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Ultimo tango a Zagarol (1973) 
Una gustosa parodia di Nando Cicero
31 Dicembre 2007
 

Ultimo tango a Zagarol (1973) è una divertente parodia di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci (1972), che pare volesse far causa a Franchi e a Cicero per aver distrutto un film discusso e celebrato.

La pellicola è divertente sin dalla sigla a cartoni animati realizzata da Biamonte e Grisanti con Franchi che canta un motivetto orecchiabile. Franco Franchi è stufo della moglie (Gina Rovere) che lo tiene a dieta, lo tradisce con Nicola Arigliano e lo tratta come schiavo tuttofare nel suo albergo a ore. Le prime scene sono esilaranti e surreali, con Franco che porta pesanti valige cariche di attrezzi erotici, clienti nascosti in custodie per strumenti musicali e accoglie erotomani di ogni tipo. Jimmy il Fenomeno è un puttaniere tremolante, si presenta con una ragazza e chiede: «Ti piace? La vorresti scopare? Invece la scopo solo io!». Franco è a dieta di tutto, persino di sesso, perché la moglie non si concede, lo costringe a farsi un panino con il pane e a sognare rapporti erotici. Per questo affitta un appartamento, incontra Marta Beswick, dà vita a una relazione fallimentare e nel tempo libero interpreta un documentario surreale girato da Franca Valeri. Marta Beswick è vestita a imitazione di Maria Schneider, però assume pose dominatrici simili a quelle di Marlon Brando nel film originale. Ricordiamo la scena in cui si depila le ascelle davanti allo specchio e quella dove lava le spalle a Franco nella vasca. Le parti sono invertite e il gioco comico riesce sino in fondo. Franco Franchi è un improbabile Marlon Brando che vaga per le strade di Roma indossando un cappotto cammello e sfoggiando un’espressione depressa, però non è lui a trattare l’amante come oggetto, ma viceversa. Marta Beswick non è succube come Maria Schneider ma impone all’uomo un potere da donna dominatrice. I ruoli dei protagonisti sono invertiti per ridurre in sberleffo e commedia triviale una pellicola drammatica, ma le scene sono quasi tutte riprese dall’originale. L’incontro tra Franchi e la Beswick ricalca l’originale, ma i dialoghi sono surreali, comici e assurdi. I due si chiamano a pernacchie, perché non vogliono conoscere i rispettivi nomi, fanno l’amore su una rete che procura ferite lancinanti a Franco e persino scosse elettriche. La scena simbolo del film con i due attori a gambe incrociate, avvinghiati l’uno dentro all’altro, è rifatta in versione comica e subito dopo seguono parti di psicologia spicciola. Franco Franchi non parla di solitudine umana e di rapporti uomo - donna, ma di un tema molto più terreno come quello della fame che lo perseguita fino alla soddisfazione finale. La famosa scena del burro, discussa e tagliata da pruriginosi censori, viene ridotta da Cicero a un simbolo di poetica triviale e popolaresca. Il regista la smonta sequenza per sequenza e la gira di nuovo mettendola in ridicolo. «Dammi il burro! Non mi fare arrabbiare!» intima Franco. I due si rotolano per terra, uno sull’altro, proprio come nell’originale di Bertolucci, la donna finisce sotto, lui si mette in posizione e mentre lei geme arriva la catarsi comica. «Ma che fai? Te lo mangi?» chiede meravigliata la Beswick. «Certo. Tu non mi fai mangiare mai!» risponde Franco.

Si narra che Robert De Niro e Francis Ford Coppola, che si trovavano in Sicilia per girare il primo seguito de Il Padrino, videro Ultimo tango a Zagarol e lo apprezzarono molto. Mereghetti concede addirittura due stelle e mezzo a un film che definisce più citato che visto (sono un’eccezione perché me lo sono visto tre volte) e una cupa parodia di Ultimo tango a Parigi.

Il film si ricorda anche per un Franco Franchi che recita diverse scene a sedere nudo ed è la sola volta in carriera. Il film è lento, ma eccellente, soprattutto per la follia di certe situazioni: l’ascensore rotto nella casa del sesso con Franchi che fa le scale a piedi, il pazzesco tango della manomania e il panino con il famoso burro. Fu quel tango a Zagarol che distrusse il nostro amor… è il tango che Franco balla con la Beswick (mentre canta) quando scopre che lei faceva la puttana. «Puttana mia moglie… puttana pure tu… sempre puttane!». Eccezionale il finale con Franco che minaccia di uccidere moglie e amante se non gli daranno soddisfazione alimentare a base di burro.

Un film nel film che serve a Cicero per sbizzarrirsi con la sua strampalata fantasia è il documentario girato da Franca Valeri. Franco racconta la sua infanzia a base di episodi surreali, finisce inseguito da un cane mastino in aperta campagna, da un coccodrillo nel Tevere e infine viene travolto dalla metropolitana. La comicità è da cartone animato, ricorda gli episodi del coyote e lo struzzo della Warner Brother, tutto è possibile, persino le cose più assurde. Franco termina ogni sequenza al grido di: Assassini!. La Valeri è brava nel ruolo della regista cinica disposta a tutto pur di fare ascolto. Nicola Arigliano è il cliente omosessuale che se la dice con la moglie di Franco, ma vorrebbe cambiare la solita pappa e andare a letto pure con lui che rifiuta. Si ricorda la battuta: «Tanto siamo parenti. Tu vai a letto con tua moglie. E io che faccio?».

Ultimo tango a Zagarol è un film moderno e godibile, una pellicola da vedere per comprendere un regista atipico come Nando Cicero che supera gli schemi classici della commedia sexy.

 

Gordiano Lupi


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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