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Alessandro Benvenuti. Capodiavolo 
Lo spettacolo di teatro musicale diventa anche un libro (musicale) per Morgana Edizioni
11 Novembre 2008
 

Libreria La Feltrinelli
Via dei Cerretani 30r Firenze
mercoledì 12 novembre ore 18:00

Presentazione del libro e del Cd con i testi teatrali e le canzoni del concerto spettacolo

Capodiavolo
di
Alessandro Benvenuti
Morgana Edizioni, pagg. 96, con cd, € 18,00

Interverranno: Enzo Brogi e Igor Vazzaz
Proiezione delle fotografie
di Marco Paoli
Saranno presenti l'autore e l'editore

 

 

Dall’11 al 16 novembre 2008 al Teatro “Puccini” di Firenze debutta Capodiavolo il nuovo spettacolo di teatro musicale scritto, diretto, raccontato e cantato da Alessandro Benvenuti con i musicisti Antonio Superpippo Gabellini (chitarre), Arlo Bigazzi (basso elettrico e acustico), Vittorio Catalano (ciaramella, sax soprano, flauto traverso, friscaletti, marranzano), Sergio Odori (cajon, darbuka, glockenspiele, marimba, crepitacoli) e Marzio Dal Testa (batteria). Siamo in un clima da “amici miei”, Toscana all’ennesima potenza, e da qui non poteva che partire lo spettacolo per iniziare la sua tournée per l’Italia.

Capodiavolo è anche un libro, edito da Morgana Edizioni, che contiene il cd con le canzoni dello spettacolo e che verrà presentato mercoledì 12 novembre alle ore 18:00 presso la libreria La Feltrinelli in via dei Cerretani 30r a Firenze.

 

Il libro Capodiavolo, a cura di Alessandra Borsetti Venier, è un canzoniere ben calibrato formato da tre parti distinte: due sono costituite da testi e una da fotografie.

La prima parte riporta tutti i testi in prosa e delle canzoni del concerto-spettacolo. Benvenuti racconta attraverso le parti recitate, ora in forma di monologo ora attraverso il dialogo con gli amici musicisti, la sua vita di artista in tournée e confessa al pubblico la natura del pedaggio che si paga alla vita per essere quello che il caso lo ha destinato a essere. In realtà il dialogo c’è solo per battute e, soltanto attraverso ammiccamenti, accenni e lazzi si intuisce che cosa si dicono Benvenuti e i suoi amici viaggiando per l’Italia.

I testi di una ventina di canzoni sono squarci autobiografici che attraversano la sua vita, dalla prima “Altrove” scritta appena ventenne dove confessa: A volte mi ritrovo in un Altrove / In questo posto che non so neppure se l’ho scelto io / È un’isola che vado ad abitare ogni qual volta / Mi sento inadeguato e allora vado e me ne sto un po’ lì…; all’ultima canzone che, scrive Benvenuti, «penso di scriverla domani, al massimo dopodomani, devo solo trovare il tempo». Il tentativo riuscito è stato quello di aver sperimentato in musica il suo personale linguaggio comico: l’autore ha messo insieme poesia e ironia per narrare in forma lirica i cambiamenti esistenziali sia interiori che esteriori in rapporto alla sua carriera artistica. E anche cercando «quella parte sconosciuta di me comico», come ammette di aver fatto nel rendere pubblici materiali ripresi dai suoi taccuini e diari personali o dagli scritti inediti di lavori attualmente in cantiere. Il filo rosso che unisce prosa e canzoni è l’inquietudine che - dice Benvenuti - «sembra diventata per tutti l’unica condizione nella quale si è costretti a vivere qualunque sia il nostro segno zodiacale». Come nel testo della canzone “Perturbazione (Perturbati in azione)”: […] Cieco sbanda il mio cervello / Muove in folle fra il nulla e le stelle / “Amo la tua calda pelle” / Dico e mi sistemo le palle /… Che mi restan solo quelle / L’arte la poesia la filosofia i moti del cielo / Il dolcestilnovo l’alchimia l’uomo sogna il volo […]

Dunque, questa prima parte del libro è costituita dai testi di Benvenuti che, arrangiati, suonati e cantati - quelli delle canzoni -, uniti alle prose che formano la trama del concerto-spettacolo, sono caratterizzati dallo stile della sua scrittura tagliente, divertente, viscerale. “La scrittura è il mio paese” scrive Benvenuti.

