lo descrivano tanto da sciuparlo.

Dalla luna l’astronauta sorride alle sue sedici albe e sedici tramonti.

Troppi, avrà forse pensato Salvatores, capace di far palpitare la vita in un solo giorno e donarlo con la semplicità di uno sguardo “buono”.

 

Patrizia Garofalo

 

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