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Ferrovia Retica e Tirano si preparano per l’Unesco 
Iniziati gli interventi di miglioramento sulla linea e si inaugura la nuova gestione di Alp Grüm, terrazzo sul ghiacciaio del Palù
10 Febbraio 2007
 

Lo scorso 21 dicembre, presso la sede Unesco di Parigi (agenzia delle Nazioni Unite che si occupa della salvaguardia dei beni culturali e ambientali della Terra), alcuni studenti della scuola di Poschiavo hanno consegnato il dossier per la candidatura della Ferrovia Retica e della Città di Tirano al riconoscimento di sito del “Patrimonio mondiale dell’umanità”.

Ferrovia Retica nel paesaggio culturale Albula/Bernina” è il nome del progetto presentato che, essendo stato allargato all’intero tratto della linea del trenino rosso che arriva sino a Tirano, rappresenta un ambito transfrontaliero per una candidatura che, se tutto andrà secondo le aspettative, dovrebbe vedere il suo riconoscimento nell’estate del 2008, andando ad incrementare i 41 siti italiani e gli 830 siti nel mondo già riconosciuti (644 beni culturali, 162 beni naturali, 24 beni misti) per un totale di 182 Stati membri della Convenzione Unesco.

Infatti, se il comprensorio originario della zona proposta a patrimonio comprendeva inizialmente solo la fascia percorsa dalla Ferrovia da Thusis a Campocologno, intensi rapporti diplomatici tra Svizzera e Italia nonché colloqui a livello delle autorità locali, al di qua e al di la dal confine, il territorio proposto a “Paesaggio culturale” è stato esteso sino a Tirano diventando così un progetto transnazionale. Nella scorsa estate la Fondazione ProVìnea “Vita alla Vite di Valtellina” Onlus, sostenuta, tra gli altri, dal Comune di Tirano, si è accollata la responsabilità per il tratto italiano della candidatura e, in pochissimo tempo ha predisposto un ricco dossier che in dicembre è stato presentato a Parigi; un lavoro che ha fatto onore a tutta la Fondazione e in particolare al suo presidente, Domenico Triaca, e al direttore, Sandro Faccinelli.

Tirano, “Terra di storia” come recita lo slogan che recentemente la Città si è scelta ad indicare radici antiche e passati avvenimenti di portata europea, potrebbe dunque veder riconosciuta internazionalmente la sua importanza storico-architettonica con l’ambitissimo riconoscimento dell’organismo ONU, che porterebbe la nostra città – con la sua Basilica, il centro storico, le chiese di Santa Perpetua e San Remigio, la fortezza di Santa Maria ed altro – a livello culturale di siti importantissimi e universalmente conosciuti in Italia e nel mondo. Tutto grazie – è bene non dimenticarlo – a quel bel trenino rosso che da quasi 100 anni (li compirà nel 2010) è parte integrante ed irrinunciabile della vita tiranese e che, partendo dalla nostra città, percorre la ferrovia più alta d’Europa toccando i 2256 metri sopra il mare.

Nell’ambito di questo importante passo che la Retica e Tirano attendono con trepidazione, si prevede un notevolissimo incremento del flusso turistico (qualcuno avrebbe ventilato: 500 mila presenze annue a Tirano) e si inserisce una serie di iniziative previste per migliorare e valorizzare sia la ferrovia che la città. L’intero percorso è interessato da lavori di miglioramento e si moltiplicano le azioni per abbellire e rendere più funzionale l’uso del treno; sino al termine del mese di marzo, ad esempio, la stazione di Tirano del trenino rosso resterà chiusa proprio per lavori di ristrutturazione che vedono impegnata una somma di 13 milioni di franchi (oltre 8 milioni di Euro), mentre altri lavori sono previsti nelle stazioni di Cadera, Ospizio Bernina e Morteratsch.

