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Doriana Goracci / Vincenzo Serra: Appesi. In morte di Francesco Mastrogiovanni
21 Agosto 2009
 

Nel giro di pochi giorni e proprio nel mezzo di agosto, riscrivo di Francesco Mastrogiovanni e questa volta è suo cognato che testimonia e chiede. Parole semplici e precise, seguite da molte domande. Per chi non sapesse di chi e di cosa sto parlando, e non sarebbe a-normale, si tratta di un maestro 58enne, anarchico, morto in circostanze tutte da dimostrare, legato ad un letto del reparto psichiatrico dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania alle 7:20 di martedì 4 agosto, in Trattamento Sanitario Obbligatorio: sono stati indagati per omicidio colposo tutti i medici del reparto psichiatrico.

Per chi prova “disagio” nel leggere certe cose, o pensa che sarebbe prudente non dirle, ribadisco che vanno non solo dette, denunciate e approfondite ma ritengo anche che non possano essere lasciate, tantomeno delegate, le nostre e altrui esistenze, appese, come fossero foglie, panni o animali ammazzati…, va raccolto, è necessario proporre, agire, per non essere agiti e trattati come merce e rifiuto, da tenere nascosto, prudentemente. Vincenzo Serra pensa anche ad un Comitato per Franco, mi sono resa disponibile ma tutto questo, come ogni fatto apparentemente personale, è anche politico e sociale, pertanto va fatto insieme, a partire dalla conoscenza e riconoscenza per chi ha dato, fino a morirne. Chiediamoci chi raccoglie i pomodori di questi tempi, prima di vederli appesi come si usava un tempo, a far bella mostra di sé, per poi degustarli.


Doriana Goracci



Testimonianza di Vincenzo Serra

(19/08/2009)


Un testimone oculare (figlio proprietaria campeggio Marina Piccola del comune di San Mauro Cilento) mi ha riferito che tra Francesco e le forze dell’ordine, all’atto dell’esecuzione dell’ordinanza del sindaco di Pollica, non c’è stata alcuna colluttazione, anzi gli è stato permesso di fare la doccia, ha bevuto un caffè e fumato anche una sigaretta. Soltanto in un primo momento Francesco ha tentato di fuggire buttandosi in acqua (mare). Ma la sua fuga non poteva sortire alcune effetto perché era guardato a vista da mare (guardia costiera) e da terra (parecchi carabinieri e polizia municipale di Pollica).

Mi hanno riferito che a Francesco subito dopo la sua uscita dall’acqua la dottoressa del reparto psichiatrico di Vallo ha praticato due punture. Il medico legale della famiglia che ha assistito all’autopsia invece fa cenno a segni di colluttazione sul corpo di Francesco oltre alle ferite ai polsi e alle caviglie. Personalmente ho avuto modo di vedere la ferita al polso sinistro: era alquanto profonda, non era assolutamente un graffio!

Tanti gli interrogativi? In un primo momento si parlava di 4 auto tamponate. Dopo di guida contromano nell’isola pedonale di Acciaroli (contromano nell’isola pedonale?).

Il sindaco di Pollica sulla base di quale certificato medico emette l’ordinanza di TSO? Francesco è stato visitato quando guidava contromano? Il Sindaco di Pollica può fare eseguire le sue ordinanze anche nel comune vicino di San Mauro Cilento? Quasi contemporaneamente è stato effettuato un altro TSO o quantomeno un’altra persona di Acciaroli (Attilio, amico di Francesco) è stato ricoverato presso il reparto psichiatrico di Vallo della Lucania (dove è morto Francesco). Il 3 agosto si reca presso il reparto di psichiatria di Vallo della Lucania la nipote di Francesco assieme al suo ragazzo. La ragazza si intrattiene con lo psichiatra di turno che definisce Francesco un tipo atipico e sconsiglia la visita parenti al degente (perché è legato?). Francesco dopo i fatti giudiziari dell’autunno del 1999 – condannato a 3 anni di reclusione a Vallo della Lucania ma assolto in appello a Salerno – subisce due o tre TSO. L’ultimo è stato tre o quattro anni addietro. In quelle occasioni a Francesco è stato sempre consentito comunicare telefonicamente con la famiglia. Stavolta solo una telefonata alla mamma quasi 80enne, la mattina del suo ingresso in ospedale e poi il silenzio. Perchè stavolta non è stato possibile?

Per la direzione sanitaria e anche per il primario si è trattata di una morte improvvisa e senza una causa ben definita. Per il primario 10 minuti prima stava bene (con le ferite ai polsi e alle caviglie ed ipersedato?) anzi Francesco aveva tranquillamente parlato con un infermiere. Ma con l’edema polmonare la morte è improvvisa? È possibile che né i medici del reparto e né il rianimatore intervenuto non si siano accorti che Francesco è morto per asfissia? Perché nella cartella non c’è alcun cenno alla contenzione? A Francesco per due sere non viene somministrata la terapia perché dorme (cartella clinica). Non era sufficiente la contenzione farmacologica?

Ci sarà giustizia per Francesco anche stavolta come a Salerno in appello per i fatti giudiziari con i carabinieri (anno 1999). Ero presente a Salerno (udienza in appello). L’udienza è stata introdotta con la relazione da parte di uno dei giudici del collegio (una donna). Ricordo molto, molto bene: il Presidente della Corte d’Appello nell’ascoltare la relazione si è messo le mani nei capelli. Il disagio psichico di Francesco si è evidenziato dopo questi ultimi fatti.

Perché Francesco ottenga giustizia (e Francesco a Vallo della Lucania non è stato mai fortunato sino alla fine) e perché la psichiatria a Vallo della Lucania diventi umana, formulo a tutte le persone che hanno manifestato attenzione e sensibilità la proposta di costituire un comitato giustizia per Francesco.

A presto.


Vincenzo Serra (cognato di Francesco)



P.S.: allego collegamento a notizia Gruppo EveryOne


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