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Sergio Caivano. Di una grande manifestazione antifascista al Pedretti di Sondrio (1960)
17 Agosto 2020
 

Sono passati sessanta anni da allora, ma mi ricordo benissimo la grande manifestazione di solidarietà antifascista che si tenne a Sondrio, presso il cinema teatro Pedretti, il 9 luglio 1960. Il Governo, nato da poco, era costituito da un monocolore democristiano, guidato dall’on.Tambroni e retto con l’appoggio determinante del MSI, fino a quel momento utile alla DC per sostenere la teoria degli opposti estremisti, ma rigorosamente tenuto al di fuori dei governi. Per di più, il MSI aveva deciso di tenere il proprio Congresso a Genova, città medaglia d’oro della Resistenza. La risposta degli italiani fu immediata e rivelò ancora una volta un profondo sentimento antifascista. Grandi masse di cittadini scesero nelle piazze per protestare duramente. La polizia reagì in modo indegno per stroncare queste manifestazioni, caricando i dimostranti con reparti di cavalleggeri, con le camionette, anche sparando. Ci furono scontri in tutta Italia, in particolare in Sicilia, a Roma, a Reggio Emilia, con cinque morti, immortalati dalla canzone di Fausto Omodei con la chiusa: “morti di Reggio Emilia/ uscite dalla fossa/ per cantar con noi/ bandiera rooossa”.

Ma ritorniamo a Sondrio. Le gravi notizie che ci giungevano c’indignarono. Facevo parte dell’esecutivo del PSI e, assieme ad altri, decidemmo di darci da fare. Con un ampio giro di telefonate raccogliemmo le adesioni alla manifestazione che avevamo deciso di tenere. Alle sollecitazioni del PSI, allora il più consistente partito della sinistra in Valtellina, avevano aderito comunisti, socialdemocratici, repubblicani, democratici vari ed alcune organizzazioni sindacali dei lavoratori. Allora collaboravo a Il lavoratore valtellinese e per esso scrissi la cronaca degli eventi. Conservo una copia dell’articolo, per cui sono in grado di riferire con precisione quanto, in quell’occasione, affermò l’on. Franco Zappa, a suo tempo partigiano “Foglia” della 2ª Brigata Stelvio e parlamentare del PSI:

La ragione vera, innegabile di questo stato di tensione trova la sua radice profonda nella sensibilità democratica del Paese, del popolo italiano che non può e non vuole tollerare il matrimonio scandaloso tra DC e MSI. La verità è che tutto un popolo, memore di un passato che è crollato ma che si tenta di far risorgere, si è sollevato indignato. Lo provano le adesioni spontanee delle ACLI di Genova, e quelle di uomini DC come l’on. Marazza e l’ex Ministro Del Bo. La verità è che siamo ormai giunti al bivio tra democrazia e dittatura. È contro questa alleanza ignobile, questa alleanza squalificata che in termini di destra economica e di destra politica si chiama fascismo, che è pronto ad insorgere tutto un popolo. Ma sappiano chiaramente gli esponenti di questa forza che gli eredi di Mazzini, di Garibaldi, di Giacomo Matteotti, di Amendola, di Gobetti e dei fratelli Rosselli, che gli eredi dei martoriati di Buchenwald, di Mauthausen, di Auschwitz, degli esiliati, dei perseguitati e dei combattenti della libertà, sappiano chiaramente costoro che a cento anni dall’unificazione d’Italia e a quindici anni dalla sua Liberazione, gli eredi di quei precursori e di quei martiri non consentiranno che le loro speranze e le loro aspirazioni diventino realtà!

L’on. Zappa mise poi in risalto il contenuto delle norme transitorie e finali della Costituzione, per le quali “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”; e dell’art.52 della Costituzione che dichiara “essere dovere del cittadino la difesa della Patria”. Ed aggiunse:

Quando noi scendiamo nelle piazze per reclamare che sia vietata la riorganizzazione di quel partito che suona insulto alla Resistenza, quando noi chiediamo al potere esecutivo che quel partito sia sciolto, ebbene, noi esercitiamo non solo un diritto, ma adempiamo ad un sacrosanto dovere verso la Costituzione e verso la Patria! Opporsi alla rinascita del fascismo vuol dire difendere la Patria, vuol dire compiere i doveri di cittadini e di democratici: e come tali sono caduti gli operai di Licata e di Reggio Emilia ai quali va il nostro pensiero commosso e riverente e tutta la nostra solidarietà. Alziamoci in piedi, salutiamo con un applauso questi autentici eroi!

Tutti i partecipanti, in un cinema teatro gremito in ogni ordine di posti, in piedi, risposero con un commosso, vibrante ed interminabile applauso. Pochi giorni dopo il Governo Tambroni, sommerso da un’ondata di proteste, fu costretto a dimettersi. Nacque il monocolore Fanfani con l’astensione dei socialisti, preludio al sorgere di vari Governi di centro-sinistra che vantano al loro attivo l’istituzione della scuola media obbligatoria, la nazionalizzazione dell’energia elettrica, lo Statuto dei lavoratori contenente una serie di diritti anche per coloro che non li avevano mai avuti.

 

Sergio Caivano


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