Anche uno dei punti più belli e panoramici del percorso, la stazione di Alp Grüm, con albergo e ristorante, di proprietà della Ferrovia Retica, dopo la chiusura stagionale ha riaperto i battenti con uno staff tutto nuovo e un’offerta turistica dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, di primissimo ordine. Siamo a 2091 metri di altitudine, con uno sfondo del tutto singolare rappresentato dal ghiacciaio del Palù: la località, infatti, viene anche chiamata “il terrazzo sul ghiacciaio” ed è visitato ogni anno da centinaia e centinaia di turisti provenienti da vari paesi.

Il 15 gennaio è stata inaugurata la “nuova stagione” di Alp Grüm, alla presenta di numerose autorità fra le quali il podestà di Poschiavo, Tino Zanetti, Agnese Iseppi e Hanspeter Danuser (Direttori enti turistici della Valposchiavo e di St. Moritz), il direttore di ProVìnea, Sandro Faccinelli, giornalisti svizzeri e (per la prima volta proprio nel quadro del progetto comune “UNESCO”) giornalisti italiani. Hanno fatto gli onori di casa, oltre ai nuovo gestori, Elisabeth Erben e Primo Semadeni, anche Silvio Briccola, vicedirettore e capo del dipartimento finanze della Ferrovia Retica; Thomas Baumgartner, altro vicedirettore, nonché il responsabile Immobili, Senti, ed il capo Ufficio Stampa, Härtli. Ad Alp Grüm i turisti possono trovare un ristorante con staff di cucina in buona parte italiano, confortevoli stanze ed anche una camerata a 12 posti (il cosiddetto lagher); lo stesso Chef, nonostante sia originario di Chiuro, abita a Tirano; si tratta di Claudio Pedrotti. Sostare nell’ospizio e svegliarsi alla mattina con di fronte il ghiacciaio è una sensazione incredibile e la visita si trasforma così in un’eccezionale esperienza diventando un tutt’uno con l’ambiente alpino e la centenaria ferrovia che entra a far parte della natura.

Un impegno notevole da parte di tutti quello che ci si aspetta per l’auspicato traguardo del 2008; impegno al quale sono chiamati tutti: autorità, politici, operatori culturali, operatori turistici, tecnici, enti ferroviari, scuole, cittadini.

Dobbiamo tutti renderci conto di cosa significherebbe per la Città e per il treno, diventare patrimonio dell’umanità!

Qualche tempo fa capitava di leggere in Internet un’opinione che metteva in evidenza l’attenzione posta verso le stazioni svizzere della Retica e, lamentava invece una poca attenzione verso il buon mantenimento della stazione tiranese della ferrovia italiana per Milano. Se da una parte la lamentela era ben giustificata pensando a sporcizia, sgradevoli graffiti (non engadinesi!) e mancanza di buon gusto negli arredi, dall’altra bisognerebbe pensare alle oggettive difficoltà nel mantenere bella una città come la nostra, flagellata da idioti ed ignoranti che non sanno fare di meglio che distruggere e insozzare a discapito di tutto e di tutti. A tal proposito, tanto per cominciare, non sarebbe ora che il “Palazzo”, già così attento all’aspetto della Città, pensasse a ordinare una salata e scoraggiante multa per quei “cittadini” che, incuranti del buon senso e del buon gusto, dappertutto sul territorio comunale buttano in terra carte e rifiuti?

Nell’autunno passato, accompagnando i bambini delle scuole elementari nel “Girotondo storico” dicevamo: sareste d’accordo se scrivessimo una lettera al Sindaco per chiedere di applicare una multa per i “cittadini maialini”?

Ci sentivamo rispondere: “Certo che siamo d’accordo; anzi: quando è pronta portacela che la firmiamo anche noi!” I bambini hanno coscienza, ci siamo detti!

Forse ci si sta già pensando ma l’argomento merita di tornare a parlarne con più calma e attenzione.

 

Pietro Maletti

(da Tirano & dintorni, febbraio 2007)


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