Venerdì , 19 Aprile 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Vincenzo Donvito. Inno Mameli da mandare in pensione 
Per riconoscerci nella nostra storia repubblicana
05 Luglio 2021
 

Firenze, 17/06/2021Quand’ero alla scuola elementare e poi media e ci facevano, in alcune occasioni ufficiali, cantare in gruppo l’inno di Mameli, ero sempre perplesso. Per le parole, per la melodia: erano estranee alla vita di un ragazzo che ascoltava e cantava tutt’altra musica e, a differenza di quanto accadeva a scuola, quando era con amici intonava tutt’altre melodie che non gli inni (di parte, di ricorrenza, religiosi, etc.) e tra queste, strimpellando alla chitarra, anche la fresca, melodiosa e “giovane” Bella ciao (qualcuno ha mai visto un gruppo di ragazzi, e non solo, che alla chitarra intona il Mameli?). Ovviamente questa perplessità, al liceo – con la consapevolezza di chi, come e quando aveva usato questo inno nel passato (glorificazione di morte, sofferenze, guerre, fascismi) – ...questa perplessità si è trasformata in avversione e, una volta all’università, in rassegnazione: si può anche vivere con un inno del genere, anche perché in altri Paesi non è che siano tanto differenti (a parte il fascino eterno della Marsigliese, pur sempre una marcetta antica).

Nella vita post scolastica, mi è sempre rimasto il dubbio: ma perché l’inno in cui dovremmo tutti riconoscerci per essere fieri di appartenere a questo Paese (quando giro per il mondo non mi vergogno di essere italiano) deve essere così vecchio, pomposo, sovrabbondante di retorica, una di quelle marcette da sfottò? In seguito ho registrato rassegnazione e adeguamento da parte di molti, anche coloro che, col sol dell’avvenire (altra retorica), hanno deciso di affiancarlo, in tutto ciò che aveva un minimo di ufficialità, alle loro altrettante brutte marcette.

Alcuni dicono che l’inno di Mameli è la nostra storia.* È probabile che sia così per coloro che, per esempio, non hanno mai voluto chiudere col nostro tragico passato (quanti regi decreti sono... in corso, i codici di vario tipo…), e di cui sono evidenti le conseguenze.

Oggi se chiedo a mia figlia adolescente cosa ne pensa dell’inno di Mameli, mi fa un sorriso di commiserazione, fa spallucce e si rimette le cuffiette per ascoltare tutt’altro che Mameli. Ho l’impressione che sia un comportamento diffuso.

Ora al Mameli si vuole affiancare, soprattutto per la festa della Liberazione del 25 aprile, la canzone Bella ciao. A parte alcuni fascisti di varia tacca moderna che hanno levato gli scudi, si registra indifferenza. È evidente che, pur se non si parla di mandare in pensione il Mameli, sono in tanti che non hanno ancora chiuso col nostro tragico passato fatto anche di ebrei inviati nei campi di sterminio nazista.

Ben venga, casomai, Bella ciao. Ma non basta. Occorre scrivere e cantare la nostra storia repubblicana per chiudere con il passato. Occorre mandare in pensione il Mameli.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

 

 

* » Wikipedia.

 

 

Illustrazione.

Il nostro inno, più lo sento, più mi sembra brutto. Parole datate, retorica a fiumi, musica da festa della porchetta. Mi chiedo: che cosa aspettiamo a cambiarlo. Sì, è vero che ci rappresenta, ma... In ogni caso, l'importante è vincere. (Massimo Malgesini, Fb 03/07/2021)


Articoli correlati

  Vincenzo Donvito. Le patenti del Comune di Firenze. A quando quella di imbecille?
  Vincenzo Donvito. L'Italia al voto. Pensieri in libertà
  Vincenzo Donvito. Violenza sulle donne. Terreno minato?
  Vincenzo Donvito. L’informazione e la formazione delle opinioni nella società globale degli algoritmi
  Vincenzo Donvito. L'Italia al volante
  èValtellina. Giornata mondiale della poesia Unesco 2023
  Vetrina/ Massimo Malgesini. Se possibile...
  Spot/ Serata di musica, arte e poesia a Regoledo
  Il Piccolo Teatro delle Valli. “Nathan il saggio” di G.E. Lessing
  Iniziative/ “Pillole di poesia”
  In libreria/ A settembre, una “Fiorita di stelle” a Talamona
  “Il medico dei pazzi” in scena a Morbegno, con il Piccolo Teatro delle Valli
  A Talamona “Una fiorita di stelle” con Paola Mara De Maestri riempie la biblioteca
  èValtellina. La “Giornata Mondiale della Poesia” a Morbegno
  Vetrina/ Massimo Malgesini. 15 settembre 2020 - 15 settembre 2022
  Morbegno. Poesia e canti per la Giornata Mondiale della Poesia 2022
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 1 commento ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.9%
NO
 27.1%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy