Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Spettacolo > In tutta libertà
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Gianfranco Cercone. “Shéhérazade” di Jean-Bernard Marlin
19 Aprile 2020
 

Uno dei miti, o dei pregiudizi, che allignano nella mentalità corrente, e che possono ritrovarsi anche nei film, è che i buoni o i cattivi siano essenzialmente tali; come se insomma si nascesse buoni o cattivi e si fosse destinati a mantenere per sempre questa identità.

Così formulata è un'idea evidentemente ingenua e irreale; eppure ad alcuni potrà sembrare più ragionevole un suo corollario: che cioè il delinquente, il criminale, sia divenuto tale per una specie di tara genetica, che sia un individuo “perduto”, che sia un’illusione da idealisti la prospettiva di una sua trasformazione, di un suo riscatto.

Il film Shéhérazade, diretto da Jean-Bernard Marlin, vincitore di un Premio César per la Migliore Opera Prima (così come i suoi due attori protagonisti hanno vinto un César come attori esordienti), è un film che in Italia non è mai stato distribuito nelle sale, ma che è approdato direttamente su Netflix, come capita ad alcuni film d'autore, “piccoli” da un punto di vista produttivo.

Il protagonista è un giovane delinquente, all’inizio del racconto appena uscito dal carcere minorile di Marsiglia. Dovrebbe essere affidato alla tutela della madre, la quale però si trova in una situazione lavorativa e familiare talmente disastrata che, pur volendo bene a suo figlio, non si ritiene in grado di occuparsi di lui. Il giudice pensa allora di affidarlo a un istituto di Tolone, ma lui non vuole saperne, fugge, e si riunisce a Marsiglia a una banda di giovani criminali, come lui di origine araba, pronto a tornare a guadagnarsi da vivere attraverso lo spaccio.

Già da queste informazioni, si sarà intuito che il giovane è di un temperamento ribelle, impulsivo, refrattario alle costrizioni sociali, per nulla disposto a ravvedersi, almeno secondo i principi che gli sono suggeriti dagli assistenti sociali. Beninteso: il film non lo descrive come un tipo truce e crudele. Se la sua fisionomia è contrassegnata una folta e disordinata massa di capelli crespi biondo-scuri, il suo carattere è solare, disposto all’allegria, a improvvise manifestazioni di affetto, che però possono essere rapidamente seguite da collere, a volte anche violente. È un tipo, insomma, che ha qualcosa del selvaggio, a volte buono, come, secondo una teoria, possono esserlo appunto i selvaggi.

I suoi amici della banda di Marsiglia non sono più disposti ad arruolarlo come spacciatore, essendo ormai lui un pregiudicato. Ma, per festeggiare la sua uscita dal carcere, gli pagano un incontro con una prostituta.

Ed è così che il giovane conosce Shéhérazade, la ragazza che dà il titolo al film, la quale, fin dal primo incontro, sfida la sua mentalità che non è soltanto maschilista, ma che anche, in base a principi religiosi – lui è musulmano - condanna, disprezza le prostitute. Ora, lei è disposta prostituirsi, ma non per questo a lasciarsi umiliare dal suo cliente, che lei tratta da pari a pari.

E se il ragazzo finirà per diventare il suo protettore, con un rovesciamento dei ruoli tradizionali non sarà per sua imposizione, ma perché la ragazza – giovane come lui, che ha bisogno di qualcuno che sia pronto a difenderla nella vita di strada – lo indurrà riluttante a quel compito. Riluttante, perché il ragazzo si innamora di lei; e favorire gli incontri di Shéhérazade con altri uomini, non soltanto fa sanguinare la sua gelosia, ma contraddice anche la sua idea di onore maschile.

Sono conflitti interiori che si acuiranno quando la ragazza finirà vittima di uno stupro, proprio ad opera dei ragazzi della banda del suo innamorato. E questi, guidato dall’amore, dovrà decidersi una volta per tutte a rescindere quei suoi vecchi legami, a rinunciare all’omertà, e a rinnovare le sue concezioni morali e la sua personalità.

