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Ernesto Morales. Prologo al Pequeño Hermano
14 Luglio 2010
 

Finalmente sì, ho ceduto alla necessità. Mi sono chiesto molte volte quanto tempo avrei resistito alla tentazione, allo stimolo, e posticipavo la risposta, come si fa con qualcosa di scomodo o inevitabile.

Perché ammettere la necessità di un blog, di questi tempi, significa un po’ mettersi al passo con la moda, e non mi vergogno di ammettere che giudico puerile tutto ciò che è di moda. A volte senza discriminare. È per questo, che spesso mi scervello.

Quando si verificano gli eventi la mia stupidità viene sconfitta e mi dico: ci sono delle volte in cui la moda ci salva e ci redime. Ci riempie i polmoni di ossigeno quando la routine sembra averci intossicato, e ci apre nuove strade, belle come soluzioni.

Da li nasce la mi abdicazione. E di conseguenza, da li nasce questo Pequeño Hermano. Dall’aver comprovato che, senza la propria voce, gli uomini bloccano i pensieri. Pensieri accumulati diventano materia che necessita espansione, altrimenti si rivolta contro se stessa, cozza contro le pareti del cranio, si autodistrugge.

Per evitare che ciò accada siamo dotati della voce. La voce orale o quella scritta. Abbiamo però bisogno di usarla. E se nessuno dietro di te ti fornisce il luogo per estenderla, se ti chiudono le piazze e i parchi, se ti proibiscono di gridare o di scrivere un giornale, bisognerà cercare qualcosa, no? La parola alternativa è diventata cosi imprescindibile che se nella nostra lingua non esistesse, dovremmo inventarla.

Questo blog è uno sguardo dal basso. In controcorrente. Ma è uno sguardo che non ammette bende sugli occhi, né tollera pregiudizi. Perché anche se al Grande Fratello pesi molto, e anche se si sforza di impedirlo (come colui che bruciava gli spartiti a Johann Sebastian Bach, e non gli lasciava suonare il clavicordo liberamente), il Piccolo Fratello ha occhi per vedere. E per fortuna, una voce chiara, e molto sincera, che come il Grande Fratello, sa parlare.

 

Ernesto Morales

(da El Pequeño Hermano, 9 luglio 2010)

Traduzione di Francesca Desogus

desogus.francesca@tiscali.it


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