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Azar Majedi. Contro tutti i terrorismi
20 Ottobre 2007
 

Un paio di settimane fa mia figlia mi ha raccontato che una sua amica, lesbica e socialista, ha un poster in camera sua con su scritto: “Siamo tutti Hezb'Allah ora!”. «Mio dio!», le ho risposto (e sono atea), «Qualcosa deve essere andato terribilmente male».

E mi sono chiesta: cosa stanno tentando di fare, prendere i socialisti per i fondelli? O sono semplicemente obnubilati? Questa giovane donna ha tutti gli ingredienti necessari per lottare contro l'islamismo politico e Hezb'Allah.

In primo luogo è una donna. Solo il fatto di essere femmina è abbastanza per renderti fiera oppositrice di un movimento radicalmente misogino, a meno che non ti abbiano fatto il lavaggio del cervello in senso opposto. Per aggiungere ironia all'ironia, si tratta di una lesbica. L'omosessualità è un crimine punibile con la morte per i paesi governati dall'islamismo politico. Essere omosessuale ti fa desiderare di fuggire da ogni luogo in cui gli islamisti abbiano il potere. Dozzine di omosessuali sono stati impiccati, in mesi recenti, dalla Repubblica Islamica dell'Iran. Questa ragazza, se fosse nata in Iran o in una regione sotto il dominio di Hezb'Allah, avrebbe magari dovuto cercar rifugio in Gran Bretagna. Ma in Gran Bretagna ci è nata, ed è abbastanza fortunata da non dover temere per la propria vita come la povera Pegah, che ora il governo vorrebbe deportare in Iran. È conscia, questa socialista lesbica sostenitrice di Hezb'Allah, che il suo sostegno dell'islamismo politico rende le situazioni come quella di Pegah ancora più difficili? L'ufficio per l'immigrazione britannico sta cercando legittimazione per le deportazioni proprio da parte di tale propaganda “islamista-quasi-di-sinistra”. E, infine, lei dichiara di essere socialista. Dovunque uno si collochi sullo spettro politico, è un fatto noto e generalmente accettato che il socialismo concerne l'equità, la giustizia, le aspirazioni ad un mondo più egualitario e ad una società migliore. Se qualcuno sceglie il socialismo ciò dovrebbe significare che si cura dei suoi compagni e compagne esseri umani, che aspira all'uguaglianza ed alla libertà, e a tutti quei valori che il movimento islamista disprezza. Molte migliaia di socialisti sono stati imprigionati, torturati e giustiziati solo in Iran.

Perciò, cos'è che non ha funzionato? Perché questa giovane è così appassionata di Hezb'Allah? Responsabile di questa situazione è una falsificazione ideologica degli eventi. Il pragmatismo ha anche aiutato il corso degli eventi, e cominciamo pure da quest'ultimo. Questa giovane donna, probabilmente molto sensibile, è giustamente indignata e stanca delle aggressioni statunitensi e britanniche e dei crimini commessi in Iraq e nel Medio Oriente. È nauseata dalle ingiustizie imposte al popolo palestinese. Condanna, e fa bene, gli Usa e la Gran Bretagna per tutti questi crimini ed atrocità, e per il sostegno incondizionato al governo di Israele durante la guerra in Libano dell'anno scorso. È nel giusto, facendo questo.

Tuttavia, dall'altro lato, da quando George Bush ha definito l'islamismo un nemico, lei automaticamente dà pieno sostegno agli islamisti.

Le aggressioni e le azioni militari, statunitensi e britanniche, contro i popoli del Medio Oriente hanno contribuito a disegnare un'immagine sbagliata dell'islamismo politico. Il movimento islamista e la sua ideologia sono stati presentati falsamente come i liberatori dei popoli del Medio Oriente e dei palestinesi. Lo ripeto, questo è falso. Gli islamisti politici sono uno dei movimenti più brutali comparsi nella storia dell'umanità. Non sono liberatori. Sono una forza reazionaria, e questo messaggio deve essere diffuso.

Gli islamisti non sono i portavoce dei palestinesi o del popolo iracheno.

Non stanno rappresentando il dolore e la pena che queste genti soffrono a causa della guerra. Non sono rappresentanti del popolo, e la loro brutalità è senza misericordia. Questo dobbiamo chiarirlo: tra i due poli terroristici degli Usa e degli islamisti, noi non sosteniamo nessuno dei due. Li condanniamo entrambi.

 

Azar Majedi

(traduzione di Maria G. Di Rienzo)

(da Nonviolenza. Femminile plurale, suppl. de La nonviolenza è in cammino, n. 132 del 18/10/2007)

 

 

Azar Majedi (foto) fa parte dell'associazione Wluml - Donne che vivono sotto le leggi islamiche; il suo sito è www.azarmajedi.com.


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