Venerdì , 29 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Lo scaffale di Tellus
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Marisa Cecchetti. “Fuera del juego” di Heberto Padilla
17 Agosto 2014
 

Heberto Padilla

Fuera del juego

Traduzione di Gordiano Lupi

EIF, 2013, pp. 160, € 12,00

 

Due anni prima della morte Heberto Padilla (1932-2000) ha riconosciuto che Fuera del Juego è il suo segno distintivo, la sua cifra artistica, quasi il suo onore. Premiato nel 1968 da una giuria di scrittori tra i quali José Lezama Lima, con motivazioni relative alle qualità formali rivelatrici di maturità poetica, nonché all’aspetto critico, polemico, non apologetico, pure se vincolato alle idee della rivoluzione, in una edizione del 1998 di questa raccolta Padilla afferma di non aver mai avuto in mente di scrivere un libro né a favore né contro la Rivoluzione, ma era sua intenzione occuparsi dei problemi sociali. E non si sente un eroe: «Lui non vuole essere un eroe,/ e neppure il romantico intorno al quale/ poter intrecciare una leggenda;/ ma è condannato a questa vita».

Tuttavia è diventato faticoso per lui condividere lo spirito di chi ha scritto, sotto il cartellone della Standard Oil Company, a lettere rozze, PATRIA O MORTE. Eppure Padilla ama la sua isola, e si struggerà di nostalgia quando finalmente sarà altrove, come si legge nello scritto postumo ritrovato, che introduce questa edizione: «Adesso sono in Alabama insieme a mia moglie Belkis, rimpiangiamo la debole pioggerellina dell’inverno indefinito di Cuba, quando sul muro del Malecón si alzano onde enormi e si infrangono sulle scogliere».

Come una assicurazione sul futuro o una formula scaramantica, con la tenacia di chi vede («e l’occhio è obbligato a vedere, a vedere, a vedere»), critica, soffre ma ancora si lascia qualche speranza, lui aveva scritto: «Io vivo a Cuba. Sempre/ ho vissuto a Cuba…/ Ed è certo/ che ci furono i giorni della Rivoluzione/ nei quali l’isola sarebbe potuta esplodere tra le onde/ …io mi trovavo in questa sponda/ sudando/ camminando/ in maniche di camicia,/ ebbro di vento e di fogliame/ quando il sole e il mare si arrampicano sulle terrazze/ e cantano la loro alleluia».

Giorni di luce. Ma il suo sogno rivoluzionario è andato in pezzi, troppe cose hanno dovuto vedere i suoi occhi. E il suo peccato è stato quello di scrivere, lui dice, “seguendo il mio istinto di poeta”. Un poeta comunque che è sempre voluto rimanere fuori dal gioco, del resto un poeta non serve al dittatore, anzi, è “una spina nel fianco”.

Ma ha scritto poesie dense di realismo che suonano come critica. Se la critica non è servita di riflessione al Potere, anzi è stata causa della sua accusa di cospirazione contro lo Stato, almeno è servita alla sua coscienza, anche se ne ha dovuto pagare il fio: «Abbiamo aperto case per i dittatori/ e per i loro ministri,/ strade/ per riempirle di fanfaronate».

Quella Rivoluzione-sogno è stata un tradimento: «Io penso a quelli che muoiono./ A quelli che scappano./ A quelli che non comprendono/ o che (comprendendo) si intimoriscono./ Penso alle scialuppe nere/ che salpano (a mezzanotte) piene di fuggitivi/ Penso a quelli che soffrono e che ridono/ a quelli che lottano al mio fianco/ tremendamente/ …Però, Rivoluzione, non disertiamo».

Ci vuole coraggio a continuare a sognare («Davvero pensavi seriamente, mio vecchio/ Calderon de la Barca che la vita è un sogno?») davanti a scene di violenza e di morte: «Il pugno in piena faccia/ e lo spintone a mezzanotte sono il fiore dei condannati/ Il andiamo, cazzo, e smetti di dirlo tutto in una volta/ è il crisantemo dei condannati/ …Non c’è struttura che possa sostenere le ossa dei condannati/ Il puzzo e la luce arrampicata come una gatta che vaga per la prigione».

