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Alessandra Borsetti Venier. Lucio Pozzi “in azione”
L. Pozzi, A. Borsetti Venier, 1999, Prato, performance
L. Pozzi, A. Borsetti Venier, 1999, Prato, performance 'Lettura del Giornale' 
18 Ottobre 2010
 

Tre appuntamenti, a cura di Pier Luigi Tazzi, coinvolgeranno nei mesi di ottobre e novembre la città di Firenze, in un percorso che è partito il 4 ottobre dal loggiato dell'Accademia di Belle Arti (fino al 21 ottobre) dove l’artista tutti i giorni per 3 settimane dipingerà in pubblico una tela di 3 x 20 metri dal titolo I Like Painting And Painting Likes Me; seguirà la mostra Endless alla Galleria Frittelli Arte Contemporanea e approderà il 18 novembre al Museo Marino Marini con Crowd e la presentazione del volume che documenta l’esperienza fiorentina.

 

Ho avuto il piacere di conoscere e pubblicare con Morgana Edizioni due libri di Lucio Pozzi, un artista che fa dell’arte una presenza, una testimonianza. Il primo, in occasione della sua performance avvenuta il 28 ottobre 1999 nella Libreria Soprattuttolibri di Prato “Lettura del Giornale”, è stato il libro d’artista Theoria, n. 3 della collana Librid’Artista. La stessa performance sarà realizzata anche a Firenze durante l’evento che si svolgerà sotto il Loggiato dell’Accademia, come descriverà lo stesso artista nella sua testimonianza che riporto qui di seguito. Il secondo del 2002, La Sabbia del Tempo (The Sand of Time) n. 3 della collana Pittura e Memoria, a cura di Roberto Peccolo, nel quale sono pubblicate alcune tavole fuori testo delle opere Crowd Group (Quadri Affollati) e Rag Rug Paintings.

«Lungo gli anni» scrive l’artista in chiusura al libro, «ho ingaggiato la pittura in innumerevoli direzioni, in forme, strutture e movimenti che sovente sembrano trascenderla ma che in verità l’approfondiscono. La pittura è sempre eco di memoria ma poi è lei stessa divenuta memoria. È un ricordo dei tempi lontani e misteriosi quando era applicata a funzioni di informazione, rito e socialità che adesso sono per essa perdute per sempre. La mia pittura è esplorazione dei margini della cognizione visiva. La tecnica pittorica mi permette di speculare (speculum = specchio) sulla mia esistenza senza doverne cercare una soluzione. Per gli spettatori essa può rappresentare una riflessione, per me è una testimonianza muta».

 

Lucio Pozzi durante tutta la sua attività ha mostrato una straordinaria capacità di rinnovare il proprio linguaggio e modo di operare. Personalità eclettica, sempre aperta alle sperimentazioni di originali forme espressive e di nuovi materiali, Pozzi ha spaziato dal collage alla pittura, dall'installazione alla performance. In particolare la pratica della pittura, per la quale ha sempre cercato soluzioni inaspettate, ha rappresentato una costante di tutto il suo lavoro, accompagnata da una incessante riflessione teorica sul fare arte.

Così ha descritto questa sua nuova impresa:

«La facciata dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, in Piazza San Marco, è occupata da un ampio loggiato separato dalla strada da una grande grata. Per tre settimane vivrò lì tutti i giorni di apertura, dipingendo in pubblico una tela di metri 3 x 20, divisa in quattro parti. Dipingere un grande quadro in solo tre settimane richiede uno sforzo estremo di concentrazione, simile alle improvvisazioni di artisti come Keith Jarrett e Ludovico Einaudi.

Userò soltanto due piccoli pennelli e colore acrilico nero per coprire la superficie bianca con un brulichìo di forme nere che variano dal geometrico al figurativo. Questo quadro è parte del Crowd Group. Il Crowd Group (Quadri Affollati) in nero su bianco nacque nel 1995 come reazione alla pittura ossessiva dei miei coloratissimi Rag Rug Paintings. Enormi dipinti di questa famiglia di lavori sono stati finora esposti in musei americani.

Il titolo di quest’opera prende spunto dal titolo dell’azione del 1974 I Like America And America Likes Me di Joseph Beuys, alla René Block Gallery di New York. In quell’occasione Beuys passò giornate intere dietro una grata in compagnia di un coyote. Questo animale rappresenta il ponte fra lo spirituale e il corporeo per coloro che abitano l’America da prima dell’arrivo degli europei.

Il mio non è tanto un omaggio a Beuys quanto un parallelo al suo contesto e messaggio. La Pittura ha perso le funzioni al servizio delle quali era stata sottoposta per millenni. In qualsiasi delle sue innumerevoli forme essa ora rappresenta per noi un ponte fra il corporeo e lo spirituale. È divenuta una tecnica che nella sua versatilità come nessun’altra offre la possibilità di marcare il tempo, le emozioni e il pensiero con l’impronta tattile dell’esistenza.