La seconda parte del libro è una sezione di fotografie realizzate da Marco Paoli in due momento distinti. Alcune sono riprese durante un concerto di Benvenuti e la Banda Improvvisa al teatro “Dante” di Campi Bisenzio, altre durante la registrazione del cd Capodiavolo al teatro di Cavriglia. Non si tratta di una documentazione né di un resoconto fotografico ma di immagini che suggeriscono una suggestione, un’atmosfera. Per questo le foto sono volutamente “non definite” sgranate e sfuocate per dare movimento e rendere la profondità emotiva di quei momenti.

La terza parte raccoglie contributi, curiosità e testi critici dei testimoni che hanno partecipato e condiviso in modi diversi questa avventura e che sono in ordine di “apparizione”: Alessandra Borsetti Venier, Giampiero Bigazzi, Felice Liperi, Enzo Brogi, Franco Cordelli, Francesca Pieraccini, Arlo Bigazzi, Manrico Ferrucci e Igor Vazzaz.

Alessandra Borsetti Venier titolare della Morgana Edizioni, è anche l’editore di altri libri di Benvenuti come Benvenuti a casa Gori, Ritorno in casa Gori, Sul set di Ivo il tardivo, Il mitico 11, e delle due biografie artistiche Camaleonte o tarlo? e L’autore nudo. Ha curato il libro Capodiavolo e, in particolare, ha scelto di inserire alcuni dei disegni di Benvenuti estrapolandoli dai suoi diari personali. Chi conosce i suoi taccuini fittissimi di appunti, sa che il segno della scrittura spesso diventa disegno, e che con essa si fonde e si confonde. Forse esercizi di quotidiana meditazione cercando di disciplinare i percorsi più intimi quando la bussola non funziona? Chissà! Ci sono temi ricorrenti e declinati in decine di varianti come i cipressi, le code o le frecce. I cipressi sono già stati pubblicati nel libro L’autore nudo così, visto il titolo di questo nuovo libro, non potevo che scegliere alcune delle sue code/frecce appuntite, aggrovigliate, doppie, interrogative, bucate, multiformi… Geometriche ossessioni che nella trama di queste pagine autobiografiche, ora, abitano.

Giampiero Bigazzi musicologo e patron della storica etichetta toscana Materiali Sonori si è scelto il ruolo del memorialista. Come testimone e co-protagonista dei fatti, ricorda la genesi di questa storia così inaspettata. “Come l’autore si mise a scrivere e a cantar canzoni” è il titolo del suo testo che ripercorre la storia di Capodiavolo, una storia breve, molto recente, anzi in corso… che comincia da quando Alessandro capì che poteva rimettersi con serietà a scrivere canzoni.

Felice Liperi critico musicale, storico della canzone italiana, regista radiofonico di Fahrenheit e suo dirimpettaio di casa a Roma. Dopo averlo sentito cantare “L’impiegato” di De André, definendolo l’interprete ideale per quel “soggetto”, confida che questo sia un nuovo capitolo della sua carriera artistica.

Enzo Brogi consigliere della Regione Toscana. Già sindaco di Cavriglia e amico di Benvenuti fin dalla giovinezza… tanto che ricorda quando l’ha conosciuto da ragazzo con gli “improbabili” Vercingetorige Six Company di Pontassieve e poi folksinger solitario, impegnato e anche un po’ surreale.

Franco Cordelli patriarca della critica teatrale. Da arguto osservatore definisce Capodiavolo “un concerto autobiografico imperdibile”.

