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Paolo Brondi: Nascere nella scrittura, attraverso la scrittura...
09 Maggio 2009
 

Alla scrittura conviene uno statuto più elaborato che quello di un semplice atto muscolare: appartiene al corpo, di cui è traccia e prolungamento, ma anche al linguaggio, di cui è mezzo e consolidamento. E’ sintesi equilibrata fra corpo e pensiero; tono e parola ;il dire e l’agire: un codice, quindi, sociale  e individuale ,  portatore di significati e significanti che vanno ben oltre le parole scritte.Scrivere è creare: è inseminare lo spazio vergine del foglio di una traccia corporale, traccia suscettibile di alterarsi quando l’energia che l’alimenta viene condizionata da difficoltà più o meno gravi .Per i bambini che si familiarizzano con la scrittura, l’inquietudine sarà più forte e più grande il rischio di disorganizzazione grafica quanto più gli adulti che lo circondano avranno trascurato di informarli sulla condotta da tenere. Iniziare il bambino a scrivere è permettergli un gioco, ma è anche un esporlo alle difficoltà, alle sofferenze, agli scacchi, all’impotenza, a frustrazioni che saranno tanto più dolorose quanto più la ricerca del piacere è intensa. Ancora oggi, oltre il 20% della popolazione scolastica presenta disturbi specifici o difficoltà generiche che richiedono particolare attenzione ed una didattica individualizzata.Le difficoltà generiche sono conseguenti ad un ritardo maturazionale, ad uno scarso bagaglio di esperienze e, spesso, ad errori di tipo pedagogico( scarso interesse alle ragioni della continuità didattica; prevenzione disattesa; disconoscenza delle difficoltà; aspecificità degli itinerari di recupero).

   

I disturbi specifici sono legati a deficit di natura uditiva, visiva, espressiva, motoria, che, spesso, sono individuati solo tardivamente: disgrafia, disortografia, dislessia, discalculia, sono i più frequenti.Sottrarre il bambino ai rischi di un precoce fallimento nella scrittura, nella lettura, nel far di conto, e a tutte le conseguenti frustrazioni ideoaffettive, è possibile attraverso la prevenzione. La famiglia, la scuola, gli alunni stessi, devono aprirsi ad una responsabilizzazione informata e consapevole,  ed i temi della comunicazione corporea possono costituire il primo capitolo di una azione organica, anche di collaborazione ai programmi educativi e delle offerte formative nella scuola e nella comunità.

 

 

                                                     Paolo Brondi


 


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