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Usciamo dal Silenzio. Onorevole Carfagna, si dimetta!
06 Settembre 2009
 

Il Presidente del Consiglio Berlusconi ha citato per danni l'Unità “rea” di aver parlato del suo comportamento “istituzionale” nei confronti delle donne.

Scrive il legale: «Affermazioni false e lesive dell'onore del premier, del quale hanno leso anche l'identità personale presentando l'onorevole Berlusconi come un soggetto che di certo non è, ossia una persona con problemi di erezione...»

Se non fosse drammatico, sarebbe ridicolo... o viceversa.

Di onorevole ormai ci è rimasto solo il titolo.

Sono le donne che dovrebbero citare per danni il Presidente del Consiglio Berlusconi!

Tutte quelle donne che si sentono offese dall'essere rappresentate da cotanto Presidente, ma anche da una Ministro alle Pari Opportunità come l'on. Carfagna.

Non porterà a nulla, ma anche noi donne di una piccola provincia, cenerentola delle province nell'estremo nord della Lombardia, abbiamo inteso far sentire la nostra voce attraverso un appello con il quale chiediamo alla Ministro Mara Carfagna di rassegnare le proprie dimissioni.

E lo facciamo anche alla soglia dell'appuntamento “G8 Donne” dedicato al tema della violenza sulle donne, in cui la Ministro Carfagna farà sfoggio di discorsi ben confezionati.

Vale la pena di ricordare che come primo atto di insediamento la Ministra si è fatta scippare 20 milioni di euro che erano destinato al fondo contro la violenza sulle donne! QUANDO SI DICE ...LA COERENZA.

 

per il movimento donne UsciamodalSilenzio di Sondrio
Marina Pensa


Potete aderire all'invito di seguito riportato
iscrivendovi al gruppo creato su facebook

Onorevole Carfagna, faccia
qualcosa di onorevole: si dimetta! –
mandando una mail a
sondrio.uds@gmail.com




Movimento donne UsciamodalSilenzio

Sondrio


Che Mara Carfagna ricopra indegnamente la carica di Ministro delle Pari Opportunità non è, purtroppo, un fatto di oggi: nulla nel suo curriculum lasciava presagire una sua tale opportunità.

Parliamo infatti di una donna che non aveva i requisiti per affrontare l'impegno di nessun ministero, ma che per le Pari Opportunità era persino controindicata, viste le sue apparizioni in calendari che sono emblema della mercificazione del corpo e dell’azzeramento dei valori femminili.

Messa alla prova dei fatti, ha rivelato tutta la propria inadeguatezza e una totale mancanza di autonomia da misure propagandistiche e moralistiche del Governo lesive della dignità della donna:

  • primo atto di insediamento azzera il fondo “violenza contro le donne”;

  • nega il patrocinio al Gay Pride;

  • sostiene politiche di lavoro che sono discriminanti per le donne;

  • permette la destituzione della Consigliera Nazionale di Parità;

  • offende la storia del femminismo;

  • rallenta la legge sullo stalking per proporne una “tutta sua”;

  • non prende parola sulla questione crisi in relazione al lavoro femminile;

  • plaude all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne del pubblico impiego;

  • ristruttura il sito del ministero togliendo le pagine che riguardano il diverso orientamento sessuale (e non cita nella sua biografia il proprio percorso “professionale” precedente);

  • non interviene in difesa della dignità femminile nelle numerose occasioni in cui esponenti del Governo si sono espressi in modo volgare ed irrispettoso nei confronti delle donne;

  • scarta dal proprio vocabolario parole significative quali: laicità, libertà di scelta e autodeterminazione.

Gli scandali che vedono coinvolto il Presidente del Consiglio danno pienamente conto dei criteri di selezione delle figure femminili alle candidature e alle cariche politiche, criteri basati su frequentazioni discutibili e su favori sessuali.

Oggi appare chiaro che la nomina di Mara Carfagna a Ministro delle Pari Opportunità ha costituito, da parte del Presidente del Consiglio, un puro atto di spregio e di sberleffo nei confronti delle donne che ogni giorno si impegnano, studiano, faticano dentro e fuori casa.

Un atto di spregio e di sberleffo sostenuto dalla stessa Ministro, che purtroppo si rinnova ad ogni sua dichiarazione e che non intendiamo più continuare a subire.


Per queste ragioni chiediamo alla Ministro Mara Carfagna un atto di responsabilità: quello di rassegnare le proprie dimissioni.


Sondrio, 5 settembre 2009


Marina Pensa, Roberta Songini, Michela Felappi, Martina Simonini, Antonella Pizzini, Stefania Serina, Gloria Busi, Chiara Giugni, Paola Bonomi, Loredana Gianatti, Liliana Patricia Velez, Claudia Palombi, Tiziana Gatti



Qui puoi firmare la petizione

On. Carfagna faccia qualcosa di onorevole: si dimetta”


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