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Ospedale di Morbegno. “Roba da Gabibbo...”
Ospedale di Morbegno, padiglione S. Antonio. La facciata sull
Ospedale di Morbegno, padiglione S. Antonio. La facciata sull'omonima piazza 
15 Febbraio 2009
 

Ma è una storia assurda!

Come vengono impiegati i fondi di investimento nelle infrastrutture lombarde? Per fare e disfare in continuazione... senza arrivare da nessuna parte?

È una vergogna! Sono anni che si fanno progetti e controprogetti (“E io pago...!”), ma ogni volta che si fa un intervento, il nuovo DG che arriva (e ne sono cambiati, in pochi anni!) disfa ciò che ha fatto il precedente e... via con altre spese! (“E io pago...!”) Altro che Gabibbo, Fabio e Mingo o altri supereroi di “Striscia”, qui ci vorrebbe un'inchiesta seria, della magistratura! Ché magari salta fuori che è tutta e soltanto una “mangiatoia” per tecnici e imprese e via cantando...

Veramente una roba da non credere. E i nostri sindaci, la Conferenza dei sindaci? Dove sono? Che fanno? Ma almeno... lo sanno?

Questo il tenore dei commenti e dei discorsi che girano in questi giorni tra gli operatori e gli utenti dell'Ospedale di Morbegno. La ragione di questo sconcerto è presto detta: la notizia, diffusa da “radio scarpa” e non certo da una conferenza stampa tenuta da chi di dovere, che dal prossimo 1° marzo (sì, avete capito bene: fra un paio di settimane) aprirà il cantiere per... realizzare il nuovo Centro Dialisi. E sapete dove? Dov'è attualmente il day surgery, realizzato appena pochi anni or sono, inaugurato a suo tempo come “fiore all'occhiello” del nuovo corso per la razionalizzazione e l'adeguamento del presidio morbegnese. Unico 'reparto' già messo a norma quanto a impianti etc. e unico ambiente ammodernato e reso confortevole di tutto l'ospedale.

Ebbene, proprio lì sarebbe stato individuata la sede ove collocare il “nuovo” Centro Dialisi.

Ma perché? Perché si rende necessario questo spostamento? La struttura per i dializzati venne realizzata a suo tempo, nell'ambito della riedificazione del padiglione che dà su Via Parravicini, studiandone l'accessibilità – al piano terra e direttamente dalla strada, ove possono giungere e sostare i mezzi che trasportano i pazienti etc. – e la particolare impiantistica (idraulica, etc.) di cui necessita. Anni dopo si rese necessario anche un ampliamento e venne realizzato, occupando dello spazio inizialmente destinato ad attività ambulatoriali. Queste ultime risultano ora sacrificate? Ma perché non collocare queste, anziché la Dialisi, al secondo piano, se davvero le nuove linee strategiche renderebbero ora superfluo il day hospital chirurgico (cosa anch'essa un po' sconcertante, per la verità!), in ambienti che risulterebbero già pronti e attrezzati per accoglierle?

Anche la scelta di priorità nella tempistica dei diversi lotti o fasi d'intervento lascia perplessi. Tra pochi mesi – così almeno è stato annunciato – le strutture dell'Asl attualmente distribuite in diverse sedi, perlopiù in affitto, verranno riunite nella nuova struttura “Mulino Milani” dismettendo quindi, tra le altre, anche l'obsoleta palazzina di Via Caccia Dominioni. Come noto, però, qui anche l'Azienda ospedaliera ha il suo Centro di Riabilitazione fisica, assolutamente inadeguato e disfunzionale (per non dire altro) e per il quale in anni passati i Sindacati dei Pensionati e altre associazioni di utenti hanno raccolto e presentato firme, protestato, etc. Ebbene, è previsto, contestualmente al trasferimento degli uffici e servizi Asl, anche il rientro nel presidio ospedaliero di queste attività di riabilitazione (programmato al piano seminterrato del padiglione Mattei-Vanoni), oppure l'AoV&V continuerà a pagare, e per quanto, l'affitto della palazzina ex-Inam? Non sarebbe “prioritario” questo, di intervento, rispetto a quello annunciato?

Mah... misteri della managerialità sanitaria.

Che tutto il piano sia un po' scoordinato e forse non ben orientato lo si può desumere anche da un'altra, di notizia, che pure circola in questi giorni in ospedale. E cioè che la seconda tappa, prevista per maggio/giugno, sarebbe l'allestimento e successivo trasferimento del CUP (cassa, prenotazioni etc.) nei locali dell'ex Pronto Soccorso, dismessi e inutilizzati da una decina d'anni. Bene!, si potrebbe dire. Se non fosse che... giusto lo scorso anno sono stati spesi dei soldi (“E io pago...!”) per sistemare quegli stessi uffici nell'attuale collocazione del padiglione S. Antonio. (?!?)

Boh! Vi sembra coerente e lineare il tutto? Non si potevano fare già lì i lavori che giusto un anno fa sono stati fatti di là...?

Dal cilindro infrastruttureLombarde (incarichi di revisione di progetti preliminari e di redazione di progetti definitivi per realizzare in appalto integrato etc. etc.) ora salta fuori il coniglio dell'alienazione (sì, avete capito bene: vendita) dell'antico padiglione di S. Antonio – vero e proprio simbolo dell'ospedale dei Morbegnesi – per... “fare soldi”. Ma se le risorse vengono sprecate a questo modo (dialisi dove appena si è fatto il day surgery, nuovo CUP in un posto per poi rispostarlo l'anno dopo...) a che – o forse sarebbe più giusto dire a chi – giova?

L'interrogativo lo giriamo subito e volentieri all'Assemblea distrettuale dei Sindaci dell'ambito territoriale di Morbegno, già convocata per martedì 17 c.m. – giornata evidentemente topica dato il concentrarsi di appuntamenti ed eventi uno più interessante e significativo dell'altro – che a questo punto, se già non lo era, è pubblicamente informata e investita di questa singolare faccenda. Chieda un'immediata audizione dell'esimio Dr Votta, approfondisca in Regione scopi e finalità di questi finanziamenti, faccia quel che voglia, ma per favore non ci lasci nel sospetto che anche ai confini con la Svizzera si sia ormai in una situazione del tutto paragonabile a quella del resto dello Stivale e giusto pronti, se non per una puntata di “Striscia”, per un'inchiesta della trasmissione “Reporter” della Gabanelli!


Lega italiana per il diritto alla salute

Associazione LIDAS della provincia di Sondrio


Foto allegate

Dr Votta, DG AoVeV, e Presidente Provincia Provera. Inaugurazione acceleratore lineare, H Sondrio
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