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Abusi in parrocchia. Sull'inchiesta in corso a Firenze 
Ci scrive “Telefono Antiplagio” a proposito della vicenda di don Lelio Cantini
La chiesa Regina della Pace alla periferia di Firenze (Ansa)
La chiesa Regina della Pace alla periferia di Firenze (Ansa) 
22 Aprile 2007
 

Spett/le redazione,

abbiamo letto nel vostro sito le notizie relative agli abusi perpetrati da don Lelio Cantini, di cui è venuta a conoscenza la Procura della Repubblica di Firenze, che ha aperto un fascicolo.

Per completezza d'informazione vi comunichiamo che l'iniziativa dei magistrati fiorentini nasce anche da un esposto (riportato a seguire) del nostro comitato di volontariato.

Cordiali saluti,

Telefono Antiplagio 338.8385999

Comitato italiano di volontariato in difesa delle vittime di ciarlatani e santoni
e contro gli abusi nelle telecomunicazioni e nei confronti di minori (dal 1994)

 

 

ALLA C.A. PROCURA DELLA REPUBBLICA DI FIRENZE

 

Al ns. comitato di volontariato è stato segnalato l'operato del sedicente “carismatico” Lelio Cantini, sacerdote della Diocesi di Firenze ed ex parroco della chiesa “Regina della Pace”, meglio conosciuto come “Priore” e di una “veggente” sua collaboratrice, i quali, a partire dal 1975, avrebbero esercitato violenze sessuali e psicologiche su bambini, bambine, adolescenti e intere famiglie, costrette a devolvere beni di varia natura e denaro alla parrocchia per “adesione totale a Dio” e per la costruzione di una “vera Chiesa dello Spirito”.

A dimostrazione di ciò il “Priore” nel 2005, dopo le proteste e le denunce alla Diocesi di Firenze da parte dei parrocchiani irretiti, è stato trasferito (per non meglio specificati motivi di salute) in un'altra città della Toscana, tenuta segreta, dove - in base alle segnalazioni giunte al ns. comitato di volontariato - starebbe continuando la sua attività, insieme alla “veggente” summenzionata, le cui “visioni” favorirebbero la selezione degli “eletti”. Secondo le disposizioni della Curia di Firenze, per 5 anni il “Priore” non potrà né confessare, né celebrare la messa in pubblico, né assumere incarichi ecclesiastici; e per un anno dovrà fare un'offerta caritativa e recitare ogni giorno il Salmo 51 o le litanie della Madonna. Le vittime invece, visto che «il male una volta compiuto non può essere annullato», sono state invitate, sempre dalla Curia di Firenze, a «rielaborare in una prospettiva di fede la triste vicenda» e ad invocare da Dio «la guarigione della memoria».

Ad ulteriore dimostrazione di quanto denunciato, alcuni sacerdoti della Diocesi di Firenze il 13/10 u.s. scrivono al Papa Benedetto XVI: «Non vogliamo sentirci domani chiedere conto di un colpevole silenzio». Nella loro lettera, inoltre, parlano di «iniquo progetto di dominio sulle anime e sulle esistenze quotidiane» per opera di una setta «cresciuta dentro una parrocchia cattolica», e ricordano a Sua Santità che, a «quasi due anni» dalle denunce, dalla Chiesa fiorentina non sono arrivati né «una decisa presa di distanza» dai personaggi coinvolti, né «una scusa ufficiale», né «un atto riparatore autorevole e credibile». Tra le testimonianze a conoscenza del ns. comitato di volontariato vi è quella di una donna (ora sposata con figli) che da 10 a 25 anni avrebbe subito molestie sessuali, con l'espediente della «piena comunione eucaristica», e quella di un'altra donna che, dall'età di 17 anni, diventò la “diletta del Priore” e, «in nome di Gesù», sarebbe stata abusata. Conosciamo inoltre la vicenda di un ex seminarista, prescelto dal “Priore” per far parte della futura «vera Chiesa dello Spirito», e della famiglia del ragazzo vincolata a consegnare beni e denaro. Ma dopo 3 anni di Teologia, il giovane avrebbe abbandonato il seminario.

Poiché tra l'altro ci è stato segnalato che il “Priore” e la “veggente” hanno compiuto pellegrinaggi in Terra Santa, è presumibile che siano stati colpiti dalla sindrome di Gerusalemme, patologia che consiste nella manifestazione improvvisa di appassionati sentimenti religiosi, insieme all'impulso di proferire espressioni visionarie e assumere il ruolo di un profeta o di Gesù Cristo. Allo stesso tempo è presumibile che, conoscendo tale patologia, i due abbiano agito in malafede.

In considerazione dei danni che il “Priore” e la “veggente” avrebbero arrecato alle giovani vittime e alle loro famiglie e che potrebbero arrecare in futuro, si chiede al Vs. spettabile Ufficio di verificare le informazioni in ns. possesso e, in caso affermativo, di procedere per i reati che riterrà opportuno rubricare.

Si ringrazia anticipatamente e si dichiara di essere a disposizione per eventuali integrazioni.

per Telefono Antiplagio, prof. Giovanni Panunzio (resp.)


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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