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Il Kuttab e il valore delle moschee nell’educazione musulmana 
di Suliman Busedra
La lettura del Corano nella madrasa di Zliten in Libia
La lettura del Corano nella madrasa di Zliten in Libia 
10 Aprile 2017
 

Dopo la nascita della religione islamica nel 622 d.C. e la sua diffusione nell’Africa dei secoli XII e XIII, l’Islam ha subito un grande cambiamento nella cultura e nella scienza religiosa musulmana.

Il riferimento va allo studio iniziale del Corano. Il libro sacro musulmano parte dalla prima parola rivelata da Dio attraverso l’angelo Gabriele al profeta Mohamed, “Leggi”, imperativo di leggere.

Quel “leggi” racchiude l’ordine per i musulmani di seguire il Corano, l’Hadith, l’ascolto delle parole del profeta, e la Sunna, il cosiddetto codice del comportamento islamico. Compiere l’ordine del profeta, obbligatorio per ogni musulmano, ha la sua importanza nel sistema educativo della religione islamica. L’ordine è nel curriculum formativo e costituisce parte integrante di tutta l’istruzione. Per i musulmani la preoccupazione maggiore è quella di obbedire al Corano e per questo intorno alle moschee sono state costruite le madrasa, ovvero Kuttab-Kalwa, quali luoghi funzionanti da scuole per l’apprendimento del libro sacro. Madrasa significa scuola, Kuttab vuol dire scrivere e Kalwa è il posto nel quale gli allievi si incontrano. L’insegnamento informale del Corano comprende lo studio della letteratura e della lingua araba con le regole della grammatica. Gli edifici del Kuttab sono composti di stanze di dimensioni diverse secondo lo spazio disponibile, arredati con tappeti e un posto è assegnato al maestro, chiamato Shiek. Tutti rispettano le moschee come luoghi sacri privilegiati per la predicazione di quanto presentato dal profeta Mohamed. Inoltre per favorire la conoscenza del Kuttab, che di solito si trova nelle zone rurali, o all’interno dei villaggi, e per distinguerne la costruzione da un luogo all’altro, si usano varie denominazioni come il Kalwa, o la scuola coranica. Alcune scuole attribuiscono il nome del Kuttab riprendendolo dalle persone o dai famigliari che hanno costruito la moschea, oppure il nome viene dato a seconda della zona nella quale è stata eretta. Questi luoghi sacri sono sempre stati considerati i centri più importanti dell’istruzione e dell’insegnamento del Corano ai figli musulmani, con riferimento alle cinque regole fondamentali dell’Islam date da: 1) la professione di fede; 2) la preghiera cinque volte al giorno; 3) il pellegrinaggio alla Mecca da realizzare almeno una volta nella vita; 4) il dovere dell’elemosina; 5) il digiuno. Il Kuttab non è mai stato sotto il controllo governativo. Esso è gestito dal Ministero dei beni culturali e religiosi, detto Awqaf. Il Kuttab è quindi un luogo religioso frequentato da allievi di età diverse per comprendere scienza e conoscenza. La formazione personale di ogni musulmano dipende dal Kuttab, non è circoscritta ad un certo periodo di tempo, o stagione, e non ha scadenza. È importante che ogni allievo sappia leggere e scrivere bene per poter imparare il Corano.

Il maestro, Shiek, è la persona più saggia e qualificata, in grado di dirigere il Kuttab. Il ruolo educativo del maestro si esplica nella sua riconosciuta capacità di insegnare il libro sacro. Egli è sapiente nella conoscenza e nella applicazione delle leggi dell’Islam, conosce correttamente la grammatica, la scrittura e sa leggere il Corano. Il maestro sa recitare perfettamente e a memoria tutto il libro sacro ed ha le capacità richieste per l’insegnamento coranico. La missione del maestro di solito viene trasmessa di padre in figlio o da zio a nipote. L’insegnamento del Corano e dei suoi caratteri religiosi era già sviluppato, nel passato, in diverse città libiche, secondo le forme tradizionali della cultura araba musulmana. Gli allievi nel Kuttab non sono divisi in gradi scolastici, come si usa nelle scuole o negli altri istituti con programmi educativi formali. Nel Kuttab si segue un programma educativo religioso, come lo studio della storia della religione, sempre basato sullo studio del Corano. Le famiglie mandano i figli nel Kuttab e li affidano al Shiek che li segue nelle ore successive alla scuola regolare. Il Kuttab svolge quindi un ruolo importante nell’aiutare gli allievi ad imparare a leggere, in maniera corretta e veloce il libro sacro, e persegue l’obiettivo di migliorare l’apprendimento della lingua araba con una ricaduta positiva sulla condizione scolastica dei ragazzi e delle ragazze.