È una vicenda che ricorda un po’ quella del capolavoro di Pasolini Accattone, che il film cita esplicitamente, per esempio quando accompagna immagini di vita marginale e degradata, con la musica sacra. Ma se il film di Pasolini aveva un esito tragico, il film di Marlin è più ottimistico. Anche grazie alla rieducazione al lavoro offerta dal carcere, il protagonista sembra diventare un uomo migliore, più civile e più moderno. Senza però che questa sua trasformazione risulti nel racconto forzata, imposta da un intento dimostrativo: perché anzi una qualità del film è che il disegno dei personaggi si mantiene sempre veritiero ed incisivo.

Da vedere, su Netflix.

 

Gianfranco Cercone

(Trascrizione della puntata di “Cinema e cinema”
trasmessa da Radio Radicale il 18 aprile 2020
»»
QUI la scheda audio)


Articoli correlati

  La poesia degli Eretici. In Brianza per PoesiaPresente2008
  “PREMIO MONDELLO” 2006
  Maria Lanciotti. “La Pantera siamo noi” trent’anni dopo 2
  “Pier Paolo Pasolini, il cinema, l’amore e Roma” di Gordiano Lupi e Patrizio Avella
  “Orgia” di Pier Paolo Pasolini
  Gordiano Lupi. “Tutti al mare” (2011) di Matteo Cerami
  Gianfranco Cercone. “Pasolini” di Abel Ferrara: troppo esatto per essere vero
  Gabriella Sica: L’artista e la croce. Caravaggio e Pasolini
  Roberto Malini. Omofobia di Eugenio Montale
  Anna Lanzetta. Omaggio a Matera 3
  Cosimo Cinieri in “Pier Paolo, Poeta delle ceneri”
  RICORDANDO PASOLINI
  Antonella Pierangeli. L’eresia e la visione: Pasolini l’impuro in un Paese orribilmente sporco
  Pier Paolo Pasolini (Mediane Libri)
  Salò o le 120 giornate di Sodoma, il Pasolini più discusso al Cinema Eden
  Walter Lazzarin. Pillole per prendere premi prestigiosi
  Franco Morelli e le sue “genti”
  Alberto Figliolia. Più dei santi, meno dei morti
  Maria Lanciotti. Cent’anni di Pasolini, “Una vita violenta”
  Pier Paolo Pasolini, «La sua morte è un drammatico, disperato rapporto con la madre»
  Luigi Zuzzi. Storia di Ciampino (Roma) ‒ 5. E poi… i palazzoni sulle macerie dei villini
  Gianfranco Cercone. “Porno-teo-kolossal”: l’Epifania secondo Pasolini
  Gianfranco Cercone. “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini
  Pier Paolo Pasolini. Il sogno di una cosa
  Istituzioni/ Intervista ad Alessandra Borsetti Venier
  Pier Paolo Pasolini: Il padre selvaggio. Ri-lettura di Maria Lanciotti
  Gordiano Lupi. Nasce inCONTROPIEDE, editore sportivo
  Maria Paola Forlani. Pasolini 100 anni
  Gordiano Lupi. Quattro consigli di lettura
  Gianfranco Cercone. “Uccellacci e uccellini” di Pier Paolo Pasolini
  Gianfranco Cercone. “La macchinazione” di David Grieco: Pasolini inghiottito in un incubo
  Maria Lanciotti. Bignamino di una cronaca non ancora storicizzata – 4
  Iniziative/ La meglio gioventù di Pier Paolo Pasolini e Racconti ambigui di Enzo Siciliano
  Giuseppina Rando. Una nota su Educazione e Scuola
  Gordiano Lupi. I libri di cinema editi da Mediane
  Pasolini su Israele e il mondo arabo
  Emanuele Trevi. Qualcosa di scritto
  Sergio Anelli. L’assassinio lento di Pasolini
  Gianfranco Cercone. “Foxtrot – La danza del destino” di Samuel Maoz
  Maria Paola Forlani. Il cinema cristologico
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 3 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy