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Renzo Fallati. Alla scoperta di Morbegno 
“Tre domande e mezzo”, la prefazione di Saverio Xeres
05 Novembre 2019
 

Dopo aver letto tutte le 366 domande snocciolate in questo simpatico libro – una al giorno, compreso (giusta­mente) quello che offre in più ogni anno bisestile –, è ve­nuta voglia anche a me di farne qualcuna. Non volendo, né potendo fare concorrenza all’amico Autore, mi limito a proporne… una centesima parte, ovvero tre e mezzo. Que­siti ben più semplici di quelli così impegnativi qui pubbli­cati, mentre le risposte si trovano, in questo caso, non alla fine del testo, ma tra le pieghe delle domande stesse.

 

Domanda numero uno: “Che libro è questo?”.

È fatto di quesiti e di risposte: un metodo caratteristico dei vecchi catechismi o, per stare all’oggi, dei giochi a quiz. È indubbiamente, questo libro, l’uno e l’altro: un’istruzione di base per aspiranti morbegnesi consapevoli; un diverti­mento per adulti e piccini. Le due possibilità possono an­che comporsi insieme, come per un gioco didattico in gra­do di mettere alla prova il livello di conoscenza del luogo in cui viviamo, regalando soddisfazioni a ogni risposta esatta o smascherando impietosamente una diffusa igno­ranza malamente coperta di supponenza. Insomma: cate­chismo civico o gioco istruttivo che sia, questo libro risve­glia comunque, opportunamente, il bambino che è in noi, e ancora deve crescere.

 

Domanda numero due: “Chi l’ha scritto?”.

La risposta potrebbe sembrare fin troppo facile, al punto di potersi fermare alla copertina, senza girare una sola pagina del libro. Chi non conosce Renzo Fallati, storico direttore della Biblioteca “Vanoni”, fin dagli inizi di questa bene­merita istituzione? Se, tuttavia, ci si inoltra dentro il testo, le domande stesse dell’Autore diventano una risposta ben più ricca alla nostra domanda: collegando tra loro diversi punti (come in un gioco da Settimana enigmistica), ne emerge una figura ben più dettagliata. Anzi, l’immagine sembra perfino animarsi: si intravede l’Autore in giro per le strade di Morbegno – si nota una certa, ma non esclusi­va, preferenza per i vicoli e le piazze del centro storico –, con passo distinto e pacato; il naso all’insù, come a fiutare e richiamare agli occhi ogni minimo dettaglio. Curiosità? Indubbiamente (ed è gran virtù, questa, se l’antico Filoso­fo la considerava madre della scienza), ma possiamo an­che dirla affezione profonda ai luoghi di una vita. Chi altro si è mai soffermato a contare tutte le “roselline” disegnate sot­to il pronao della chiesa di Sant’Antonio (domanda 172)? O quanti sono soliti aggirarsi nel cimitero leggendo anti­che lapidi? Renzo l’ha fatto, e non solo per sé: per tanti che non sanno guardare e, con delicata amicizia, per qual­cuno che non può vedere. Da tutto ciò nascono le doman­de che qui si affollano, con le relative risposte: dal credere «che sia importante e – perché no? – anche bello scoprire qualcosa che sta dietro i nomi che trovi agli angoli delle vie e delle piazze» (domanda 54); e dal pensare che sia un modo anche questo per sentirsi più radicati nella propria città.

 

Domanda numero tre: “A che cosa serve?”.

Non neghiamo, sbrigativamente, qualche concreta utilità a questo libro. Potrebbero farne tesoro, ad esempio, i nostri amministratori, per correggere, integrare, migliorare la se­gnaletica stradale (vedano, ad esempio, lor signori, alla domanda 64); ancor più sarà prezioso per insegnanti e stu­denti, che qui possono imparare a leggere un testo scono­sciuto, e a scoprire la ricchezza di informazioni e la fecon­dità di intuizioni offerte da tante “pagine di strada”. E per­ché non farne un gioco di famiglia, o per gruppi di amici? Una sorta di tombola o monopoli fatto in casa, per qualche momento di elevato svago in compagnia. E, visto che sono rinati i tornei di contrada, non si potrebbe immaginare una sfida anche sulla conoscenza del territorio?

 

La domanda che, in conclusione, voglio porre, è solo mezza: più che una vera questione, infatti, è un dubbio che trova, peraltro, subito pronta la risposta. Non risultano for­se d’antan ossia di un tempo passato, per tradurre alla buona questa densa espressione così cara al dr. Fallati – le idee e le sensibilità appena esposte (le stesse, credo, all’origine di questo libro)? Lo si può anche pensare: non fosse che il tempo, scorrendo precipitoso più del Bitto, porta in sé la nostra stessa esistenza, i ricordi e gli affetti più cari. Ogni traccia si possa cogliere del passato, sempli­cemente, ci riguarda.

 

Grazie di cuore, dunque, all’amico Renzo per l’idea bella e originale di questo testo e per il grande lavoro nel realizzarla! Con la stessa eleganza e vivacità con cui ha guidato per tanti anni la Biblioteca “Vanoni”, dispensando generosamente e libri e consigli e sorrisi, ci offre qui un abbecedario per imparare a leggere tra le righe – ovvero tra le vie, le case, nei monumenti come negli angoli più impensabili – una variegata ricchezza di umanità che il tempo ha fatto crescere e ancora palpita nell’oggi. Per po­terla godere tutti, nel breve spazio del nostro passaggio, e tramandarla, con amorevole rispetto, a chi verrà e vivrà in questi stessi luoghi della nostra vita.

 

Saverio Xeres

 

 

Renzo Fallati, Alla scoperta di Morbegno

365 domande. Un Quiz lungo un anno intero

[CONOSCI MORBEGNO Speciale]

LABOS Editrice, pp. 224, € 15,00

IL VOLUME È IN VENDITA PRESSO LABOS EDITRICE

E IN TUTTE LE LIBRERIE/EDICOLE DI MORBEGNO


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