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Oscar Elías Biscet. Per Cuba serve una “rivoluzione dei diritti umani”
15 Marzo 2011
 

Tre giorni dopo essere uscito di galera, il dissidente Oscar Elías Biscet, figura di primo piano tra gli oppositori al regime cubano, ha chiesto nel corso della sua prima conferenza stampa da uomo libero che i fratelli Castro lascino il potere. «Cuba soffre una dittatura simile a quelle totalitarie di Hitler e Stalin. Va nominato al più presto un governo di transizione che porti alla liberazione da un regime oppressivo e liberticida», ha affermato Biscet.

Biscet ha chiesto l'immediata scarcerazione dei prigionieri politici e ha criticato la condanna a 15 anni di reclusione inflitta all'imprenditore nordamericano Alan P. Gross, colpevole soltanto di aver portato strumenti di comunicazione a gruppi indipendenti, con lo scopo di promuovere lo sviluppo della società civile a Cuba.

Biscet ha stigmatizzato le pessime condizioni delle carceri, nelle quali è stato recluso dal 1999, per scontare una condanna a 25 anni sotto l'accusa di aver attentato alla sicurezza dello Stato. La sua liberazione è una conseguenza dei negoziati tra il governo di Raúl Castro e la Chiesa Cattolica. Le recenti trattative hanno condotto alla liberazione di oltre 90 prigionieri politici, ma la maggior parte è stata esiliata in Spagna. Biscet ha chiesto con fermezza la scarcerazione di Librado Linares, José Daniel Ferrer e Félix Navarro, tre dissidenti ancora dietro le sbarre.

«Non ho nessuna intenzione di andare in esilio in Spagna. Sono qui per trovare soluzioni ai problemi urgenti per il mio paese. Il mio compito è quello di conquistare la libertà per il popolo cubano, affinché viva in pace e in prosperità. Dobbiamo esigere prima di tutto il rispetto dei diritti umani, la possibilità di avere partiti politici e libere elezioni. Successivamente potrei accettare la candidatura alla presidenza di un eventuale governo di transizione, sicuro che la mia azione servirebbe a migliorare le condizioni di un popolo che amo», ha aggiunto Biscet.

Biscet ha detto che Cuba attraversa un periodo di grave crisi economica e morale, ma non serve riformare il sistema, quanto estirpare il male alla radice e cambiare le fondamenta dello Stato. «Il movimento oppositore cresce giorno dopo giorno e ottiene risultati, come la limitazione della pena dei morte, degli aborti e alla possibilità di esprimere opinioni. Persino tra le fila del Partito Comunista ci sono simpatizzanti della dissidenza», ha detto con forza.

Biscet ritiene che a Cuba sia possibile ottenere un cambiamento radicale senza ricorrere alla violenza, ma ricorrendo alla rivoluzione dei diritti umani. «La Chiesa Cattolica ha fatto molto e in futuro potrà fare ancora di più, convincendo il regime a nominare un governo di transizione per cambiare Cuba senza rivolte di piazza e spargimenti di sangue. A mio parere il sistema ha i giorni contati».

 

Gordiano Lupi


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