Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Scuola > Notizie e commenti
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Angelo Saracini, Davide Dodesini, Sindacati. La Scuola Italiana di Atene chiude?
Angelo Saracini con un gruppo di studenti alla Scuola Italiana di Atene (foto d
Angelo Saracini con un gruppo di studenti alla Scuola Italiana di Atene (foto d'archivio) 
18 Ottobre 2008
 

Atene – Ieri genitori e alunni si sono recati in manifestazione di fronte all'Ambasciata d'Italia per manifestare contro la paventata chiusura della Scuola Italiana di Atene. Ormai da un po' di tempo voci sempre più insistenti parlano della chiusura di questa gloriosa Scuola Italiana di Atene che è presente ad Atene da piu' di 150 anni. (Angelo Saracini)

 

Prendendo spunto dalla segnalazione che giunge da Atene, e preoccupazione conseguente, vi proponiamo di seguito un contributo di Davide Donesini e un documento sindacale, proveniente dalla capitale greca, del 15 ottobre scorso. - Red.

 

 

 

LA SCUOLA ITALIANA (DI ATENE) CHIUDE?

 

Le operazioni sulla scuola pubblica sono operazioni vergognose. Nessuno/a di coloro che lavorano nella scuola ritengono che tutto vada bene, che nulla si debba cambiare, che non ci sia bisogno di fare considerazioni critiche sul senso e sul funzionamento della scuola. Insomma che ci sia bisogno di una vera riforma del sistema scolastico italiano nessuno lo nega.

Quella della Gelmini, però, non è affatto una riforma, ma un'operazione di contenimento della spesa. Lo diceva candidamente la prima versione del decreto del 1° settembre (quello del maestro unico, voto di condotta ecc.), poi modificato dalla camera, dove contenimento è diventato razionalizzazione... parola certamente più nobile, ma che non muta di una virgola l'operazione di taglio della spesa.

 

Negli ultimi 10 anni sono stati almeno tre i tentativi di ristrutturazione della scuola pubblica italiana: Berlinguer, Moratti e, ora, la 'razionalizzazione' di Gelmini. I primi due provvedimenti complessi hanno aperto la strada a molte novità in tutti i gradi della scuola: alcune buone, altre bocciate da chi ci lavora, altre di fatto non applicate e quindi cancellate. Ma c'è un elemento comune a tutte e tre le riforme che dovrebbe farci riflettere molto. Nessuno dei ministri ha mai pensato di coinvolgere seriamente coloro che la scuola la fanno esistere con il loro lavoro e con la loro presenza.

Credo sia questo il nodo principale che ci si trova a fronteggiare quando si decide di mettere mano al sistema scolastico pubblico. Non coinvolgere la componente docente, studente e di servizio non consente di monitorare i veri problemi della scuola e soprattutto di dare avvio ad una riflessione di ampio respiro sul senso del fare scuola e sulle mete di questa istituzione.

La reazione all'ennesima 'riforma' calata dall'alto e stavolta per nulla giustificata sul piano pedagogico, non deve essere letta solo come la difesa di una corporazione (sono a rischio molti posti di lavoro e di fronte alla crisi dell'economia, chi non reagirebbe?), ma anche come una forma di resistenza all'imposizione indebita di un modello di scuola che non è stato discusso con chi dovrebbe poi praticarla.

Sospendere il processo di 'razionalizzazione' è indispensabile al fine di avviare un processo di ripensamento collettivo e condiviso.

Dobbiamo salvare il senso pubblico della scuola, non la scuola come istituzione immobile e immutabile! Si tratta di salvarne la portata costituzionale ('rimuovere gli ostacoli') denunciandone le manchevolezze più rilevanti: non serve il voto di condotta a rendere più sensati i programmi scolastici, i quali generano un senso di noia cronica in studenti a cui manca una vera motivazione allo studio. A che serve studiare in un mondo dove i modelli di successo proposti sono sempre e solo fatti di crassa ignoranza e pura apparenza, o addirittura di furberia criminale (paese dei furbetti, di arricchiti senza scrupoli celebrati da televisioni autoreferenziali e pettegole, di corrotti di successo, di arrivati non per meriti oggettivi...)?

Ci si deve interrogare tutti e tutte sul senso della scuola, sulla sua funzione, sui modelli che involontariamente veicola, sul mercato dell'istruzione... Si deve avere il coraggio di non rimandare un confronto acceso, franco e critico, ma per farlo si devono rifiutare 'razionalizzazioni' che sono in realtà operazioni di pura contabilità. La scuola non è un costo! Per quanto lacunosa, pericolante, piena di problemi è una risorsa. Se non partiamo da questa convinzione, non c'è cambiamento possibile.

 

Davide Dodesini, insegnante

 

PS: la mia prima supplenza l'ho fatta proprio alla Scuola Italiana di Atene. Mi spiace molto l'idea che si possa chiudere un'esperienza culturale come quella, nonostante i molti difetti che certamente non vanno elusi.

 

 

 

L'assemblea sindacale dell'Istituto Italiano di Atene

riunitasi il 15 ottobre 2008

ha approvato il seguente documento

 

Seguiamo con molto interesse e giudichiamo positivamente tutte le iniziative di lotta che si stanno svolgendo in Italia volte a difendere l'intero sistema della formazione e la scuola pubblica dagli attacchi scellerati del governo Berlusconi, e dei ministri Tremonti e Gelmini.

L'art. 64 della finanziaria e il successivo decreto n. 137 approvato l'11 ottobre 2008 minano in profondità le fondamenta e la qualità della scuola pubblica che noi difendiamo.