Mentre dipingo, dietro di me dei ‘lettori’ si danno il turno seduti su una sedia posta alla sinistra della tela. Presentano l’azione “Lettura del Giornale” già fatta da me da alcuni anni nel linguaggio del luogo, a New York, Prato, Charlottesville e Parigi. Sul pavimento intorno alla sedia sono sparsi i giornali e le pubblicazioni del luogo di quel giorno. Leggono a voce alta quello che gli capita sotto gli occhi sostituendo ogni nome di uomo con il nome Luigi Rossi e ogni nome di donna con Maria Ferri. Alla destra, un chitarrista strimpella distrattamente la chitarra.

Le mie giornate saranno regolate con orario severo. Durante i giorni lavorativi, dipingo dalle ore 9:00 alle 18:00, il sabato dalle 9:00 alle 13:00. Dalle 17:30 per mezz’ora sono a disposizione del pubblico per scambi di idee. Chi volesse cenare con me alle ore 20:00 dovrebbe cortesemente programmare un appuntamento con la galleria Frittelli Arte Contemporanea: chiamare lo 055 410153. Alle 22:30 mi ritiro per la notte».

Non conosco esattamente le finalità della mia arte. La faccio così, esistenzialmente, tanto per esserci”. Lucio Pozzi

I Like Painting And Painting Likes Me
4 - 21 ottobre 2010
Accademia di Belle Arti di Firenze
,

via Ricasoli 66 - 50122 Firenze
 

Endless
9 ottobre - 27 novembre 2010
Frittelli Arte Contemporanea
,

via Val di Marina 15 - 50127 Firenze
orari: mar. - sab. ore 10-13/15:30-19:30 domenica,

lunedì e festivi su appuntamento

 

I libri di Lucio Pozzi possono essere richiesti a Morgana Edizioni

tel. 055 8398747 – info@morganaedizioni.it

 

 

Lucio Pozzi è nato a Milano nel 1935. Dopo aver vissuto qualche anno a Roma, dove ha studiato architettura, nel 1962 si è recato negli Stati Uniti, come ospite dell'Harvard International Summer Seminar. Dopodiché si è trasferito definitivamente a New York prendendo la cittadinanza americana. Attualmente divide il suo tempo tra il suo studio di Hudson (NY) e quello di Valeggio s/M (Verona). Nel 1978 il Museo di Arte Moderna di New York espose i suoi primi video in una delle prime mostre personali del Progetto Video series. Scrive e insegna per la Cooper Union, Yale Graduate Sculpture Program, Princeton University e il Maryland Institute of Art. Attualmente insegna nei programmi MFA e BFA della Scuola di Arti Visive di New York.

I suoi lavori sono stati presentati a “Documenta 6” (1977) e alla “Biennale di Venezia” (Padiglione americano) nel 1980. Le sue opere sono conservate in numerose raccolte private e pubbliche. Pozzi è un artista segretamente sovversivo. Il primo scandalo avvenne nel 1978 nel tempio del Concettualismo, la galleria di John Weber a New York, quando espose paesaggi in acquerello pochi mesi dopo aver presentato una immensa installazione di muri e fotografie nello stesso spazio. Quando poi, nella prima delle Mostre Provocazione, nel 1980 ancora da Weber, riunì 80 lavori tutti riferiti alla pittura ma uno radicalmente diverso dall’altro in forma e materiale, molti pensarono che Weber e Pozzi fossero diventati matti. Nell’imbarazzo generale, quasi nessuno seppe cosa scriverne. Seguirono grandi esposizioni dello stesso genere in musei e gallerie private: all’Università del Massachusetts in Amherst, a Bielefeld e Karlsruhe, allo Studio Carlo Grossetti di Milano e nel 1984 nella mostra in tre gallerie di New York (Leo Castelli, John Weber, Susan Caldwell). Ancor oggi, ci sono musei e gallerie che organizzano Mostre Provocazione di Pozzi, mentre continuano anche le esposizioni di singole famiglie di lavori. Sembra che da quegli anni sono ormai molti gli artisti diversificatori le cui pratiche sono accettate dal mondo dell’arte, ma la insistenza di Pozzi a dipingere sia quadri figurativi che astratti, costruire entità fotografiche e nel contempo produrre azioni e fabbricare installazioni e produrre video pare ricevere interesse soprattutto fra le giovanissime generazioni. L’insegnamento è per Pozzi un’ulteriore maniera per contestare i dati comunemente accettati e sondare la pratica artistica nel tessuto dell’arte moderna. Invece di gridare slogan sensazionali, egli pratica una sottile, capillare, individuale, caso per caso, infiltrazione guerrigliera.


 
 
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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