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“Danilo Dolci”. Trieste. Con le vittime, contro le guerre
04 Novembre 2008
 

È nostra intenzione riproporre a Trieste un 4 novembre di pace, in memoria delle vittime della prima guerra mondiale e di tutte le guerre. D'accordo con Movimento nonviolento, Beati i costruttori di pace, Peacelink, Centro per la pace di Viterbo e tante altre realtà. Realizzeremo una cerimonia simbolica con deposizione di un omaggio al monumento ai caduti, a S. Giusto luogo di partenza della tradizionale Marcia di pace il primo gennaio. Il ritrovo è fissato per oggi 4 novembre alle ore 17, in orario e luogo distanti dai chiassosi festeggiamenti di questi giorni.

La realtà storica dice: il costo umano della guerra fu per l'Italia di 680.000 morti, un milione e cinquantamila feriti, di cui 675.000 mutilati. Le vittime di tutti i paesi coinvolti furono 10 milioni. Questa la conseguenza di una folle decisione del re e del governo, presa contro la volontà del Parlamento (450 su 508 deputati contrari) col pretesto di liberarci. 2.405.000 italiani, poveri, contadini e operai, furono uccisi, feriti o mutilati, per conquistare all'Italia le terre irredente, più facilmente ottenibili per via diplomatica, come sostenuto da Giolitti.

Ricordiamo pertanto, con rispetto e pena, le vittime civili e militari di tutte le guerre. I morti della prima e della seconda guerra mondiale, delle guerre in Afghanistan, Iraq, Israele, Palestina, Cecenia, Congo e Tibet; siano essi civili o militari, uomini o donne, italiani o di altre nazioni.

Crediamo di rendere più onore alle vittime lavorando per mettere fuori la guerra dalla storia, escluderla dalla politica; per sciogliere gli eserciti; istituire corpi civili di pace; costituire la polizia delle Nazioni Unite.

Se ci battiamo per la morte della guerra, possiamo ricordare le vittime del passato, senza più offenderle. Così ci dissociamo dalle cerimonie ufficiali. Il popolo della nonviolenza deve dire no alla guerra, in nome della pace, della Costituzione e dei diritti umani. In nome degli italiani che furono costretti a morire. Anche dei disertori, che non vollero partecipare all'«inutile strage», definizione della grande guerra di papa Benedetto XV. Chi non combatteva, veniva spesso fucilato dai carabinieri; il sentimento di pace degli italiani fu violentato da un militarismo spietato, che avrebbe presto aperto le porte al fascismo.

Trieste, non a caso, è stata scelta per celebrare il novantennale dalla “vittoria”. Siamo porto militare nucleare, assieme a Capodistria. Ci troviamo, in Friuli Venezia Giulia, in compagnia della base aerea nucleare di Aviano, della nuova base missilistica di Rivolto (collegata allo “scudo spaziale” di Bush) e di diversi reparti italiani operativi all'estero, fortemente impegnati in Afghanistan, per il quale chiediamo, al posto delle armi, una vera missione di pace.

È nostra intenzione scrivere prossimamente al Presidente della Repubblica, per perorare la causa di una Trieste, cara al cuore degli italiani, per la pace, non per la guerra. La causa di una città che ha scritta l'Europa nella sua stessa carne. Per proporre che qui venga celebrata la Giornata nazionale della Pace, istituita dal Parlamento il 4 ottobre di ogni anno, e la Giornata della Nonviolenza, istituita il 2 ottobre 2008 dalle Nazioni Unite.

Su tutto questo chiederemo agli enti locali e alle associazioni della provincia e d'oltreconfine di esprimersi.

 

Comitato pace convivenza e solidarietà “Danilo Dolci” di Trieste

(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 4 novembre 2008)


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