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Maria G. Di Rienzo. Una richiesta azzardata
26 Settembre 2013
 

Lo scorso 20 settembre, la Special Rapporteur delle Nazioni Unite sul traffico di esseri umani, Joy Ngozi Ezeilo, dà un quadro della situazione italiana: gang criminali introducono migliaia di uomini, donne e bambini nel nostro paese, evitando ogni controllo, e queste persone “clandestine” sono destinate al lavoro coatto o semi-coatto nell’industria del sesso, nei laboratori e nei campi.

«Il fenomeno del traffico di persone, in Italia, si sta sfortunatamente espandendo per numeri e per impatto. I trafficanti stanno dimostrando una crescente capacità di usare violenza, sfruttamento e abusi orrendi nei confronti delle loro vittime», ha detto Ezeilo presentando i primi risultati della sua ricerca. L’Italia ha identificato sul proprio suolo 2.400 vittime del traffico nel 2010: si tratterebbe di un quarto del totale ipotizzato dai dati dell’Unione Europea. Il numero di quelle destinate alla prostituzione è il più alto.

Ezeilo ha citato il caso di una 21enne nigeriana la cui famiglia ha pagato ai trafficanti 60.000 euro per portarla in Europa: una volta arrivata in Italia è stata forzata a prostituirsi per pagare il debito, nel mentre i suoi familiari continuavano a ricevere minacce. «Il governo italiano deve ridurre la domanda di prostitute, rendendo consapevole l’opinione pubblica che queste donne sono troppo spesso vittime del traffico di esseri umani» ha aggiunto Ezeilo. «Le leggi restrittive sull’immigrazione hanno esacerbato il problema, spingendo i migranti ad adottare misure disperate, fra cui quella di pagare grosse somme ai trafficanti. L’Italia dovrebbe migliorare il coordinamento fra le sue regioni e con gli altri paesi, in particolare rispetto al modo in cui sono identificate ai confini le persone vittime del traffico, modo che ora è manifestamente inadeguato. E dovrebbe assicurarsi di non prosciugare il finanziamento dei programmi relativi al traffico».

Alcuni giornalisti stranieri presenti alla conferenza stampa hanno chiesto un commento al Ministro degli Interni italiano, un tale signor Alfano che, purtroppo, non ha ritenuto al momento di doverlo dare. I giornalisti in questione hanno correttamente citato il silenzio “alfanico” nei loro pezzi e si sono stupiti nei giorni successivi al 20 settembre di come esso si sia esteso ai media del Bel Paese, perché ai loro colleghi italiani è per lo più sfuggita la notizia per intero. D’altronde, rivolgersi ad Alfano affinché l’Italia adotti misure per ridurre la domanda di prostitute, considerato chi è il capo del suo partito, cara signora Ezeilo… forse è un po’ azzardato.

 

Maria G. Di Rienzo

(da Lunanuvola's Blog, 25 settembre 2013)


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