Giovedì , 18 Aprile 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Soldi Tfr quando si vuole... e i contributi silenti?
02 Ottobre 2014
    

Firenze – È un gran parlare del potenziale uso dei soldi del Tfr (trattamento fino rapporto) anche prima che sia finito il proprio rapporto di lavoro: cioè che dei propri soldi, il lavoratore, possa disporne quando ritenga più opportuno. Ognuno “tira la barca al proprio mulino”, soprattutto quelli che godono delle posizioni di rendita, anche se questo, per molte aziende, significa usare questi soldi del Tfr che dovrebbero mettere da parte, come garanzia per farsi prestare soldi per andare avanti. Una garanzia un po' fumosa, ma nella disperazione diffusa che il nostro Paese sta attraversando per liquidità e credito, non si guarda in faccia a nessuno.

Noi crediamo che questa potrebbe essere una buona occasione per liberarci di uno dei tanti paradossi della nostra economia, nello specifico in materia di libertà del lavoratore di disporre dei propri soldi quando lo ritiene opportuno, e non doverli obbligatoriamente prestare al proprio datore di lavoro. Vediamo come si evolveranno le intenzioni del nostro Esecutivo nazionale e, sopratutto, dei nostri legislatori.

Bene, se passa questa logica, a nostro avviso si rompe un muro e quella diga piena di soldi rubati legalmente dall'Inps ai lavoratori, dovrebbe dissolversi nel nulla. Stiamo parlando dei contributi silenti. Buona parte dei contributi previdenziali dovuti alla Gestione separata dell’Inps dai parasubordinati, dai precari o da coloro che esercitano professioni non regolate da ordini professionali, vengono versati a fondo perduto: se non si raggiunge il minimo richiesto dalla legge per maturare la pensione, quei contributi rimangono nelle casse dell'Inps e non danno diritto ad averne una propria.

Si tratterebbe, quindi, di una rivoluzione, in cui i derubati riuscirebbero a riprendersi i soldi dal ladro. Ed essendo “derubato” e “ladro” figure chiave del nostro sistema economico, va da sé che tornerebbero a chiamarsi lavoratore e Stato, con tanto di guadagno per entrambi, sia in termini economici immediati (lavoratore) che in investimento per il futuro (Stato non più ladro verso i propri sudditi).

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.9%
NO
 27.1%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy