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Cine 70: una rivista per fare un tuffo nel passato
29 Giugno 2007
 

Ecco, una rivista come Cine 70 e dintorni, se non esistesse bisognerebbe inventarla, perché è davvero insolita nel panorama delle edicole italiane che spacciano gossip e dvd a prezzi stracciati. Cine 70 di Franco Grattarola non offre gadget allegati, costa euro 7,50, la pubblica un editore coraggioso come Coniglio che scommette sui progetti interessanti e si fa largo in edicola puntando sulla qualità. La rivista è davvero interessante per un cinefago come me che non si sente critico di cinema, ma soltanto un appassionato, e rappresenta una miniera di informazioni e curiosità introvabili.

In questo numero si ricorda la morte di Renato Polselli, avvenuta il primo ottobre 2006 tra l’indifferenza generale, nonostante un buon numero di pellicole girate negli anni Settanta. Profumo di donna è una lunga intervista che la coppia Norcini & Ippoliti fa ad Agostina Belli per raccontare la parabola completa di un’attrice che ha interpretato film importanti come Sepolta viva di Aldo Lado (1973) e Telefoni bianchi di Dino Risi (1976). Scopriamo che il suo vero nome è Agostina Maria Magnoni, che non ha avuto un buon rapporto con Pasquale Festa Campanile, che vorrebbe interpretare una sorta di maresciallo Rocca in gonnella per la televisione e un sacco di altre cose impensabili.

Franco Grattarola firma il pezzo più interessante della rivista ricostruendo la vita e le opere di Raimondo Del Balzo, padre del lacrima movie e regista di un film come L’ultima neve di primavera che ancora ricordo come un’ossessione. Nel 1974 ero un ragazzino di quattordici anni che amava l’horror e i film comici, ma dovetti sorbirmi quel polpettone incredibile per far contenta una ragazzina che mi trascinò in sala e pianse dal primo all’ultimo minuto. Non vedevo l’ora di scappare, ma lei mi aveva promesso che sarebbe venuta a vedere L’esorcista e dovetti subire. Adesso ho rivalutato Del Balzo e anche i lacrima movies li rivedo volentieri, ci ho pure scritto qualcosa su uno strappalacrime firmato Sergio Martino e girato dalle mie parti, a Rosignano Solvay. Grattarola ricostruisce la carriera di Del Balzo sui ricordi di Luigi Cozzi e di Dario Argento, colleghi registi che lo hanno frequentato, e cerca di sfatare la leggenda che negli ultimi anni della sua vita si fosse lasciato andare e che bevesse molto. Raimondo Del Balzo muore giovane, ucciso da un tumore, una malattia incurabile come quella che aveva colpito molti dei bambini protagonisti delle sue pellicole lacrimevoli.

Norcini & Ippoliti intervistano Angelo Iacono, produttore di molte pellicole di Dario Argento, ma anche la starlet Cinzia Lodetti, moglie di Iacono e indimenticabile interprete de Le pornokillers con Carmen Russo. Confesso di aver visto soltanto la versione porno di quella pellicola e di aver sempre pensato che le scene fossero interpretate davvero dalla Russo e dalla Lodetti, ma grazie a Cine 70 mi rendo conto che si trattava soltanto di inserti realizzati con figuranti disponibili.

Molto interessante è anche un pezzo sui film interpretati da Edwige Fenech che sono stati sequestrati e sforbiciati dalla censura, primo tra tutti La bella Antonia prima monaca e poi dimonia, ma anche Il vizio di famiglia e La moglie vergine. Paolo Albiero mi fa conoscere Nick Nostro, un regista che - non mi vergogno a dirlo tanto non sono un critico di cinema ma soltanto un appassionato - non sapevo neppure che esistesse. Un ragazzo di Calabria a Cinecittà, lo definisce Albiero, e finalmente risolve un dubbio che aveva fatto passare notti insonni a intere generazioni di critici. Superargo contro Diabolicus di Nick Nostro precede di nove mesi L’invincibile Superman di Paolo Bianchini, lo proverebbero i visti censura, quindi non è un sequel ma un prequel. Che scoperta fantastica! Una pietra miliare della storia del cinema è salva e possiamo affermare con entusiasmo che Nick Nostro ha girato il primo cinefumettone italiano. Ammetto che non ce l’ho fatta a finire il pezzo di Albiero, prima di tutto perché il personaggio intervistato non è mai entrato a far parte del mio immaginario di spettatore e in secondo luogo non riesco a digerire polpettoni storico-filologici su una materia che sono solito trattare con maggior leggerezza. A ognuno il suo stile, comunque. Per finire ritroviamo la coppia Norcini & Ippoliti alle prese con Roby Ceccacci, il pigmalione delle dive, l’uomo che ha lanciato Edwige Fenech, Eleonora Giorgi, Loretta Goggi, Martine Brochard, Monica Guerritore, Barbara De Rossi, Femi Benussi, Zuedi Araya e Agostina Belli.

Il giudizio finale su Cine 70 è come sempre positivo, soprattutto per la cura con cui vengono realizzati testi e per la precisione della ricerca storica che si avvale della collaborazione dell’Archivio Storico del Cinema Italiano. Resta una rivista per appassionati che non si rivolge allo spettatore comune, di solito poco interessato ai titoli di coda, alla storia dei visti censura e ai pettegolezzi cinematografici. Se non la trovate in edicola mandate una mail a info@coniglioeditore.it.

 

Gordiano Lupi


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