Dopo l’iscrizione al Kuttab il maestro e la maestra (Shiekha), ognuno nella sua Kalwa, formano gruppi obbligatori di allievi, separando i maschi dalle femmine, e dividendo tutti gli alunni e tutte le alunne per capacità di apprendimento. La composizione dei gruppi non è per età, sesso e classe scolastica. La separazione si mantiene anche durante le preghiere. La comunità islamica ha sempre mantenuto l’istruzione separata dei due sessi. II primo giorno di lezione il maestro, al maschile Shiek, e la maestra, al femminile Shiekha, distribuiscono ad ogni allievo, ed ad ogni allieva, il materiale didattico costituito da una copia del Corano, da una lavagnetta di legno, da un pennello fatto di bastone di canna con l’inchiostro facilmente cancellabile, dal gessetto. Quando i ragazzi sono pronti ascoltano il maestro che detta i primi versi delle Sura. Il Corano è diviso in parti per facilitarne la scrittura, la lettura e l’apprendimento graduale. L’allievo scrive sulla sua lavagnetta i versi dettati dal maestro, rispettando la grammatica della lingua araba e quanto è scritto nel libro sacro. Alla scrittura seguono la recitazione e la ripetizione a memoria dei versi del Corano. I versi restano scritti e si cancellano solo quando sono stati tutti ben memorizzati ed è il maestro a dare l’ordine di proseguire con i nuovi versi, poiché egli si accerta che effettivamente i bambini siano stati capaci di apprendere quanto insegnato. Si prosegue così con tutte le Sure coraniche. Quando un allievo finisce di imparare a memoria il Corano, e sa scriverlo e leggerlo correttamente, può diventare l’assistente del maestro e può aiutarlo a seguire i nuovi allievi iscritti alle lezioni.

Le moschee perseguono obiettivi educativi e sociali, offrono ai musulmani un luogo di incontro per svolgere i riti religiosi ed essere riuniti mentre recitano le loro cinque preghiere quotidiane. Inoltre le moschee vengono aperte d’obbligo il venerdì, giorno della assemblea, per la messa di mezzogiorno e in questa occasione si partecipa alla preghiera comune, più breve di quella degli altri giorni della settimana. Le moschee sono anche centri culturali e sociali e sono i luoghi nei quali si fa capire ai figli che la credenza e la conoscenza della fede nell’Islam, e nel suo credo, derivano dal sacro Corano, dalle tradizioni del profeta Mohamed, dalla Sunna. Nelle moschee i giovani apprendono la religione islamica e come comportarsi nella comunità islamica, secondo la legge e le regole del Corano e della Sunna. Il Corano è composto di 114 Sure, divisi in 30 parti (Juz o Hizb). Le Sure hanno diverse lunghezze per agevolarne la scrittura e la lettura. Quando i ragazzi finiscono la memorizzazione della prima parte del Corano (Juz) si organizza un festeggiamento (Al Sharafa) durante il quale ogni allievo porta la sua lavagnetta con i versetti delle Sure imparati e li legge a voce alta davanti al maestro e agli altri allievi. Tutti, in ordine, ascoltano seduti a terra la recita del compagno. Ai festeggiamenti partecipano famigliari e amici che mostrano riconoscenza attraverso doni consegnati dagli allievi al maestro. La frequenza del Kuttab da parte degli allievi garantisce l’apprendimento corretto dell’arabo, la conoscenza del Corano, la credenza nell’Islam e nel profeta Mohamed. Ricordiamo che, secondo i dettami del Corano, la conoscenza delle altre fedi religiose rappresenta un insegnamento rilevante e costante che educa i giovani al rispetto reciproco.


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