Francesca Pieraccini organizzatrice e assistente racconta i piccoli cerimoniali prima degli spettacoli, le fissazioni del nostro autore durante i backstage quando è frenetico, preso dal nervosismo, con i suoi ripassi last minute, le discussioni ingarbugliate. Insomma alcuni flash della quotidianità di un artista che praticamente vive in simbiosi con il suo cellulare.

Arlo Bigazzi musicista, produttore, bassista. Un carattere scorbutico da antico toscano collinare, ma cuore e mente dell’intero progetto. Il titolo del suo testo “Io l’adoro quest’omo” la dice lunga: è un racconto vero e proprio nel quale Bigazzi ricorda le tappe che hanno portato alla realizzazione di Capodiavolo, da quando si ritrovarono - dopo il primo incontro al tempo dei Giancattivi - tre anni fa, per il progetto “Benvenuti… all’improvvisa!”e di ebbe inizio la sua collaborazione musicale con l’attore regista e drammaturgo. «Tutto cominciò», scrive Bigazzi, «quando gli feci sentire - a sorpresa - un suo brano giovanile che avevo trovato per caso. Forse fu davvero un errore riesumare quel brano, perché - ne sono certo - fu in quel preciso momento che all’attore regista e drammaturgo Alessandro Benvenuti iniziò a guizzare nella mente l’idea di poter diventare anche cantautore. Fu da quella sera che iniziò il mio personale calvario».

Manrico Ferrucci direttore del Teatro “Verdi” di Pisa, uomo «oltre il teatro e le idee», come lo definisce Benvenuti. Ferrucci, dopo averlo sentito interpretare al Teatro “Verdi” nel marzo del 2005, in una serata piena di amici e ricordi dedicata a Giorgio Gaber, una magistrale “Shampoo” di Gaber/Luporini che fece esplodere il teatro, ammette di aver scoperto nel recente Benvenuti un autore di canzoni all’altezza dell’interprete. E lo considera come l’unico possibile creatore di un nuovo originale teatro-canzone non mimetico del grande Gaber.

Igor Vazzaz studioso di teatro, di cinema e di musica. Già biografo di Benvenuti con il libro L’autore nudo pubblicato da Morgana Edizioni. In Capodiavolo traccia il profilo di un attore innamorato della musica e della sua carriera ormai più che trentennale. Carriera che è sempre stata contraddistinta da un costante e convinto nomadismo espressivo, votato alla contaminazione e al confronto con generi diversi, dal cantautorato al cabaret, dal teatro alla televisione sino al cinema. Musica e suono rappresentano una polarità che in Benvenuti ha sempre esercitato un’irresistibile attrazione e che in questo concerto-spettacolo trova uno sbocco quasi naturale, in una linea di lungo periodo che caratterizza il percorso multiforme di un artista mai cristallizzato nell’autocompiacimento, ma sempre in cammino e sempre alla ricerca.

 

Perché questo titolo, Capodiavolo? Così era soprannominato suo zio Fosco che da ragazzo era una peste, per qualcuno un vero capodiavolo. Racconta Benvenuti: «Ho chiesto allo zio se poteva prestarmi il suo antico nomignolo per applicarlo a mio padre che in fondo era suo fratello maggiore. E lui, che è sempre stato buono con me: “Piglialo pure - mi ha detto - tanto tu fa’ sempre icché ti pare!”».

«Come autore e figlio» scrive Benvenuti, «ho dedicato a mio padre cinque spettacoli teatrali, due film e una poesia… e ora persino una canzone» che finisce con queste parole: Così perse i denti e buttò via gli occhiali / A un vedovo tanto gli bastan le chiavi / Guardando una foto di mamma Graziella / Un giorno si spense e anche lui ora brilla. E che per Benvenuti è la canzone più bella dello spettacolo.

 

 

Alessandro Benvenuti www.alessandrobenvenuti.net

Materiali Sonori www.materialisonori.it

Morgana Edizioni www.morganaedizioni.it


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