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Donato Bosca. San Benedetto Belbo, Fenoglio e le spese inutili per i lustrini che non servono
30 Agosto 2011
 

Sperando di fare cosa utile trasmetto il documento discusso e approvato nel pomeriggio di sabato 27 agosto a San Benedetto Belbo in rapporto alla valenza turistica dei percorsi letterari che il territorio collinare piemontese propone. Il documento è stato anche ispirato da quanto scritto sul Corriere della Sera da Maria Laura Rodotà nell'articolo “Le Langhe d'agosto tra gola e memoria” dove parla di «paesi stretti e campagna chiusa da capannoni industriali, una lunga fila di hangar che impediscono la vista sulle colline. Outlet, Trony, Casa della Luce, Divani & Divani. Capannoni che marcano le strade come un unico, gigantesco, Lego».

Il documento sarà pubblicato sul sesto numero della rivista-libro Langhe, cultura e territorio attualmente in preparazione ma viene anticipato a quotidiani, settimanali e periodici con la speranza che serva ad innescare un confronto di opinioni fecondo e stimolante.

Allego due immagini di Luigi Chiarle che ritraggono alcuni dei partecipanti all'incontro. L'argomento tornerà d'attualità lunedì 19 settembre presso l'antico Borgo del Riondino di Trezzo Tinella, ore 17,00, nel corso della riunione autunnale del Direttivo Arvangia. (d.b.)

 

 

Un incontro studio di quelli seri che bandiscono i rituali e vanno alla radice dei problemi si è svolto nel pomeriggio di sabato 27 agosto a San Benedetto Belbo nello spazio esterno attiguo all’edificio che ospitava la censa di Placido Canonica, già trofeo del famigerato Premio Grinzane Cavour, ora acquisito dalla Fondazione Bottari Lattes di Monforte.

L’argomento del discorrere era la latitanza del troppe volte conclamato Parco Letterario delle Langhe, l’utopia delle sinergie per promuovere in modo efficace i luoghi letterari di Langa, Monferrato e Roero e le possibilità residue che i luoghi fenogliani, figli con alle spalle troppe paternità, possano rappresentare una risorsa importante per il turismo scolastico e culturale.

Su questi argomenti si sono confrontati Emilio Porro e Beppe Corsini, sindaco attuale e sindaco ex del paese di San Benedetto Belbo, Roberto Audisio, direttore del bimestrale Unico, Adriano Poncellini, da 25 anni in trincea nella promozione turistica del territorio attraverso il Borgo del Riondino, Fausto Cassone, poeta e scrittore di successo, già collaboratore del periodico “Dogliani e la sua Langa”, l’ex sindaco di Farigliano Dr Tavella, esponente dell’Associazione Giochi Antichi, il critico d’arte torinese attuale proprietario del castello di Borgomale, Luciano Ravizza, responsabile del museo “’l Ciair” di Castell’Alfero, l’architetto Silvio Veglio, Presidente dell’Osservatorio di tutela del paesaggio di Langa e Roero, Elio Sabena, Presidente dell’Associazione Trekking in Langa, Antonio Lombardo, già direttore della Biblioteca Civica di Lequio Berria, Gigi Vaira di Sommariva Bosco, Alessandra Forlani di Cherasco e un cospicuo gruppo di abitanti.

Raccogliendo l’invito di Beppe Corsini che esortava i presenti ad arrivare in tempo alle conclusioni alle conclusioni, proviamo a presentare in estrema sintesi le convinzioni ed i ragionamenti condivisi dal pubblico presente:

- l’idea di un Parco Letterario che fa spazio a tutti gli scrittori del territorio collinare piemontese, promuovendo itinerari, prodotti e strutture turistiche è da abbandonare. Nessun ente riuscirebbe a svolgere una promozione efficace e si corre il rischio di un’ennesima cattedrale nel deserto, paravento per chi cerca di procurarsi risorse economiche necessarie per altre priorità;

- la promozione dei luoghi letterari che declinano sul territorio l’opera dei due grandi scrittori piemontesi che ha senso valorizzare (per intenderci Fenoglio e Pavese) spetta alle fondazioni nate nel loro nome ad Alba e a Santo Stefano Belbo. Tocca a loro coordinare e realizzare strategie di presenza e di intervento nei vari paesi. Per gli scrittori minori ciascuno faccia in base alle possibilità che ha, ma la notte buia in cui tutte le vacche sembrano nere non serve allo scopo;

- i paesi che hanno investito soldi, tempo ed esperienze di volontariato nella creazione di percorsi fenogliani ad Alba, Castino, Mango, Murazzano, San Benedetto Belbo devono convincersi che non saranno mai le istituzioni che stanno all’esterno a preoccuparsi di far conoscere quei percorsi. Occorre ritrovare la passione e l’entusiasmo che ha permesso di realizzare allestimenti ed iniziative di supporto e stringere alleanze con associazioni no profit realmente motivate ad impegnarsi in ambito locale. L’anima di queste attività deve restare ancorata alla terra dove le iniziative sono nate;

- sponsor privati e fondazioni bancarie non devono accodarsi alle istituzioni politico-amministrative che elargiscono contributi in ragione dell’appartenenza o della vicinanza ad un movimento alla ricerca di voti. Devono agire concretamente sul territorio aiutando chi è attivo, appassionato, lungimirante, trasparente e capace di creare consenso attorno ai progetti di cui si occupa. Basta con gli sprechi della politica che spende soldi in modo acritico e narcisistico per osservare la propria immagine riflessa.

Quel che è diventato chiaro a tutti i presenti a vario titolo interessati ai sentieri ed alle camminate, così come alla pubblicazione di cartine del buon cammino e informazioni turistiche usa e getta, in primis il professore albese Elio Sabena, ideatore del sodalizio Trekking in Langa, è la valenza da attribuire al richiamo letterario di contesto. Che per non annoiare i camminatori non deve avere ridondanza, né la pesantezza stile conferenza delle citazioni ampollose e retoriche. I turisti che amano il contatto con la natura cercano dati ed elementi di essenzialità e sono loro a decidere cosa merita approfondimenti e cosa va lasciato in decantazione... La verbosità prolissa delle dichiarazioni d’intenti deve essere superata. Nessuna frase ad effetto del tipo “Pavese ha fatto scendere dall’Olimpo e salire dagli inferi gli dei per farli muovere sulle Langhe, in mezzo a vigne, contadini, rive, ritani”. Piuttosto l’accortezza di coniugare l’analisi del paesaggio con la scelta dei “b&b” e delle osterie dove riposare e nutrirsi, l’oculata scelta delle cantine da visitare per il rito della degustazione, la posizione belvedere delle strutture che ottimizzano il rapporto qualità-prezzo, facendo dell’accoglienza la loro carta vincente. Sul fronte fenogliano più che le vicende di guerra ricordate dal museo en plein air dedicato al partigiano Johnny, sono le vecchie pietre del “Pavaglione” a San Bovo di Castino ad avere emozionato i turisti di quella che in Langa molti chiamano “arvangia (rivincita) letteraria”. Vecchie pietre ripulite a nuovo anche a San Benedetto Belbo come immagini del mondo contadino ruvido ed aspro dell’alta Langa che sa aprire il cuore alla gentilezza dei sentimenti. Un invito fra le righe a solidarizzare con Agostino, il servitore protagonista de La malora, nel suo ritorno definitivo a casa: “Ho fatto quel ritorno come la cosa più bella della mia vita. Era la mia povera festa, e ad Arguello mi fermai all’Osteria, comandai una bottiglia di moscato e me la bevetti tutta per festeggiarmi”.

 

Donato Bosca


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