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In libreria/ Çlirim Muça. Sonetti 
Due anticipazioni e la Prefazione di Alberto Figliolia
10 Marzo 2014
 

Seduti noi siamo...

 

Seduti noi siamo all’ombra del nulla

mirando il niente che portiamo dentro,

è lo zero assoluto il nostro centro,

lo stupendo, il magnifico “Io” ci culla.

 

In questo granello di terra brulla,

l’insignificante non ha rientro,
si gonfia l’infimo che cresciam dentro,

solo la beata morte ci annulla.

 

In questa vita piena d’ingiustizie

riempiti dal vuoto che ci circonda

dalla vanità e dalle sue notizie,

 

da mucchi e polverose laterizie.
E la stupidità una baraonda,
che travolge, trascina e ci sprofonda.

 

Çlirim Muça

 

 

 

Per riparare alle sue crudeltà
un’altra occasione ci offre l’Amore,

Dio imprevedibile che cambia umore,

di rado toccato dalla pietà.

 

E nei suoi registri aperti a metà,

segnato da una chimera o da un fiore

c’è l’incipit di un nuovo grande amore,

con sguardi scritto e carezze qua e là.

 

Sulla soglia da errori trattenuti
e sospinti dalla nuova promessa,

dalle invisibili ali sostenuti,

 

nel vuoto con coraggio di leonessa

ci spinge l’Amore con allegria
in quel che si svela una lotteria.

 

Çlirim Muça

 

 

 

Prefazione

 

C'è del mirabile nella tenacia artistica di Çlirim Muça. Un giorno di tanti anni fa – più di venti, invero un tempo incommensurabile e un altro mondo – è arrivato in Italia, Paese di cui ora è cittadino (dovrebbe esserne orgogliosa la nostra patria), da Cerme, un luogo interno dell'antica Terra delle Aquile, profonda campagna (arcaica? bucolica?). È arrivato lungo le strade dolorose e, insieme, speranzose della migrazione. Con sé un bagaglio inesauribile di idee e sentimenti e voglia di un presente diverso, lontano da fame e oppressione e paure e bisogno, e con sé, soprattutto, un quaderno con le proprie poesie. Son trascorsi tanti anni e tanti eventi hanno da allora contribuito a mutare il volto del mondo. Anche se taluni problemi sono rimasti e, addirittura si sono acuiti: che dire, difatti, delle tragedie del mare?

Non so se quel quaderno ancora esiste, se sta sepolto in un cassetto, ingiallito ma non dimenticato, per sempre, in ogni caso, nella memoria del cuore. Ma son certo che la poesia non ha smesso di correre come un fiume nelle vene dell'amico Çlirim. L'acquisizione della lingua italiana, già in gran parte nota nei suoi più essenziali elementi costitutivi, si è fatta dopo l'arrivo qui vertiginosa e ricca. Dal nobile albanese all'idioma di Dante il passaggio si è compiuto (anche se talora la lingua madre duole...) e il poetare ha continuato a fluire dall'intelletto e dall'animo del ragazzo di Cerme-Lushnjë. E non solo poesie, ma anche favole e racconti, aforismi, haiku, limerick e teatro, prosa fluida ed effervescente e versi struggenti, forti, formidabili per empito emotivo, dolenti o nostalgici, ironici o meditativi. Una sorprendente versatilità, talora sviluppata in collaborazione con altri autori, fonte di ulteriore esperienza e arricchimento.

Ma il poeta, ogni vero poeta, non è mai pago né domo: indagatore della realtà più profonda, foss'anche il buio che talora oscura i giorni datici in sorte, e in cerca di nuove sfide creative. Come non voler cimentarsi, dunque, con la tradizione, dopo tanta innovazione e rivoluzione? La “folle” idea... ri-occupare emozionalmente e re-interpretare il sonetto! Il genere poetico probabilmente più arduo e più elegante. Un'impresa, quella di comporre le sue quartine e terzine, da far tremare a chiunque i polsi. Ed ecco al lettore l'esito di un'altra meravigliosa avventura letteraria di Çlirim Muça. La metrica e le sue insidie sono state affrontate con umiltà, nel segno di un infinito rispetto per i padri fondatori, i simboli dell'amore a svolgersi emblematicamente nel serio gioco delle rime e delle metafore e similitudini.

Inutile dire quanta ammirazione susciti la forza espressiva di questi sonetti, unitamente al talento e alla volontà di cui l'autore è felice portatore. E, ancora, la travolgente passione per la poesia, l'amore traboccante per l'umanità, pur nell'osservazione della sua congenita debolezza, il mistero del cuore (senz'amore si è acqua che ristagna...) e il senso dell'esistere. Non ci resta che augurare a chiunque si accingerà a leggere questo libro di trarne giovamento e ispirazione.

 

Alberto Figliolia

 

 

Çlirim Muça, Sonetti

Albalibri, 2014, € 10,00


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