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Sergio Caivano. “Noi partigiani” di Gad Lerner e Laura Gnocchi
07 Agosto 2020
 

Gad Lerner, Laura Gnocchi

Noi, partigiani

Memoriale della Resistenza italiana

Feltrinelli, 2020, pp. 400, € 19,00

 

Noi partigiani è il titolo del libro pubblicato dall’editore Feltrinelli che esce a cura di due famosi giornalisti quali Gad Lerner e Laura Gnocchi, entrambi noti come conduttori di affermati programmi televisivi, direttori di testate giornalistiche ed autori di alcuni libri di un certo spessore. I due, coadiuvati da altri giornalisti e volontari entusiasti, si sono dedicati a ricercare, trovare ed intervistare circa quattrocento partigiani, sparsi per l’Italia. Di questi, due (Anna Brenna di Sondrio e Riccardo Ezio Peroni di Grosotto) sono valtellinesi, mentre un milanese ha fatto il partigiano in Valtellina. L’opera non poteva nascere senza l’appoggio, dimostratosi ad un tempo fondamentale ed entusiasta, dell’associazione che raccoglie il maggior numero di partigiani, e cioè dell’Anpi. Non è un caso che la prefazione del libro sia scritta da Carla Nespolo, presidente nazionale dell’Anpi. Le Associazioni provinciali detengono le registrazioni dei racconti dei partigiani delle zone di loro competenza. Di queste, per ovvi motivi di spazio, il libro ne riporta quelle maggiormente significative, una quarantina circa.

Il lavoro costituisce, come recita il sottotitolo, un vero e proprio Memoriale della Resistenza italiana. Raccogliendo le loro testimonianze, Lerner e Gnocchi hanno scavato a fondo nell’animo dei partigiani per comprendere innanzitutto i motivi di una scelta, quella resistenziale, eseguita e testimoniata da quattrocento persone, oggi ultranovantenni o addirittura centenari, ma allora, al momento in cui la fecero, giovanissimi. Scelta impegnativa che metteva in forse la loro stessa esistenza. Vengono fuori le risposte più varie. Alcuni la fecero perché appartenenti a famiglie antifasciste, altri perché già da tempo antifascisti, altri ancora per non sopportare le angherie e le vessazioni del nazifascismo, alcuni per amore di Patria. Sempre coltivando il sogno di un mondo di pace, di libertà, di giustizia. Alla domanda: “Lo rifaresti ancora” nessuno ha avuto il minimo dubbio. “Sì, lo rifarei ancora” è stata la risposta di tutti, e non poteva essere diversa. Conseguentemente, molti di questi partigiani vanno ancora, nelle scuole, a parlare della loro esperienza a ragazzi che, purtroppo, non sanno nulla o poco dei vent’anni di violenze, di abbattimento delle libertà individuali e collettive, di guerre insensate e stolide, di tutte le storture subite dal popolo italiano durante il fascismo.

Nei confronti di tutti i partigiani noi tutti abbiamo un debito di riconoscenza: ci hanno fatto vivere in un mondo migliore. A loro dobbiamo la riconquista della libertà, la pace, una certa giustizia. Con il concorso, determinante, delle donne: non solo staffette, postine ma partigiane combattenti anch’esse. E col concorso della popolazione, che non voleva subire le vessazioni dei nazisti che avevano invaso il territorio italiano, avevano terrorizzato le famiglie, razziato nelle loro case, nei Musei, nelle Chiese, appoggiati sempre dai fascisti di Salò. Popolazioni che appoggiarono i partigiani, li nascosero, li protessero, che scioperarono nelle fabbriche. Il tempo tragico ed eroico che ha posto fine al fascismo è trascorso. La Resistenza ci ha liberato dall’oppressione. Il frutto di questa lotta di popolo è ancora vivo e presente: è la Costituzione italiana, una delle più belle in assoluto, alla base della nostra democrazia e della nostra convivenza. In parte realizzata, soprattutto per quanto concerne le libertà di manifestazione del pensiero, di associazione in partiti, sindacati od altro. In parte ancora da compiere.

Ma la libertà non si conquista una volta per sempre. Occorre vigilare, riconquistarla giorno per giorno, ora per ora. La memoria, infatti, a lungo andare svanisce e gli orrori della storia possono ripetersi. Soprattutto in momenti come questo, nel corso del quale gli Stati, a livello mondiale, sembrano aver perso la bussola. Anche l’Italia manifesta incertezze fino ad ieri impensabili. È questa la ragione principale per la quale Lerner, Gnocchi e tanti altri si sono mobilitati, girando per tutto il Paese alla ricerca di coloro che ci hanno portato il grande dono della Libertà. Senza nulla chiedere, senza nulla esigere.

Un libro da leggere. Assolutamente. Da meditare, pagina per pagina. Attraverso le personali vicende di questi partigiani, che avevano tra loro, sin dall’origine o maturate successivamente, idee diverse ma sempre riconducibili all’unità antifascista, ripercorriamo la nostra storia, i nostri lutti, i nostri dolori, le nostre glorie.

 

Sergio Caivano


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