Guardiamo con favore le iniziative auto-organizzate di genitori, docenti e ATA, prima fra tutte quella del 17 di ottobre a Milano e Roma delle quali si auspica la riuscita, in quanto momenti fondamentali nella costruzione di un fronte sempre più vasto e unitario di opposizione alle politiche governative.

Esprimiamo profonda insoddisfazione rispetto al fatto che nonostante la richiesta di tantissimi lavoratori e lavoratrici della scuola espressa in assemblee, documenti, lettere ancora una volta non si sia individuata, a fronte di uno dei più gravi attacchi alla scuola pubblica degli ultimi 30 anni, una giornata comune di sciopero. Era stato infatti richiesto che tutte le iniziative confluissero nella giornata del 17 ottobre.

Riteniamo comunque che lo sciopero indetto dai sindacati di base COBAS e CUB per il giorno 17 ottobre e quello del 30 ottobre indetto dalla FlcCGIL, CISL, UIL, SNALS e GILDA che si auspica non venga revocato, siano due momenti significativi nella lotta contro il decreto e i suoi contenuti.

Nello specifico ribadiamo la propria contrarietà

a. ai tagli previsti dall'art 64 della legge finanziaria in termini di organici e risorse destinate alla pubblica istruzione,

b. alle sezioni in orario antimeridiano nella scuola per l'infanzia con un solo insegnante per sezione,

c. alla reintroduzione del maestro unico nella scuola elementare con orari di classe a 24 ore,

d. alla eliminazione nei fatti del tempo pieno nella scuola elementare e del tempo prolungato alla media,

e. alla riduzione dell'orario scolastico per licei e istituti professionali,

f. ai tagli delle sperimentazioni, alla reintroduzione della valutazione in decimi nella scuola primaria,

g. alla diminuzione del sostegno per alunne/i diversamente abili,

h. alla eliminazione degli insegnanti specialisti di lingua straniera nella scuola elementare,

i. all'innalzamento del numero di alunni per classe,

j. alla riduzione degli interventi per l'insegnamento agli adulti di cui attualmente beneficia anche la comunità dei migranti e

k. a tutte quelle manovre contenute nel decreto che minano alla radice la qualità della scuola frutto di quasi 40 anni di lavoro e di studio,

l. alle possibili ricadute sulle scuole all'estero e sul mantenimento di standard di qualità.

Dichiariamo di partecipare in forme diversificate agli scioperi del 17 e del 30 ottobre

Organizziamo un presidio davanti all'Ambasciata Italiana ad Atene nella giornata del 17 ottobre con concentramento alle ore 10 in piazza Syntagma con la richiesta di incontro con l'Ambasciatore affinché anche la nostra protesta si unisca alle forti iniziative che si stanno svolgendo in Italia.

Invitiamo tutto il personale, gli alunni ed alunne della scuola e i genitori a sostenere queste richieste partecipando all'iniziativa. Chi vorrà potrà incontrarsi alle ore 9 davanti alla scuola.

 

(Approvato dall'ASSEMBLEA SINDACALE DEL 15 OTTOBRE 2008)


Articoli correlati

  Angelo Saracini. A rischio la Scuola di Atene e altri centri italiani nel mondo
  Barbara Pojaghi, Preside di Scienze della Comunicazione scrive ai suoi ragazzi
  Davide Dodesini. Collasso dell'Italia. Colpa della scuola!
  L'Ipotesi di Piero Calamandrei. (Come annientare la scuola pubblica...)
  Simona Borgatti. La scuola fané di Mariastella Gelmini
  Scuola e diritti di Valtellina per la scuola pubblica
  Donatella Poretti. Scuola: voto all'ora di religione?
  PD / Giulia Innocenzi. “No al referendum. Sì a Ddl che elimini sprechi dell'università”
  Valter Vecellio. Governo: confusionari, pasticcioni, pericolosi
  Aldo Martorano. Quattro domande al ministro Gelmini
  “Riforma” Gelmini. Alcune iniziative sul territorio provinciale di Sondrio
  Aglaia Viviani: lettera ad Alessandra Borsetti Venier sull'intervista a Vittoria Franco
  Anna Lanzetta: Il ruvido peso delle parole nel linguaggio di Mariastella Gelmini
  Scuola e Diritti. Riforma Gelmini (D.l. 137): dallo spezzatino della Moratti ora siamo alla... “frutta”
  Patrizia Garofalo. Sulle facoltà “amene” di Mariastella Gelmini
  Simona Borgatti. La futura scuola pubblica federale
  La coperta è diventata una sciarpa e il gatto è morto mordendosi la coda
  Rosangela Pesenti. La scuola pubblica è uno dei fondamenti della democrazia
  Referendum contro il Decreto 137 della Gelmini? SI! Avanti tutta...
  Redazione Tellusfolio-Scuola e Nadia: "Basta leggi vergognose contro la scuola pubblica"
  Giovanni Sabbatucci: Sulla breccia di Porta Pia. E rovelli di un docente sui programmi di italiano storia da insegnare
  Gaetano Barbella: Grembiuli a scuola grembiuli nella massoneria
  La scuola che non c'è
  “Si tagliano le gambe alle generazioni future”. Alessandra Borsetti Venier intervista Vittoria Franco
  Silvia Minardi. Perché non risparmiamo sui caccia bombardieri, anziché sulla scuola?
  Per la Scuola della Repubblica/CGD. La Gelimini ci riprova?
  Marina Pensa. Diritti di carta e Diritti reali
  Ecumenici. Una mozione anche a difesa della laicità della scuola
  Angela Nava. La scuola che perde la memoria, perde se stessa
  Maria Lanciotti: la vergognosa controriforma di Mariastella Gelmini
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy