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Ambrogio Saibene. Sanità di montagna: Morbegno assente ingiustificato
10 Settembre 2017
 

A metà febbraio di quest’anno, appena è stata prevista la chiusura, a partire dall’inizio del mese di marzo del Pronto Soccorso di Morbegno nelle ore notturne, c’è stata una reazione / mobilitazione popolare coordinata da un comitato spontaneo che si è fatto carico di raccogliere numerose firme che sono servite a procrastinarne la chiusura. Il Comitato Salviamo la nostra sanità ha continuato la protesta in vari modi e si è fatto carico di informare la popolazione e di coinvolgere le autorità competenti sia in ambito locale che regionale. L’appoggio più significativo all’iniziativa, oltre a quella dei Presidenti dei Comitati di Zona di Morbegno, è stato quello dei Parroci del Vicariati di Morbegno e Talamona che hanno inoltrato alle autorità competenti una lettera di rappresentanza del bisogno della popolazione: «Appena abbiamo saputo che, entro pochi giorni, si sarebbe chiuso il Pronto Soccorso di Morbegno durante la notte, abbiamo aderito alla raccolta firme promossa dal comitato spontaneo sorto per l’emergenza. Nel frattempo ci siamo resi conto che i servizi/reparti dell’Ospedale di Morbegno erano, nel corso degli ultimi anni, silenziosamente scomparsi senza che la popolazione fosse tenuta al corrente e coinvolta. …Premesso che un Pronto Soccorso funzionale, supportato (da servizi e reparti necessari) ed attrezzato al suo scopo risulta indispensabile per il mandamento di Morbegno e che quello attuale va potenziato, si chiede una relazione dettagliata dei servizi sanitari offerti alla cittadinanza del comprensorio di Morbegno nell’area diagnostica, servizi ambulatoriali, reparti dell’Ospedale / Presidio Ospedaliero e Pronto Soccorso / Pronto Intervento…»

Non ci sono state risposte concrete nei tempi previsti, da parte delle autorità. Facendo seguito alle considerazioni e alle richieste dei Parroci il nostro Consiglio Pastorale ha recentemente inviato, alle stesse autorità, un documento nel quale, partendo dal presupposto che, l’accoglienza dei bisogni di salute deve essere gestita a livello di territorio, riconosciuto come tale, pena la scomparsa dell’identità socio-economica-culturale dello stesso, si chiede di rivalutare la situazione in modo più aderente agli interessi della popolazione del Mandamento di Morbegno auspicando un progetto condiviso.

In questa direzione è stato compiuto un ulteriore, importante passo il 18 luglio scorso quando il consiglio comunale di Morbegno ha fatto proprio il lavoro del comitato popolare, approvando all’unanimità una delibera “a difesa e rilancio della Sanità di Montagna con riferimento ai servizi territoriali, all’ospedale di Morbegno e alla piena operatività del soccorso alpino” in cui si chiede sine die la presenza del mezzo di soccorso avanzato con il medico a bordo a Morbegno, quella dell’anestesista durante il giorno e la pronta disponibilità notturna, il potenziamento della rete dei trasporti, la riapertura dei reparti di Riabilitazione cardiologica e di Medicina generale e il potenziamento dell’Hospice, del Poliambulatorio e della diagnostica per immagini.

Come da un recente discorso di Papa Francesco su Carità e Salute del 10 febbraio 2017: «Il modello aziendale in ambito sanitario, se adottato in modo indiscriminato, invece di ottimizzare le risorse disponibili rischia di produrre scarti umani. Ottimizzare le risorse significa utilizzarle in modo etico e solidale e non penalizzare i più fragili. Non sia solo il denaro a orientare le scelte politiche e amministrative, chiamate a salvaguardare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione italiana, né le scelte di chi gestisce i luoghi di cura. La crescente povertà sanitaria tra le fasce più povere della popolazione, dovuta proprio alla difficoltà di accesso alle cure, non lasci nessuno indifferente e si moltiplichino gli sforzi di tutti perché i diritti dei più deboli siano tutelati».

Ed è per questo che, come cristiani e cittadini, siamo chiamati a essere consapevoli e partecipi dei bisogni e delle risorse del nostro territorio evitando la completa delega ai politici che saranno sempre rassicuranti ma volubili e parziali per lo stessa identità e definizione.

 

Ambrogio Saibene

(da In cammino sulla Riva,* agosto 2017)

 

 

* In cammino sulla Riva è il bollettino parrocchiale della Comunità di Campovico, Paniga e Desco. Direttore Don Battista Galli, Dir. Resp. Maria Cristina Pesce.

 

 

Illustrazione

A seguito dell’approvazione della Legge Regionale n. 23 dell’agosto 2015 è stata costituita l’Agenzia di tutela della salute (ATS) della montagna dove sono confluite l’ex ASL della Provincia di Sondrio, l’ex ASL della Vallecamonica – Sebino e il Distretto del Medio e Alto Lario dell’ex ASL di Como.

Con questa mappa ho cercato di sintetizzare il quadro della realtà utilizzando il materiale disponibile sulla rete, nei siti ufficiali dei rispettivi enti. Risulta che, nella pianificazione sanitaria hanno avuto più peso le rappresentanze territoriali dei consiglieri regionali che le esigenze di salute delle popolazioni. Il punto interrogativo su Morbegno significa una situazione di incertezza: il Pronto Soccorso che doveva chiudere nel mese di marzo di quest’anno è stato mantenuto aperto, ma in malo modo e per breve tempo, in seguito alle firme di protesta e al lavoro del comitato spontaneo che si è costituito.


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