Padilla aveva avuto fiducia nella rivoluzione castrista come portatrice di libertà, ricorda «le colombe volare sulle spalle d’un giovane condottiero e lo sguardo fiero d’un argentino a suo fianco». Si è accorto più tardi, purtroppo, che «il primo era un maestro di suggestive coreografie assetato di potere e il secondo soltanto un idealista che sarebbe andato a morire su un nuovo campo di battaglia». Aveva capito anche che la poesia dà fastidio al potere.

Non può accettare che non ci sia alternativa, che non ci sia scelta. Non vuole un Paese «governato da un uomo carismatico che cambiava piani e idee ogni volta che pisciava». Si è accorto che sono cambiate troppe cose che prima non aveva compreso, e non si è adeguato, non ha accettato tutto con rassegnazione. Finisce in carcere, il 20 marzo 1971, in una cella di due metri, dove dice di essere stato malmenato, torturato fisicamente e psicologicamente. A niente valgono le intercessioni a suo favore degli scrittori di tutto il mondo che tagliano i ponti con Cuba e condannano i metodi totalitari di Castro.

Solo accettando l’umiliazione dell’autocritica, recitando la sua discolpa come da copione stalinista, Padilla potrà ottenere la libertà dopo 37 giorni di carcere. Rimane a Cuba, dimenticato come intellettuale, fino al 1980, quando viene accettata la sua richiesta di espatrio e vola negli USA: «Andiamocene a cercare sopra i grattaceli/ il filo rotto/ della cometa dei miei bambini/ che si è ingarbugliato nel vecchio treppiedi dell’artigliere». Una raccolta, questa bilingue Italiano-Spagnolo, che è come un pugno nello stomaco per chi legge, dura, che rifiuta un lirismo che non sarebbe servito alla denuncia. Dolorosa per il destinatario ma che deve essere costata un infinito dolore a chi l’ha scritta.

 

Marisa Cecchetti


Articoli correlati

  Yoani Sánchez. La corruzione della sopravvivenza
  Il regalo
  Canzone del giullare
  Gordiano Lupi. Il regime nega l’evidenza
  Gordiano Lupi: Antologia poetica di Heberto Padilla (2ª parte)
  Tra l’epica e la lirica. Intervista a Heberto Padilla
  Libri e autori assenti alla Fiera del Libro dell'Avana
  Yoani Sánchez. Piccola e appartata
  Gordiano Lupi. A Cuba non si legge e non si scrive poesia
  Gordiano Lupi: Antologia poetica di Heberto Padilla (3ª parte)
  Gordiano Lupi. L’Avana, ritratto (senza cuore) di una città
  Gordiano Lupi: L’Avana secondo Virgilio Piñera
  Gordiano Lupi. Gli intellettuali cubani denunciano: Repressione silenziosa
  Gordiano Lupi al Camaiore 2014 (XXVI Premio letterario) con Stefania Sandrelli
  NuovaCuba. Il castrista digitale
  Gordiano Lupi: Heberto Padilla, un poeta contro il regime
  La poetessa e attivista Isoke Aikpitanyi è finalista al Premio Letterario Camaiore Proposta 2014
  Gordiano Lupi. “Fuori dal gioco” e il caso Padilla
  Letteratura e censura a Cuba
  Yoani Sánchez. La luce in fondo al tunnel
  Esilio
  Gordiano Lupi. La morte del gatto e la rivoluzione
  Gianni Minà diffama Yoani Sánchez
  Roberto Ampuero. I nostri anni verde oliva
  Gianfranco Spadaccia. Cuba, processo a mezzo secolo di regime
  Norberto Fuentes rivela gli atti ufficiali del caso Padilla
  Yoani Sánchez. 1971 – 2009: il millennio grigio
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy